Oggi mentre vado al lavoro, sull’autobus affollato una signora mi apostrofa: “Perché hai messo il braccio cosi? Forma la croce col mio!”
Vedendo la mia incomprensione, osservo che compie una contorsione per spostare il suo braccio altrove: “Formavano una croce ed io dalle croci mi guardo bene, ce ne son già troppe a Staglieno…” (Staglieno è il cimitero principale di Genova)
Infine, scendendo alla fermata successiva, conclude: “Scusa, figliolo, ma io certi segni preferisco evitarli…”
Sulla porta dell’Ospedale dove lavoro si è appostata una zingara: “Collana, braccialetto scaccia guai? indossala, uscirai presto, chiedo solo una offerta…” Non faccio in tempo a spiegarle che io lì ci lavoro che una signora mi spintona per correre a prenderne una…
Ci attacchiamo alle superstizioni perché “tanto male non fanno”. In compenso fuggiamo dalla croce, segno di un Dio che condivide la nostra umanità e il nostro dolore, segno di Amore, segno della Resurrezione. Un segno decisamente pericoloso, meglio davvero evitare…