A proposito del referendum sul Nucleare

Domenica e lunedì c’è la possibilità di andare a votare per quattro quesiti referendari. Mi è stato chiesto da più persone un parere, in particolare, sul quesito sul Nucleare, e questa è la risposta che a tutti, indistintamente, mi sono sentito in coscienza di dare.
Chi volesse esprimere la sua nei commenti può farlo, ma avverto già che commenti di mera propaganda ideologica (“Si al Nucleare per Sempre! Italiani stupidi se lo fermate!” Oppure “No al Nucleare che uccide! Scemi se non lo fermate!”) non saranno pubblicati. Invece il dibattito serio, ragionato e motivato è benvenuto.
Andrea
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Caro amico che mi chiedi un parere sul Referendum, cerco di darti una risposta sintetica ma al contempo ragionata.

La questione Nucleare e’ assai complessa e ampia. Premesso che non credo che il Nucleare in Italia ripartirà mai (troppi veti a livello locale) sinceramente mi sembra eccessivo porre ora, sull’onda emotiva di quanto successo in Giappone, un veto per un
piano nucleare che dovrà essere steso e per centrali nucleari che dovranno essere debitamente progettate e pianificate tra diversi anni. Con tecnologie probabilmente anche migliori di quelle esistenti oggi e sicuramente notevolmente più sicure di quelle giapponesi e di quelle dell’ex Unione Sovietica (lo sono già quelli attuali che realizzano Francia e USA e altri Paesi Europei).

In ogni caso il fatto che Germania e Svizzera scelgano di abbandonare lentamente il Nucleare fa meditare. Probabilmente una centrale con elevati sistemi di sicurezza porta ad avere un aumento dei costi tale da non rendere più cosi conveniente questa scelta, anche se – la domanda resta aperta – con cosa sostituiremo le grandi centrali a combustibile fossile?

In ogni caso, ho trovato interessanti questi due articoli usciti su La Stampa:

http://www3.lastampa.it/domande-risposte/articolo/lstp/393284/

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/404623/

Buona lettura!

Andrea

Watchmen: tanto rumore per poco

Riprendo i post della sezione Recensioni FILM con un giudizio sul tanto reclamizzato Watchmen, film di animazione che vede protagonista una banda di super-eroi in declino ma a cui sono affidate le sorti del mondo.

il Dottor Manhattan, lunico vero super-eroe tachionico del film. Il resto della banda (foto in fondo) è formata da persone normali

Il Dottor Manhattan, l'unico vero super-eroe tachionico del film. Il resto della banda (foto in fondo) è formata da persone normali ma dal profilo psicologico decisamente più interessante.

Watchmen – 2009 – Regia di Zack Snyder – voto 6.5

 L’ambientazione è all’epoca di  Nixon con la guerra fredda tre USA e Russia (ancora…??? E Basta!) ed un fatico  l'”Orologio dell’apocalisse” regolato a mezzanotte meno cinque. Chi può salvare il mondo dal collasso atomico generale?

Ovvio, un manipolo di Supereroi (fin qui tutto banale e nessuna novità). L’innovazione sta nel fatto che di questi super-eroi, uno solo ha veramente dei super poteri. Gli altri han sì tanto coraggio e son bravi a far pugni…ma mostrano anche di essere profondamente umani. In questo sta la novità del film che altrimenti sarebbe una ri-edizione dei Fantastici 4 piuttosto che dell’ultimo insuperabile Batman, il Cavaliere Oscuro (si veda qui il giudizio del sottoscritto).

Il film ha una durata eccessiva, e molte scene sono molto più lente di un normale film di azione. A tratti si respira quasi un’ambientazione noir, data soprattutto dall’agire misterioso, quasi da detective, del personaggio-bandito-supereroe Rorschach, l’io narrante di quasi tutta la storia. Non mancano le scene crude e pure quelle di sesso (ma erano davvero necessarie? In ogni caso hanno il loro perché e ora cercherò di spiegare la mia lettura del film), la linearità della storia ne viene spesso a soffrire un po’ e, come usa nei moderni film spezzettati cronologicamente (si veda ad esempio Tredici Variazioni sul Tema, piuttosto che Magnolia o altri), sta allo spettatore attento non perdersi nulla e alla fine ricostruire, come un bravo detective, l’ordine esatto dei tasselli per comprendere il significato profondo di ogni cosa. Insomma, è probabile che ad una seconda visione del film si possano cogliere molti più particolari ed elementi interessanti.

Il tema stesso del tempo risulta centrale, a causa dell’unico vero supereroe, il Dottor Manhattan, nato da un esperimento sui tachioni, quelle che i Fisici (o meglio gli amanti di Fantascienza) hanno nominato come le particelle in grado di viaggiare nel tempo…

Ma più che questi aspetti folcloristici che renderebbero di per sé il film insufficiente, interessante è il profilo psicologico e l’intreccio di vita di ogni singolo membro della banda.  Watchmen significa “Guardiani” (letteralmente uomini che scrutano) e si viene a capire che oltre ad essere guardiani dell’umanità, sono innanzitutto guardiani e reciproci e scrutatori del loro essere più profondo: un intreccio di intrighi, vicende amorose, vendette personali, istinti omicidi (con scene anche alla Hannibal o da infanzia travagliata) che si intrecciano invece al senso di giustizia e di tensione al bene che è tipico di chi si sente supereroe. Ad  passato spesso travagliato si aggiunge un presente costernato di scelte difficili ma profondamente differenti tra i vari supereroi (chivuole rimanere nel segreto, chi rivela la sua identità, chi rimane nell’ombra, chi vuole esere uomo di successo…) che nel corso della storia si ritrovano così ora uniti ora divisi in virtù di queste scelte compiute… Una caratterizzazione insomma molto sottile e intrigante che rende in questo senso Watchmen accattivante e dal giudizio complessivo più che sufficiente. Anche se certo non al livello del clamore mediato avuto, né di altri film di questo genere.

Andrea Macco

Quel che Obama non dice sul Nucleare

Lettori affezionati mi domandano perché non abbia più scritto nulla sul Nucleare. Risposta semplice: perché non ci sono in continuazione novità e non posso martellare sempre sugli stessi concetti. In ogni caso se cliccate sulla categoria NUCLEARE – Energia & Centrali potete rileggervi gli interventi sul tema che vi siete magari persi: restano sempre validi!

Lo spunto per riprendere l’argomento me lo offre un’intervista sul Secolo XIX di ieri (11 novembre 2008) di Luigi leone all’ing. Maurizio Cumo (Presidente della Sogin nonché presidente della European Atomic Energy Society). Non emerge nulla di nuovo, Cumo ovviamente ribadisce la necessità del ritorno al Nucleare anche in Italia per far fronte alla crisi energetica e ai costi troppo elevati dell’energia nel nostro Paese.

Estraggo e commento due risposte dall’intervista:

1) Gli italiani sono ora più favorevoli all’energia atomica, ma non vogliono avere centrali sotto casa.

“E pensare che le mura domestiche sono spesso più pericolose di una moderna centrale atomica…”

Spiegare il perché? Dare qualche cifra sulle probabilità? Si sa che gli incidenti domestici hanno una probabilità elevata, forse anche più alta (ma potrei sbagliare) di quelli sul lavoro o di quelli stradali se si escludono le ore notturne. Insomma, lo slogan mi sembra possa essere applicato un po’ a tutto, per la sicurezza di una centrale mi aspetto qualcosa di più, come ad esempio quel che mi aveva detto l’ing. Adinolfi quando lo intervistai, ovvero che “Attualmente il target di sicurezza richiesto è che il danneggiamento al nocciolo del reattore (il più grave dei danni possibili ad un reattore, n.d.r.) sia inferiore ad un evento ogni 100 mila anni. L’AP 1000 da noi realizzato è stato progettato con una soglia ancora più bassa: 1 evento ogni milione di anni”

 

2) C’e’ chi ritiene che Barack Obama possa modificare radicalmente la linea degli Usa in materia energetica, nucleare compreso.

“Io credo che il nuovo Presidente degli Stati Uniti attuerà politiche che non curino la salute economica del suo Paese, assecondando mode intellettuali che percorrono il pianeta. Ma molto dipenderà anche da chi sceglierà come collaboratori.

Anche sul nucleare?

Ovvio. Però consideri che gli Usa lo avevano rilanciato anticipando la bolla petrolifera, studiando una licenza combinata per la costruzione e l’esercizio delle centrali e riconoscendo dei contributi alle prime società che fossero state pronte a realizzare gli impianti. Questa e’ la tendenza. Dunque sebbene l’elezione di Obama possa costituire un forte rinnovamento, non lo sarà al punto da danneggiare gli interessi americani”

La penso anche io cosi e francamente non capisco proprio come si possa pensare che ad Obama possa anche solo sfiorare l’idea di fare marcia indietro sul Nucleare statunitense. Il fatto che Obama non sia un nuclearista tout cur e che non abbia inserito nel suo programma la realizzazione di 50 nuove centrali non significa fargli dire che il Nucleare sparirà. Al massimo farà costruire qualche centrale in meno, ma volete che un gigante come la Westinghouse, fiore all’occhiello della tecnologia statunitense nel settore, faccia la fine delle industrie italiane post referendum? Veramente c’e’ qualcuno che pensa tutto questo, che pensa ad Obama come al Pecoraro Scanio statunitense?!? Si?!? E’ davvero segno allora che siamo in Italia e che ancora abbiamo capito poco di Nucleare e del problema energetico.

Andrea Macco