«Il sorriso è una cosa sacra»

Piccolo granello di sabbia tratto da uno degli ultimi libri del Cardinale C. M. Martini: “Le ali della libertà“. Verso la fine troviamo questo passaggio:

“Il sorriso è una cosa sacra.
È un grande dono ricevere un sorriso vero, gratuito, dove non c’è calcolo, né seduzione.
Il sorriso è una delle più grandi qualità dell’essere umano,
che ci fa pregustare qualcosa dell’eternità, del sorriso dei santi e di Dio”

Credo che  tutti, nel vivere quotidiano, sperimentiamo la bellezza e il beneficio di un sorriso che esprime ospitalità del cuore e sincera amicizia. Forse dovremmo essere più consapevoli del valore del sorriso e della gioia che scaturiscono da un cuore radicato nell’amicizia con Dio.

È stato detto che il sorriso è la più breve distanza tra le persone. Forse è vero! Se pensiamo al contrario: l’indifferenza, la freddezza, l’atteggiamento imbronciato… creano una triste distanza nei rapporti.

Infine il pensiero di Baden Powell con due piccole frasi che sono due perle da custodire:

“Un sorriso fa fare molta più strada di un brontolio”.

“Il sorriso è una chiave che apre molti cuori”.

Con un sorriso, buona giornata!

Andrea

Un aforisma di Frate indovino

 Mi arriva come ogni anno il Calendario del 2010 di Frate Indovino. In casa mia c’è spazio almeno per tre/quattro calendari differenti: ovviamente quello Scout, segue quello delle farmacie utilissimo per sapere quelle di turno; c’è poi quello che ti regala la banca, generalmente abbastanza brutto, non lo nego, ma ha molto spazio bianco per scriverci gli appuntamenti. Quest’anno mi avevano regalato quello su S. Paolo in occasione dell’anno paolino, due anni fa ne avevo uno con i disegni di Leonardo da Vinci che ho ancora conservato.  Mia nonna tiene quello in genovese, mentre a me non dispiace quello di Frate indovino, sempre ricco di massime, motti, aforismi, curiosità. Insomma quei granelli di sabbia che possono dare sapore ad una giornata e che su questo blog trovano un posto speciale.

Sul calendario del 2010 butto l’occhio sul riquadro “Confidenze”. Sintetica raccolta di aforismi. Mi soffermo su questo. Sembra cada a fagiolo con recenti post qui proposti. Che ne dite?

 Ho trovato l’ottava opera di misericordia: rallegrare le persone tristi.

Per chi crede che qualcosa non funzioni nel nostro Natale

Natale è un periodo che può essere il più tremendo dell’anno. Come dice l’amico Paolo Curtaz, può trasformasi in un giorno (o in più giorni) di estrema sofferenza, per tutto ciò che il Natale rievoca alla memoria. La pubblicità, la televisione, gli slogan di famigliole felici alla “Mulino Bianco” sono un pugno nello stomaco per chi non vive in una situazione idealizzata come quella, appunto, della allegra famigliola “Mulino Bianco”.  Con tutto il rispetto per chi fa, come mestiere, il pubblicitario.
Chi infatti non fa il suo mestiere siamo noi. Noi Cristiani. Se Cristo è venuto per i poveri della terra, per gli afflitti, per chi vive in una situazione non di armonia, con il preciso scopo di portare un messaggio di Speranza, ebbene allora come minimo c’è un forte problema di comunicazione! Cristo porta speranza e tanti vivono il Natale come disperazione, Cristo porta sollievo e tanti vedono il Natale come affanno?!?
Non voglio fare prediche, perché il primo della lista che tante volte fa poco il suo mestiere di Cristiano sono io. Chiamo allora in aiuto, per chi passa su questo blog, gli amici Gibì e Doppiaw che tante volte, con una sola vignetta, dicono molto di più che tante parole che suonano retoriche.
Io, il Natale, lo immagino davvero con lo spirito di questa vignetta.
Andrea

Week-end al centro commerciale?!?

Cresce nei genovesi (e temo non solo in loro) l’abitudine di passare il week-end non, come si faceva un tempo, in campagna a respirare un po’ d’aria buona. Ma al centro commerciale di turno.

Ieri il sottoscritto si trovava, neppure con troppo entusiasmo, all’Ikea per alcune commissioni (e non certo perchè non sapesse come meglio trascorrere il suo tempo!); con stupore ha rinvenuto un gran numero di famiglie, con prole appresso, assiepate non solo nei vari reparti di mobili e cucine, ma pure nelle strette salette ristorante improvvisate in mezzo agli scaffali del grande centro commerciale.

“Mamma, ma perchè non andiamo al parcogiochi con la mia amichetta Elisa…?”
“Ma hanno messo anche qui i giochi, piccola mia. E poi così passiamo la giornata insieme, in questo splendido posto e… e troviamo anche qualcosa per la tua cameretta…”
“Si, ma io voglio stare fuori con Elisa, non in cameretta… E i giochi qui non sono belli, c’è troppa gente e non ci sono altri bambini che piacciono a me… Quando andiamo via?”
“Non dire così, tesoro… questo è un capriccio: qui si sta bene e si mangia pure bene!”

Voce (inascoltata) dell’innocenza. Il capriccio non era certo quello della bambina. Al più, forse, dei genitori, la cui logica continua a sfuggire al sottoscritto. Se qualche lettore o blogger si sente illuminato in merito, si faccia avanti.

Andrea