DAD: quanti problemi! Così nasce il Progetto FisicaLes

Il 2020 si sta concludendo… prof. Andrea Macco, ci dà un suo commento flash sulla famigerata “DAD”, la Didattica a Distanza…?

La Dad? Nonostante tutto, noi ci abbiamo provato e ci stiamo provando!

A fare cosa, prof?

A far andare avanti la scuola nel suo momento forse più difficile… almeno parlo da quando la frequento io che ho 38 anni… E non dico solo di “tenerla a galla”: si tenta, con le poche risorse che si hanno ma, soprattutto, con tanta buona volontà, di farla navigare in maniera efficace e un minimo costruttiva!

Manca la progettualità?

In questo momento manca senz’altro una progettualità a medio e lungo termine. A volte manca pure quella a breve termine, nel senso che si sa l’orario di una settimana e non di quella dopo… E non voglio dare la colpa a nessuno in particolare: è la realtà della maggior parte delle scuole se non di tutte quelle Superiori… In questa situazione di “navigazione a vista” dobbiamo inserire la didattica di ogni insegnante e far sì che risulti non uno spreco di tempo e risorse ma che sia comunque efficace…

Senza che gli studenti si imboschino, facciano pseudo interrogazioni, copino le verifiche e non seguano quasi più veramente le lezioni? Perché queste sono le cose che si sentono dire…

Già… tutto questo fa parte della attuale realtà scolastica, almeno di quella in Didattica a Distanza. E’ un dato di fatto. Chi lo nega ha gli occhi foderati di prosciutto oppure vive in una realtà davvero fortunata.

Quindi la Didattica a Distanza è un fallimento?

In parte lo è. Specie se ci si ostina a voler adattare il modo di fare scuola in presenza con quello a distanza. Occorre un cambio di prospettiva, di passo, di organizzazione … mentale prima ancora che pratica.

E lei c’è riuscito prof?

Sono sincero: solo in parte. Fatico come tutti, ma non mi arrendo. Cerco nuove idee, cerco di non abbandonare gli studenti. Cerco di agganciarli comunque, in qualche modo. E per fortuna non sono il solo a farlo. Anche se… la mentalità della scuola fatta di lezioni frontali, interrogazioni, verifiche basate sulle conoscenze è molto radicata intorno a noi.

E come si fa a non valutare le conoscenze?

Semplice, si valutano abilità e, soprattutto, competenze. Si devono valutare i processi con cui gli studenti lavorano e giungono ad una risposta, non la risposta contenutistica in sé la quale – siamo sinceri – è sotto gli occhi di tutti in qualunque momento. Internet, una persona collegata dall’altra parte dello schermo, gli appunti (quando ci sono e sono stati presi!) tenuti aperti a fianco del PC. Chi nega queste cose o è un illuso o è un passo, che dico?, dieci passi indietro rispetto agli studenti. In pratica: li ha persi.

Quindi, in concreto: non ti chiedo più di dirmi la soluzione di un problema, ma di spiegarmi i passaggi che hai fatto per arrivarci. Ti faccio vedere un’equazione risolta in maniera errata da un compagno e ti chiedo di trovare il passaggio che contiene un errore. Non ti chiedo di dirmi un limite, ma di segnarlo sul grafico o di leggerlo sullo stesso. Non ti chiedo cosa dice la Legge di Coulomb ma ti faccio vedere un video con un esperimento che la richiama e ti chiedo di commentarmelo sulla base di quanto abbiamo visto insieme. E valuto la tua partecipazione, i tuoi interventi durante le video-lezioni on-line. Premio se ci sei, se intervieni e come intervieni: premio se scegli di sbagliare con la tua testa (ma la usi!) piuttosto che far giusta con quella di qualcun altro. Valuto il processo, rinuncio alle conoscenze.

Ma è più difficile così!

E chi ha detto che sarebbe stato più facile? Valutare le competenze è un processo più difficile sia per il valutatore sia per chi è valutato.

E per chi non si fa valutare e si “imbosca”?

Quello è il vero problema. Chi in DAD si perde. Ci sono due categorie: gli “sperduti” veri, che vivono reali problemi nella loro situazione familiare (il covid c’è e i parenti che perdono il lavoro, che finiscono all’ospedale o, peggio, che lasciano un adolescente a dover affrontare la vita da soli proprio ora ci sono, purtroppo, proprio nelle nostre realtà e vite…). Sperduti veri possono anche essere quegli alunni che, comunque, specie a lungo termine, non riescono a seguire a distanza, non per pigrizia o volontà debole ma perché manca loro la presenza, il contatto fisico con i compagni e con una classe, con gli spazi di un’aula, col docente che gira tra i banchi, che magari “obbliga” a tirare fuori i quaderni o che “manda alla lavagna” a svolgere un esercizio guidato, ma che così facendo dà un metodo. Oggi ancora non abbiamo un metodo per una DAD efficace. Non è presente nei nostri regolamenti, né nella prassi quotidiana, perché la prassi si costruisce con mesi e anni di esperienza sul campo, di tirocini, di confronti, di generazioni che trasmettono una all’altra le buone pratiche da mettere in campo.

Ma torno agli “imboscati”. Ci sono poi gli “sperduti” fasulli, che accampano scuse, che non ne hanno voglia, che diventano “poltronai” a cui aggiungo l’aggettivo “ignoranti”. Se uno fosse solo poltronaio ci potrebbe stare, mica tutti dobbiamo essere iper-attivi e ultra-efficicenti, no? Ma il guaio è l’ignoranza che si porta dietro: vorrei dire molti, ma dico speranzosamente alcuniAlcuni si ritroveranno diplomati senza sapere nulla e senza sapere fare nulla. Queste persone che faranno poi nella vita? Continueranno a fare i poltronai? A vivere di espedienti? Magari sì… ma magari, invece, malediranno i tempi della DAD e di tutto ciò che “avrebbero potuto imparare” e che, invece, ora noi non gli abbiamo saputo dare, ora loro hanno scelto di non apprendere.

E dunque, lei che fa con queste persone?

Soffro. Sento che mi manca una parte di classe. Non riesco a vedere se qualcuno “dorme” in classe. Fatico molte volte a capire se la classe ha davvero capito la mia lezione. Magari dialogo con 5-6 studenti che sono interessanti e che vogliono davvero capire le cose ma…tutti gli altri?!?

Soluzioni?

Ne vedo tre: 1) chiedere aiuto agli altri colleghi. Fare rete. Per quanto questo sia contro-effettuale, dal momento che anche noi insegnanti ci troviamo “isolati” dietro i PC. Manca l’incontro in sala insegnanti, nei corridoi, al cambio dell’ora. Quelle che sembravano perdite di tempo, scambi al volo, lagnanze su Tizio che ha fatto male la verifica di recupero facilissima, Caio che dopo due ore di Letteratura medievale con interrogazione annessa è bollito, non interrogarlo se puoi e Sempronio che era per tutta l’ora distratto a guardare e ridere con la compagna con cui ci prova… in realtà erano scambi preziosissimi per avere “il polso” della classe. Oggi mancano tantissimo e bisogna cercare di ritagliarsi momenti extra per averli.

2) sperare in un presto ritorno in presenza e una didattica che non proceda solo a distanza. Ci fosse una alternanza tra DiP e DAD , allora i momenti di lezione con le tecnologie sarebbero una risorsa. Trasformati in una Didattica a Distanza al 100% divengono duri, lunghi e pesanti da affrontare. Perché certe cose si possono adattare, altre addirittura in DAD possono essere migliori: l’uso di software didattici, di presentazioni, di contenuti multimediali… e pure i problemi di disciplina sono quasi azzerati… Ma a che costo? Ci sono cose che – dicevo prima – sono insostituibili. Quegli sguardi…. le lavagnate che danno un colpo d’insieme… il girare tra i banchi… il pescare chi dorme e chi è distratto…

Ha reso l’idea prof! Senza parlare della valutazione in presenza che, come diceva lei prima, è tutt’altra cosa rispetto a quella a distanza. E la terza soluzione che aveva in mente?

La terza strategia si chiama ingegno. Innovazione. Creatività. Il tirare fuori cose vecchie e cose nuove, combinarle e… sperimentare. Io li ho chiamati “progetti” ma non sono – per fortuna! – l’unico ad averli messi in campo. In rete ho trovato bellissime idee, non solo per le mie materie (anzi, nelle mie si scarseggia un po’…) con role-game, progetti multisciplinari, piattaforme on-line e social volte a catturare e coinvolgere chi si è perso, ma anche per dare nuovi stimoli, al passo con la società… insomma strategie e progetti per tutti, volenterosi e meno volenterosi.

E lei che ha fatto prof? Su, ce lo dica!

L’anno scorso fu il Progetto Fi-l-Ma…. Ricordate? [Lo abbiamo presentato QUI] Quest’anno… è il progetto FisicaLes…. Di che si tratta? Beccatevi il video di lancio e … se vi piace o vi incuriosisce l’idea (e avete un profilo Instagram) potete seguirci sulla pagina dedicata (QUI)

Grazie prof, lo faremo senz’altro! E che il 2021 sia in Presenza o ancora a Distanza, auguri a lei e ai suoi studenti con i suoi Progetti!

Progetto FisicaLes su Instagram: https://www.instagram.com/fisicales/