Triduo pasquale: tempo di silenzio

«Egli dormì perché stessimo svegli noi,
Lui che era morto perché fossimo vivi noi».
(Agostino d’Ippona – Sermo 221, 4)

In occasione del Triduo Pasquale l’Universo in Clessidra resta in silenzio. Compagni di pianerottolo e amici, credenti e non, possono lasciare nei commenti – se lo disedrano – il loro messaggio Pasquale (laico o religioso che sia) o unirsi al silenzio ora di deserto, ora di stupore, ora di sgomento, ora di gioia che accompagna questi tre giorni.

Buona Pasqua!

Andrea

Piccoli miracoli accadono. Ovvero Proposta.

Si è conclusa oggi la 4 giorni di Proposta. Una esperienza che la diocesi di Genova propone a giovani “cercatori di Dio” (età che varia tra i 18-40) o persone che voglion vedere qualcosa di più nella loro vita… Proposta è una proposta e… di essa non si può raccontare molto. Vige un segreto che non mi è dato di rivelare qui.

Ma da persona che ha fatto parte dell’equipe di annuncio e che non aveva mai partecipato a questa esperienza, torno a casa con uno zaino più ricco di quando sono uscito. Soprattutto colmo di stupore per quanto può fare Dio.
Uno dei ragazzi della mia cordata ha oggi detto davanti a tutti: “Voi ci avete fatto una proposta. In realtà ci avete fatto un dono: la capacità di vedere!”

Dio dona occhi nuovi. Quando si mette in moto la preghiera, più nulla è impossibile.

Dedico questo post e questa esperienza a chi è lontano, a chi è in ricerca, a chi non si interessa di Dio, a chi non l’ha ancora conosciuto. Dio vuole incontrare ogni persona. Prego affinché questo incontro possa avvenire, perché una scintilla di luce tocchi il cuore di ognuna di queste persone.

E per chi c’era in questi giorni: Non ci ardeva forse il cuore…? :-)

Andrea (Palabra)

27 anni dello scrivente

Si chiude oggi il ventisettesimo anno di vita dello scrivente, inizia, sempre per tale scrivente, il ventottesimo anno. Si dice compiere, si pensa che significhi un inizio, ma in realtà significa chiudere un anno, archiviare, per partire con uno nuovo.

L’anno di vita si chiude, per suddetto scrivente, nel segno del Toro e sotto l’influsso di qualche pianeta ora benigno ora maligno. Carattere forte, carattere debole, carattere che è proprio il tuo carattere: dicono che nelle stelle ci sia scritto tutto questo. Io ho sfidato numerosi astrologi a predire il mio futuro, nessuno c’è riuscito e ancora una volta penso che gli unici in grado di farlo con una buona approssimazione, a meno di qualche variabile trascurabile, siano tutto sommato i Fisici. Per questo lo scrivente ha scelto di essere uno di loro. E ha iniziato da due settimane a dedicarsi all’insegnamento di tale disciplina che fonda le sue radici agli albori della Storia dell’umanità, quando un antenato dello scrivente stesso iniziò a interrogarsi sul come e sul perché delle cose che lo circondano.

In una parola a muoverlo era la curiosità. E’ la curiosità che desta lo stupore. Insieme mettono in moto la grandiosità e la grandezza che sono contenute nella mente dell’uomo.

Giochiamo solo con qualche conchiglia in riva alla spiaggia mentre uno sconfinato oceano ci sta innanzi, ma intanto giochiamo, e con quelle pietruzze costruiamo qualcosa di piccolo, ma importante. Lo costruiamo non perché astri benevoli ce l’hanno permesso, ma perché tanti e tanti di quelli che fanno parte della razza dello scrivente, la razza dell’homo sapiens sapiens, hanno saputo usare al meglio le proprie capacità e compiere delle scelte che si sono dimostrate vincenti. A volte perché tali idee venissero comprese e si affermassero sono necessitati anni, se non secoli. Ma la verità prima o poi trionfa e non rimane nascosta.

Per questo allo scrivente piace definirsi un cercatore di verità.

E la verità più grande che tale scrivente ha scoperto in questi 27 anni trascorsi è forse proprio questa, che non sono le nostre capacità, ma le nostre scelte ciò che ci fanno fare la differenza. La differenza nel bene è data da una scelta che lo scrivente ama descrivere come un vettore: ha origine in se stessi, ha orientamento e direzione verso il mondo. La sua intensità è pari a quella dell’Amore messo in gioco. Perché l’amore non è una capacità, ma è una scelta.

Così la pensa lo scrivente, così ringrazia tutti quelli che gli son vicini, tutti quelli che lui sceglie e che essi scelgono nell’amicizia, nell’affetto, nell’amore.

Andrea

 

“Tutto quello che ho imparato nella vita non è stato scalare le più ardite montagne. Ma è stato camminare a fianco di compagni che mi hanno permesso di scalare le più ardite montagne.

E ho imparato a rinunciare a tutto, anche a quelli che più amo. Mi limito solo a desiderare di camminarci insieme…

(Reinhold Messner)

Voglia di stupore

La più sublime, la più nobile tra le Fisiche scienze ella è senza dubbio l’Astronomia. L’uomo s’innalza per mezzo di essa come al di sopra di sé medesimo, e giunge a capire la causa dei fenomeni più straordinari.
(Giacomo Leopardi)

 

Mi hanno chiesto di parlare di Astronomia e Astrofisica  in un Liceo, al Seminario Maggiore, ed anche in un Caffè culturale. Mi hanno chiesto di scrivere qualche articolo in piu’ su questi temi nell’Anno dedicato all’Astronomia.

Mi chiedono di parlare, di scrivere su quello che è la mia naturale vocazione. Mi chiedono di compiere la mia chiamata. Sarebbe cosi bello potere dire si’. Ora e per sempre, come le stelle e i fenomeni dell’universo, immortali nel continuare a riprodursi, immortali nel generare stupore nell’animo umano.

Andrea Macco

Anno Internazionale dell’Astronomia: si parte

Pubblico il Comunicato Ufficiale dell’INAF (Istituto Nazionale di AstroFisica).

Durante il corso di questo 2009 dedicherò su questo blog vari post, approfondimenti e discussioni, per compiere con i miei 25 (e più) lettori un cammino che sia marcato  da quella che ritengo una delle  peculiarità più caratterizzanti il mondo dell’Astronomia e dell’Astrofisica: lo STUPORE.

Buon Anno dell’Astronomia a tutti!

Andrea Macco

 

Sono trascorsi 400 anni da quando Galileo, osservando per la prima volta il cielo con un cannocchiale, lo rese più vicino a noi di quanto non fosse stato mai. Ed è proprio quel suo gesto di scoperta, di avvicinamento, di coinvolgimento in prima persona ad animare le iniziative e lo spirito dell’Anno internazionale dell’Astronomia, la cui inaugurazione ufficiale avverrà a Parigi domani 15 gennaio 2009. «L’Universo, a te scoprirlo»: questo l’invito del comitato organizzatore che risuonerà in ben 135 Paesi nei prossimi 12 mesi, proponendo a tutto il pubblico innumerevoli occasioni per avvicinarsi alla conoscenza del cosmo.

Ma cosa ci riserverà l’Astronomia in questo 2009 che la celebra, e negli anni a venire? «Sicuramente molte sorprese, così come ha sempre fatto», afferma Tommaso Maccacaro, presidente dell’INAF. «Una su tutte sarebbe dirompente: la prima immagine d’un pianeta simile alla Terra, situato nella cosiddetta fascia abitabile della sua stella, che mostri quelle caratteristiche che pensiamo siano adatte allo sviluppo della vita. Questo, in attesa di scoprire nella nostra Galassia, o in altre lontane, “prove” dell’esistenza, anche passata, di forme di vita intelligente. Una scoperta del genere, come le osservazioni di Galileo di 400 anni fa, avrebbe un profondo impatto scientifico e culturale e ci porterebbe a riconsiderare, ancora una volta, il ruolo dell’Uomo nell’Universo».

Per l’Italia, il coordinamento dell’Anno internazionale dell’Astronomia è affidato all’INAF, che raccoglie sul sito www.astronomy2009.it le numerose iniziative in programma. Iniziative proposte e organizzate, oltre che dallo stesso INAF, dalle Associazioni di Astrofili, dai Planetari, dalle Università, dagli Enti locali e da tanti altri soggetti. Nel sito sono già presenti molte diecine di eventi, attività, conferenze previste in tutt’Italia nell’immediato futuro, ma senz’altro il numero è destinato ad aumentare di molto man mano che ci addentreremo nel 2009. Le prime due attività targate INAF in calendario avranno inizio già domani: la partecipazione, con il radiotelescopio di Medicina (BO), alla «maratona osservativa» della rete globale VLBI e il lancio del blog «Professione Astronoma».

La maratona VLBI, che avrà inizio domani 15 gennaio e una durata di circa 32 ore, consiste in un’osservazione sincronizzata di tre quasar (J0204+1514, 0234+285 e 3C395) tramite 17 fra i più grandi e importanti radiotelescopi del mondo, sparsi fra Asia, Australia, Europa, Nord America e Sud America. Un’iniziativa di grande valore simbolico, considerando che nel 2009 ricorre anche il centenario del Nobel a Guglielmo Marconi, ma anche una sfida sul piano scientifico e tecnologico. Usando una tecnica astronomica chiamata E-VLBI (Electronic Very Long Baseline Interferometry), infatti, i radiotelescopi osserveranno le stesse sorgenti simultaneamente, comportandosi come un’unica gigantesca parabola estesa per migliaia di chilometri. E verranno prodotte in tempo reale immagini che avranno un livello di dettaglio 100 volte superiore a quello dei migliori telescopi ottici esistenti. «L’Italia parteciperà all’osservazione con il radiotelescopio di Medicina, vicino a Bologna», spiega Luigina Feretti, direttore dell’Istituto di Radioastronomia dell’INAF, «che grazie al collegamento in fibra ottica fino a 1Gbit/sec ha le carte in regola per prendere parte a questo importante esperimento».

«Professione astronoma», declinazione italiana del progetto internazionale She Is An Astronomer, volto a promuovere le pari opportunità nell’astronomia, partirà con un blog sull’astronomia tutto al femminile, per suscitare l’interesse verso questa professione meravigliosa attraverso il contributo e il contatto con astronome contemporanee. A partire dalle ricercatrici che vi scrivono, coordinate da Ginevra Trinchieri dell’INAF-Osservatorio astronomico di Brera, che si augura di «coinvolgere quante più astronome, e future astronome, possibile». Un’anticipazione sul primo post? «La mia personalissima visione dell’avventura che ci attende» dice Trinchieri. Nel corso dell’anno, «Professione Astronoma» si arricchirà anche di un’iniziativa legata a studi e valutazioni statistiche sulla realtà professionale della donna astronoma di oggi. Tutto su www.professioneastronoma.it a partire dal 15 gennaio.

Genova goduta

L’abitudine rovina gli occhi. E non solo. Anche l’appetito e pure l’umore. Un po’ come il caldo e l’umidità che si appiccica alla pelle.

Ma avete mai provato ad indossare ogni tanto occhiali diversi, che ne so, colorati, e a guardare chi vi sta davanti in maniera diversa dal solito? Di solito tutto ci appare buffo, bizzarro… eppure!

Chi ha visto l’attimo fuggente, certamente ricorderà la scena in cui il professore “rivoluzionario” (quello che diverrà Capitano, mio Capitano”) invita gli alunni a salire in piedi sulla cattedra. E da lì vedere la classe con una differente prospettiva.

A volte guardare le cose da altre angolazioni fa bene. Riaccende in noi il fuoco dello stupore. O se non vi piace chiamarlo così, dite allora entusiasmo, o un po’ di sano incanto, o quel qualcosa che ti fa nascere dal cuore, dal profondo, un grazie. Che non sai a chi rivolgere, ma hai voglia di tirare fuori.

 

Genova, Superba, da Spianata Castelletto - Foto Andrea MaccoTutto questo a me è capitato in queste ultime settimane girando per Genova. Ero sempre fermo col telefonino a scattare foto. Al Righi, al Porto Antico, nei caruggi… Un giorno addirittura mi son portato appresso la macchina fotografica, ero a mostrar Genova ad un amico venuto da Parma. Sono certo di aver fatto alla fine più foto io di lui, tanto mi sembrava bella e pittoresca Genova.

Luci al crepuscolo al Porto Antico... - Foto di Andrea MaccoOgni tanto quando penso che il mio futuro potrebbe essere lontano da qui mi viene già la nostalgia, anche se poi penso subito alle tante cose di Genova che mi fanno arrabbiare, le amministrazioni che gareggiano nel fare del loro peggio (a volte l’impressione è proprio quella!), la gente che ti guarda un po’ distante, pronta ad attaccare un bel mugugno, maniman…! La Metropolitana che avanza a passo di lumaca, le belle mostre di Palazzo Ducale estinte negli ultimi anni come i dinosauri del museo impolverato di Storia Naturale, tanta fatica per chi voglia proporre un po’ di Cultura e un po’ di Scienza, tanto che alla fine i più volenterosi gettano la spugna: “E chi me lo fa fare?”

No! Oggi non voglio fare anche io il genovese, che si lamenta per ciò che non ha e non sa apprezzare ciò che invece ha (e spesso è pure tanto!).

Genova incantata - Al tramonto dai Piani di Fregoso - Foto di Andrea MaccoCammino per la mia Genova, me la voglio godere e mi lascio godere da lei, mi faccio accarezzare dalla brezza salmastra di mare o dalla tramontana impetuosa, in mezzo a mille e mille sapori. Ne ascolto i suoni, i sussulti, i palpiti, dalle onde del mare ai boschi del Righi… il vociare sommesso dei quartieri, lo strombazzare delle strade trafficate, il respiro leggero dei parchi cittadini, i proclami del venditore di turno. C’è il povero che mendica, c’è la guida che porta a spasso i turist from lontano, c’è la chiassata della gente che esce di chiesa, c’è il rumore croccante della focaccia appena sfornata… C’è un mondo, perché Genova, come recita un’insegna sotto Porta Soprana, è un piccolo mondo… Genova non è una definizione, o una parola, o una sola immagine. Genova insomma, per dirla con Maggiani,

“non è mai una cosa sola. Ma sempre due cose assieme, o tre, o quattro. Sempre, in ogni suo luogo, circostanza e anima.”

 Andrea Macco