Coerenza

Piccolo spunto tratto da una rivista che mi è capitata sotto mano in treno. Credo che sull’argomento OGGI più che mai ci sarebbe molto da dire, anche se è pur vero che è una tematica che attraversa tutta la storia e tocca la storia di ogni uomo.

Buona lettura!

“Alessandro Magno incontrò alcuni macedoni che trasportavano in otri, a dorso di mulo, acqua che avevano attinto a un fiume. Vedendo Alessandro provato dalla sete di mezzogiorno riempirono velocemente  un elmo e glielo porsero … Egli prese l’elmo nelle sue mani ma, guardando attorno a lui, vide che la sua cavalleria dirigeva lo sguardo bramoso sulla bevanda . Allora la rese senza aver bevuto e, ringraziando disse a chi l’aveva offerta: “Se bevo solo io, questi uomini perderanno coraggio”.

(PLUTARCO, Vita di Alessandro)

Bus atei, cuori assetati di assoluto

Riprendo il post dello scorso 13 gennaio, uno di quelli che maggiormente ha stuzzicato i miei 25 cari lettori, dando vita ad un dibattito interessante.

L’argomento, l’avrete capito, e’ nuovamente quello dello spot degli autobus atei. Ecco quya la foto dei primi bus che sono circolati in questi giorni:

Notizia Ansa di riferimento:Dopo le polemiche delle settimane scorse ed il cambio di slogan, l’ateobus è partito a Genova sulla linea 36 attraversando il cuore della città fino alla centrale via Venti Settembre e a piazza De Ferrari, dove è stato allestito un infopoint dell’Unione degli atei, agnostici e razionalisti (Uaar) per spiegare il senso della campagna. Sulle fiancate del bus dell’Amt si legge il messaggio: “La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione”. Il primo slogan infatti – “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno” era stato bocciato dalla concessionaria degli spazi pubblicitari Igp Decaux perché ritenuto contrario al Codice di autodisciplina pubblicitaria in quanto “lesivo delle convinzioni religiose delle persone”.

 

 Che girino pure i bus atei, finché ad essere atei sono solo degli oggetti inanimati… E’ il cuore delle persone ciò che conta. E la sete di verità, di Dio e di assoluto che c’e in ognuno può essere solo distratta, mai eliminata. Se crescono gli atei, crescono le persone che vivono di altri idoli o dei loro dei. Crescono le persone infelici, con un cuore che non sarà mai veramente appagato. Persone talvolta pure con un odio nascosto nel cuore o una rabbia, tanto che sentono di dover gridare la loro convinzione: Dio non c’e’! E se siamo in tanti a dirlo e a sentirlo e a pensarlo allora deve essere vero! Dio non c’e’!  Magari alzano con ciò il vessillo della libertà di espressione, ma quando un uomo di Fede parla (se ministro della Fede non ne parliamo) si stracciano le vesti gridando ad ingerenze, a presunzione, a imposizione di valori…! E fan di tutto per togliergli la parola, ma, per la carità, nel massimo rispetto della libertà di espressione. Non sia mai.

 

Chiudo queste semplici considerazioni (constatazioni le definirei) con un’ultima nota di cronaca: la linea 36 e’ una delle più usate dagli studenti in quanto tocca diversi licei della città… Un caso che sia stata scelta proprio quella per gli spot dei bus atei?!?

Fede in granelli

Per fortuna non ci sono solo i don Farinella (vedi post del 24 giugno) i parroci “amministratori” di parrocchie con celebrazioni cronometrate e preconfezionate o le alte gerarchie ecclesiastiche che rischiano di fare apparire le celebrazioni solo come “forma” che fa perdere di vista la sostanza. Esistono anche le realtà più belle, più genuine, più familiari della Chiesa. Chiesa come popolo di Dio, come cercatori di Dio.
Luce della Fede. Filtra dalle finestre dell\'anima, ma va cercata. Anche se non sempre lo ammettiamo, siamo assetati di verità e di quelle parole che riempiano le nostre anime inquiete.  Molti sacerdoti parlano parlano ma scuotono solo l’aria con la propria personalità… altri non parlano neppure e sperano che la Parola di Dio torni indietro come l’eco di montagna…  Restano in pochi a vangare la terra del terreno dell’anima perché il seme gettato da Dio possa essere meglio accolto. Resta raro, ma non impossibile da trovare, il sacerdote che diventi voce dello Spirito e  ci faccia esclamare: “Non ci ardeva forse il cuore in petto mentre Egli (lo Spirito), lungo la via, ci spiegava le scritture?”

 

Oggi ho avuto la fortuna di riscoprire una bella comunità che celebra una messa vera, autentica, familiare. Per una volta non a Cuneo dove – gli amici lo sanno – la comunità di Padre Andrea Gasparino ti fa sempre riscoprire la bellezza del pregare e la voglia di sognare al ritmo di Dio.

Questa volta mi è bastato andare all’Eucarestia delle 11 al Santuario della Madonna del Monte dei francescani di Genova. Nemmeno so il nome del frate che ha celebrato, ma ero così contento che mi sembra bello condividere questi granelli di fede, spunti di vita…

Andrea, cercatore di Dio

 

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». (Mt 11,25-30)

   Nulla dell’Altissimo può essere conosciuto se non attraverso l’infinitamente piccolo, attraverso questo Dio ad altezza di bambino, questo Dio raso terra dei primi ruzzoloni, il naso nell’erba…

 

 

   Dio e’ onnipotetente, eppure si fa umile. La sua è una scelta: decide di convertirsi all’umiltà. Decide di convertirsi al fascino della piccolezza.

 

 

    MITEZZA è lasciare che l’altro sia quello che è.

 

 

    UMILTA’ è la giusta considerazione di sé che si apre a fare spazio all’altro.

 

 

    Affaticati: coloro che sono gravati dalle preoccupazioni per le molte cose; oppressi: coloro che stanno per cedere di fronte alla difficoltà che la fede incontra e si sentono perciò schiacciati. Proprio  a costoro è rivolta la chiamata.

 

 

    I misteri del Regno… che saranno mai? Una bella puntata di Enigma ce lo rivelerà? No, i misteri del regno sono quelli colti dalle persone umili, dai semplici, dai piccoli, dagli sconfitti della storia, perché cogliere i misteri del Regno è cogliere la bellezza della vita nelle piccole cose e laddove essa sembra mostrare solo deformazioni e pesi.

 

 

   C’è una rivelazione continua di Dio da scorgere e da riconoscere in tanti gesti che a noi portano il carattere dell’assurdo. Ai piccoli e ai poveri accade di riconoscerla.

 un piccolo fiore come un cercatore di Dio...