Sarmel e Dio – sesto (ed ultimo) quadro

Sarmel, pur di continuare a parlare
di Dio e della follia di chi affermò ch’era venuto tra noi
di quella favola sempre più pazza e più bella,
inaspettatamente dichiarò che un solo filo d’erba
è di per sé un gran miracolo
e, pur restando ateo,
riprese a litigare, ma con i bestemmiatori
e tutti gli atei del mondo.

Litigò come fosse un vero credente
di quelli che dicono la Fede è un dono,
è come una vista o un udito particolare.
I numeri immaginari sono Dio per quelli reali
che non possono concepirli.
Il suono è Dio per i sordi
e la luce lo è per i ciechi.
Si convinse che la pazza certezza di tanti,
la cieca fede con cui parlavano di Luce
un piccolissimo germe di dubbio, inconfessato,
nel più profondo gli aveva inculcato
sulle capacità della nostra mente.
E Sarmel, che aveva spento la fede in tanti,
prese, lui senza Fede, a riaccenderla in tanti.

Lui, che spaziava dall’infinito al gluone,
la Fede, diceva, fa riascoltare la mamma che canta
una musica nota che placa.
E scoprì che cantare è pregare due volte
e pregare è cantare due volte.
Pregare, cantare, pregare anche senza motivo
per riavere quel caldo insensato di dentro.
Quel caldo insensato che alla Vita dà senso.

Sarmel, ateo-cristiano

 (Tratto da: Sarmel e Dio in 6 Quadri – Di P. Diodati, musicato da F. Sulpizi)

 

Sarmel e Dio – quinto quadro

Lui che spaziava dalla galassia al gluone,
ora, senza più discussione,
provava una grande insoddisfazione.
Era come svuotato, senza più speranza
di trovare infine chi, con qualche ragionamento strano,
gli potesse insinuare una qualche speranza.
Si accorse d’essere oppresso da una crescente confusione,
con una sola certezza.
Noi, diceva, la materia che vede se stessa,
raminghi e disperati figli delle tenebre.
Un attimo di luce in un universo senza senso.
 

Sarmel allora pensò, guardando un sasso,
che una pietra sta all’uomo,
come l’uomo sta… a Dio
e se dalle pietre è nato l’uomo,
dall’uomo può nascere Dio.
E perché poi questo Dio

non può far nascere l’uomo dal fango?

 Dio non è nostro padre,
Dio è un nostro figliolo
Dio è la favola bella,
di quando l’uomo era bambino…

(Tratto da: Sarmel e Dio in 6 Quadri – Di P. Diodati, musicato da F. Sulpizi)

Sarmel e Dio – quarto quadro

S’accorse d’aver sempre cercato
i credenti, che aveva poi insultato,
perché voleva continuare a parlare
di Dio.
Ma ora non trovava più nemmeno un prete,
o un seguace di Allah,
con cui litigare.
Non c’erano più preti o credenti
da sbeffeggiare.

Ora che tutti s’erano accorti
che tutti gli dei eran morti,
Sarmel s’accorse di provare fastidio
per chi imprecava contro l’ultimo Dio…
E prese a difendere il Morto,
con un pensiero fisso:
salvare il Crocifisso,
dal continuo linciaggio
del peggiore linguaggio.

Dio non è nostro padre,
Dio è un nostro figliolo
e se il Figliolo è morto,
lo si bestemmia a torto.
Dio era la favola bella,
adesso non c’è più neanche quella…

(Tratto da: Sarmel e Dio in 6 Quadri – Di P. Diodati, musicato da F. Sulpizi)

Sarmel e Dio – terzo quadro

Ma quando l’ultimo prete avvilito,
deriso, impaurito
cessò di parlare di Dio
e fu perso di vista,
a Sarmel accadde una cosa strana e imprevista:
s’accorse di provar nostalgia
del gran parlare di Dio,
di chi credeva alla vecchia bugia.
Sarmel voleva restar miscredente
ma avendo accanto almeno un credente.

Dio non è nostro padre,
Dio è un nostro figliolo
Dio è la favola bella,
di quando l’uomo era bambino…

(Tratto da: Sarmel e Dio in 6 Quadri – Di P. Diodati, musicato da F. Sulpizi)

Sarmel e Dio – secondo quadro

E Sarmel creò l’associazione
dei senza Dio,
razionalisti, eminenti profeti di scienza
spiegavan con fatti concreti
che la vita è una specie di muffa
che attacca alcuni pianeti
e svanisce nel nulla, come un anello di fumo
o una nuvola in cielo…

Dio fu dichiarato morto…
rimase nel solo linguaggio,
soggetto al continuo linciaggio
delle più violente bestemmie…

(Tratto da: Sarmel e Dio in 6 Quadri – Di P. Diodati, musicato da F. Sulpizi)

Sarmel e Dio – primo quadro

sparito musicale

Quando viveva in un mondo lontano
Sarmel aveva d’intorno
tanti amici e parenti
tutti quanti credenti,
che vedevano Dio… quasi ogni giorno…
E Sarmel spiegava continuamente:
vedete i miraggi della vostra mente,
del vostro cuore ch’è troppo solo…
Dio non è nostro padre,
Dio è un nostro figliolo
Dio è la favola bella,
di quando l’uomo era bambino…

 
Tratto da: Sarmel e Dio in 6 Quadri – Di P. Diodati, musicato da F. Sulpizi

L’opera (musica da camera con accompagnamento strumentale, vocale e parti recitate) ha visto la sua prima assoluta domenica scorsa, 25 Luglio 2010, a Perugia in occasione del Convegno “Scienza e Arte” di cui abbiamo dato notizia su questo blog.