Il cuore e altro per la Patria. La testimonianza di “nonno Santo”

E’ stato pubblicato sul Corriere della Sera un articolo di Giorgio Dagnino, zio, fratello di mia madre, che nella sua semplicità costituisce un ricordo storico pieno di pathos e sentimento.

Ritengo bello riprendere anche qui l’articolo, e non solo per ragioni personali legate alla storia di chi mi ha trasmesso il dono della vita, ma proprio come testimonianza di valori (come il senso della Patria  e dell’onore, del dovere e della famiglia) del che oggi, troppe volte, sembrano essere andati perduti.

Andrea Macco

Dall’incubo russo a Buchenwald L’orgoglio di un “classe ‘17”

Santo Dagnino non volle la pensione di guerra. Ripeteva: “Ho fatto solo il mio dovere”. Il ricordo del figlio Giorgio

Mio papà, Santo Dagnino, un classe ’17, reduce di Russia, si definiva socialista e mai lo sentii dire anti-fascista. Andava orgoglioso del suo “obbedisco” alla chiamata dell’Italia a compiere il suo dovere e del suo “no” a Mussolini e alla dittatura dopo l’8 settembre. Mio padre è sempre e comunque stato un “anti-guerra”.
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Watchmen: tanto rumore per poco

Riprendo i post della sezione Recensioni FILM con un giudizio sul tanto reclamizzato Watchmen, film di animazione che vede protagonista una banda di super-eroi in declino ma a cui sono affidate le sorti del mondo.

il Dottor Manhattan, lunico vero super-eroe tachionico del film. Il resto della banda (foto in fondo) è formata da persone normali

Il Dottor Manhattan, l'unico vero super-eroe tachionico del film. Il resto della banda (foto in fondo) è formata da persone normali ma dal profilo psicologico decisamente più interessante.

Watchmen – 2009 – Regia di Zack Snyder – voto 6.5

 L’ambientazione è all’epoca di  Nixon con la guerra fredda tre USA e Russia (ancora…??? E Basta!) ed un fatico  l'”Orologio dell’apocalisse” regolato a mezzanotte meno cinque. Chi può salvare il mondo dal collasso atomico generale?

Ovvio, un manipolo di Supereroi (fin qui tutto banale e nessuna novità). L’innovazione sta nel fatto che di questi super-eroi, uno solo ha veramente dei super poteri. Gli altri han sì tanto coraggio e son bravi a far pugni…ma mostrano anche di essere profondamente umani. In questo sta la novità del film che altrimenti sarebbe una ri-edizione dei Fantastici 4 piuttosto che dell’ultimo insuperabile Batman, il Cavaliere Oscuro (si veda qui il giudizio del sottoscritto).

Il film ha una durata eccessiva, e molte scene sono molto più lente di un normale film di azione. A tratti si respira quasi un’ambientazione noir, data soprattutto dall’agire misterioso, quasi da detective, del personaggio-bandito-supereroe Rorschach, l’io narrante di quasi tutta la storia. Non mancano le scene crude e pure quelle di sesso (ma erano davvero necessarie? In ogni caso hanno il loro perché e ora cercherò di spiegare la mia lettura del film), la linearità della storia ne viene spesso a soffrire un po’ e, come usa nei moderni film spezzettati cronologicamente (si veda ad esempio Tredici Variazioni sul Tema, piuttosto che Magnolia o altri), sta allo spettatore attento non perdersi nulla e alla fine ricostruire, come un bravo detective, l’ordine esatto dei tasselli per comprendere il significato profondo di ogni cosa. Insomma, è probabile che ad una seconda visione del film si possano cogliere molti più particolari ed elementi interessanti.

Il tema stesso del tempo risulta centrale, a causa dell’unico vero supereroe, il Dottor Manhattan, nato da un esperimento sui tachioni, quelle che i Fisici (o meglio gli amanti di Fantascienza) hanno nominato come le particelle in grado di viaggiare nel tempo…

Ma più che questi aspetti folcloristici che renderebbero di per sé il film insufficiente, interessante è il profilo psicologico e l’intreccio di vita di ogni singolo membro della banda.  Watchmen significa “Guardiani” (letteralmente uomini che scrutano) e si viene a capire che oltre ad essere guardiani dell’umanità, sono innanzitutto guardiani e reciproci e scrutatori del loro essere più profondo: un intreccio di intrighi, vicende amorose, vendette personali, istinti omicidi (con scene anche alla Hannibal o da infanzia travagliata) che si intrecciano invece al senso di giustizia e di tensione al bene che è tipico di chi si sente supereroe. Ad  passato spesso travagliato si aggiunge un presente costernato di scelte difficili ma profondamente differenti tra i vari supereroi (chivuole rimanere nel segreto, chi rivela la sua identità, chi rimane nell’ombra, chi vuole esere uomo di successo…) che nel corso della storia si ritrovano così ora uniti ora divisi in virtù di queste scelte compiute… Una caratterizzazione insomma molto sottile e intrigante che rende in questo senso Watchmen accattivante e dal giudizio complessivo più che sufficiente. Anche se certo non al livello del clamore mediato avuto, né di altri film di questo genere.

Andrea Macco