Riprendo l’approfondimento sul tema Nucleare sulla scia del post dello scorso 28 gennaio: Facciamo chiarezza sulle Scorie radioattive (I puntata). Avvalendoci sempre della collaborazione di Sabino Gallo, passiamo ad esaminare l’aspetto più delicato inerente il Nucleare: la gestione delle scorie radioattive. Nella prima puntata avevamo parlato della loro classificazione, ora vediamo cosa nell’Unione Europea in concreto si fa dei circa 40.000 metri cubi di rifiuti radioattivi prodotti ogni anno (circa 90 cm^3 all’anno per persona). Come già ribadito, questi dati comprendono le “scorie” provenienti dal Nucleare “civile”, compresi quelli frutto dei settori ricerca e medicina.
Sperando di dare un contributo alla buona divulgazione scientifica, con buona pace per chi vorrebbe inviare nello spazio (con costi esorbitanti) tutti i rifiuti radioattivi della Terra.
Andrea Macco
LA GESTIONE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI
Si stima che nei Paesi europei più industrializzati si producano,annualmente, circa 2500 kg per abitante di rifiuti, da attività industriali molto diversificate e di cui l’uomo ha comunque bisogno per sopravvivere.
Almeno 100 kg di questi contengono sostanze tossiche o nocive per la salute umana e per l’ambiente ; tanto numerose da risultare di difficile classificazione ed ancora più difficile gestione.
A questi rifiuti convenzionali si aggiungono i rifiuti radioattivi di attività note e comuni (medicina, ricerca,ecc.) e, soprattutto, quelli prodotti dalla industria elettro-nucleare (nei Paesi in cui esiste), sulla cui gestione l’opinione pubblica è spesso divisa da dubbi e pregiudizi, perché ne ha una conoscenza approssimativa.
Per valutare i criteri di scelta delle soluzioni tecniche di una loro gestione sicura, è necessario tener presenti alcune considerazioni fondamentali: