Alle origini dello Scautismo: un libro su Francis Vane e Mario Mazza

Presento, attraverso la breve recensione pubblicata nella rubrica delle recensioni letterarie della cronaca di Genova de “il Giornale”, il libro di cui vedete qua la copertina. Gli appassionati di storia dello scautismo non se lo possono far sfuggire!

Le origini Genova e la Garfagnana culle dello scoutismo

di Andrea Macco

Chi ha iniziato lo scautismo in Italia? Si apre con questa domanda il libro di Piero Gavielli recentemente presentato a Genova durante una serata all’Oratorio di San Filippo Neri in Via Lomellini dedicata alla rievocazione storia dell’incontro che vide la nascita dello scautismo a Genova. Come spiega anche il libro, Genova fu una delle culle dello scautismo, grazie a Mario Mazza, educatore e Capo Scout, prima delle cosiddette «Gioiose» e successivamente dell’Asci. Ma furono gli Scout genovesi i primi in Italia a riproporre il metodo educativo di Lord Robert Baden-Powell? A seguito di svariate ricerche, sembra di no. Preceduto di un pugno di mesi ci fu il Barone inglese Sir Francis Vane of Hutton che, approdato in Garfagnana, apriva nel 1910 a Bagni di Lucca i «Ragazzi Esploratori Italiani». In una sigla: i REI. «Che la stampa, sia locale sia nazionale, si sia sbizzarrita nel chiamare i R.E.I. con i nomi più fantasiosi (Boy-Knight, ragazzi Patrioti, Piccoli Esploratori della Pace) non modifica la sostanza delle cose – scrive Gavinelli – Quello che realmente conta, è che le associazioni e i movimenti scout nati successivamente, tennero in considerazione questa iniziativa ed altri educatori si avvicinarono allo scautismo dopo aver conosciuto di persona o aver letto sulla stampa le iniziative del Vane e le finalità educative dello scautismo».
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Baden Powell e Gandhi a confronto

Ricevo e volentieri pubblico la notizia di questo convegno scout dal titolo accattivante (si veda sotto la locandina).

Credo sia molto bello andare a recuperare il pensiero originario di chi ha avuto importanti intuizioni educative. Spesso ormai tanti gruppi camminano per inerzia, oppure lavorando con l’istinto e basandosi solo sulla propria intuizione. Non che queste cose siano di per sé cattive, anzi, ma si rischia di avventurarsi in un bosco inesplorato lasciando una traccia che invece poteva essere sicura e diretta alla meta.

Un pensiero va a chi ho incontrato in questo ultimo periodo e si sta prodigando perché la traccia di chi ci ha preceduto non vada perduta. Mi riferisco con l’espressione “chi ci a preceduto” non solo al capostipite Baden Powell, ma anche a tutte quelle persone che hanno tradotto e declinato le sue idee nella realtà italiana, dando ad esse corpo e consistenza (BP lasciò molte cose non ben definite, specie per quel che concerne il settore femminile dello scoutismo).

Ulteriori contributi e/o considerazioni nei commenti. 

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LINK CONSIGLIATO: Centro Studi Mario Mazza: http://www.mariomazza.it/

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