La Matematica sempre più sul Grande schermo

Uno dei primi fu Russel Crow con A Beautiful Mind. Che film! Lo avrò visto almeno 4 se non 5 volte e non c’è stata volta che alla scena finale delle penne non mi sia commosso. Tutti gli anni proietto in classe la scena in cui John Nash,  risolve il codice del Pentagono: un’altra scena meravigliosa, che mostra come per risolvere un problema matematico bisogna essere bravi ma anche avere pazienza (tanti oggi gettano la spugna dopo nemmeno un minuto: dinanzi alla difficoltà ci si tira indietro se non si vede immediatamente la soluzione…). Anche per via della bellissima colonna sonora il voto a questo film è un 9.5.

Altri film matematici? Fino a qualche anno fa si poteva trovare qualche altra pellicola, ma trattavasi perlopiù di film di nicchia, dal sapore del documentario. A Beautiful Mind invece lanciò l’idea che la Matematica poteva avere successo. E forse lanciò anche qualcosa di più: l’idea che risvegliare le “vocazioni “alla Matematica, alla Fisica, alle Scienze possa essere un fatto che porta un beneficio a larga scala. Chi saranno gli Einstein, i Fermi, i Gauss, i Nash dei nostri giorni? Ogni epoca ha bisogno dei suoi geni, di quelle persone che sanno unire alle doti naturali passione e innovazione.

E così eccomi ad applaudire 3 recentissimi film approdati sul Grande schermo con protagoniste delle menti matematiche:

  • L’uomo che vide l’infinito (The Man Who Knew Infinity – anno 2015)

La vita breve di Srinivasa Ramanujan, genio indiano della Matematica approdato al Trinity College di Cambridge tra i più grandi matematici di inizio ‘900. “Siamo semplici esploratori dell’infinito, alla ricerca della bellezza assoluta.” Un capolavoro che intreccia splendidamente l’aspetto umano (dall’amicizia alla discriminazione razziale) con quello matematico. Un ottimo Jeremy Irons interpreta il matematico Hardy mentore (e infine amico) di Ramanujan. Voto 9. 

  • The Imitation Game (anno 2014):

La vita di Alan Turing, il genio che ha inventato i Computer, interpretato da un grande Benedict Cumberbatch (che già con Sherlock e ora con Doctor Strange ci sta abituando a interpretazioni magistrali, non mi stupirei se prima o poi per lui arrivasse un Oscar…). Il film mostra tutta la potenza dei matematici guidati da Turing e fa scoprire al grande pubblico un fatto poco sottolineato sui libri di storia: la II Guerra Mondiale è stata vinta dagli Alleati grazie al lavoro di questi matematici! L’impresa di decifrare Enigma si intreccia con aspetti umani, bellissima la figura di Joan Clarke (Keira Knightley) che riesce a farsi largo con la sua intelligenza in un mondo considerato solo maschile (e che dimostra che tutto l’approccio intuitivo che può avere la mente femminile!) e che deve scontrarsi con l’omosessualità di Alan Turing, trattata devo dire senza eccessi e con il giusto peso. Voto 8,5

  • Il diritto di contare (Hidden Figures – anno 2016):

Il titolo, sia in italiano sia quello originale inglese, si basa su un gioco di parole: si tratta della storia vera di tre matematiche statunitensi di colore (Katherine Johnson, Dorothy Vaughan, Mary Jackson) che lavorano nella NASA e che, stando dietro le quinte (ecco perché hidden!) riescono a fare la differenza, sia come matematiche, sia come donne di carattere che portano avanti la lotta contro la discriminazione razziale (ecco il riferimento ai “diritti” nel titolo italiano). Quando si pensa alla lotta contro la discriminazione vengono in mente le proteste eclatanti, le manifestazioni di piazza o le rivoluzioni da grandi fabbriche o sulle scene politiche. Niente di tutto questo, ma il tutto è guidato dal filo rosso della logica, dell’intelligenza e di una bella umanità. Un plauso speciale anche alla figura del Capo di queste donne, Al Harrison (Kevin Costner), uomo dalle larghe vedute! Voto: 9.

Al prossimo film matematico, che possa stupirci e suscitare nuovo entusiasmo e nuove menti… A volte sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.” (da The Imitation Game)

Andrea Macco 

Perché il gioco dell’Hex?

«Ho sempre creduto nei numeri. Nelle equazioni e nella logica che conduce al ragionamento.»

John Nash – inventore dell’Hex

hex game

Anche le grandi menti si sono imbattute in sonore sconfitte… chi ha visto A Beautiful mind ricorderà senz’altro questa scena:

Meno noto è che, lo stesso John Nash, studiò a fondo il gioco in cui aveva perso. Si potrebbe pensare che la sua frase “il gioco era truccato” sia la frase di uno che non sa perdere. In realtà l’espressione originaria andrebbe tradotta in “il gioco non è equo”: il gioco, ossia, non offre intrinsecamente le stesse possibilità di vittoria ai due giocatori.

Nash studiò matematicamente il gioco e lo rielaborò, cambiando la forma della scacchiera e pure quella delle caselle. Due scene del film presentavano questa scoperta, ma poi furono tagliate. Grazie ai contenuti bonus dei DVD,  eccole qui:

1. Nash passa parecchie ore a studiare il gioco nel parco (= anche i geni impiegano tempo e la matematica necessita comunque un po’ di fatica, anche se uno nasce predisposto o ha delle brillanti intuizioni!)

2. Nash presenta il suo nuovo gioco ai compagni (i quali sono intelligenti e comprendono subito la genialità della cosa).

L’Hex è dunque un gioco matematico, un gioco basato sulla geometria e sulla logica matematica.

Da un paio di anni lo presento nelle classi dove insegno, invitando gli studenti (un buon numero si appassiona subito)  a scoprire le strategie matematiche vincenti. Credo molto nella validità di questi giochi logici, per allenare la mente a fare collegamenti logici, ad applicare la matematica fuori dai confini del libro e dell’esercizio canonico.

Le domande che pongo solitamente agli studenti sono 3:

  1. Conviene partire dai bordi o dal centro della scacchiera?
  2. Come si può bloccare chi abbia giocato per primo e che stia applicando una strategia non-razionale ma basata solo sul fare una catena ininterrotta?
  3. Perché le caselle sono esagonali e non di altra forma? (e per esempio non quadrate come erano nel gioco originale poi modificato da Nash?).

La terza domanda è quella più importante, perché se si dà una risposta matematica ne seguono subito diverse strategie logiche.

 

Buone partite e buone riflessioni a tutti!

Andrea Macco

PS: Potete lasciare nei commenti le vostre riflessioni oppure venitemi a cercare nelle classi, ascolto sempre volentieri le diverse teorie e complimenti a tutti quegli studenti (non molti, ma qualcuno che gioca razionalmente sì!) che sono già riusciti a battere il prof in una partita a Hex!

Hex

 

Al via la VI edizione del Festival della Scienza genovese

La curiosita dei bambini e una delle prerogative del Festival, rivolto pero anche agli adulti, assetati di sapere e di tecnologia

La curiosita' dei bambini e' una delle prerogative del Festival, rivolto pero' anche agli adulti, assetati di sapere e di tecnologia

Come ormai tradizione tra 3 anni a questa parte, seguirò il Festival della Scienza per il Giornale. Fin da oggi potete trovare due articoli di presentazione, il principale dei quali potete leggere on line: La scienza scopre la diversità e ne fa la star del Festival.

 

Oggi durante la cerimonia di apertura a Palazzo Ducale con le autorità e gli organizzatori, è emersa qualche polemica (francamente debole) sulla mancata presenza di rappresentati del Governo: ma già da tempo – hanno ammesso gli organizzatori – si sapeva che tanto il Ministro Gelmini quanto il Ministro Scajola avrebbero avuto altri impegni per questi giorni. E poi, mio parere personale, perché bisogna sempre mettere sul piano politico ciò che dalla politica, invece, dovrebbe essere slegato (o al massimo debolmente legato)?

 

Il mio timore è invece che questa commistione tra politica e Festival stia pericolosamente crescendo, tanto che ora sembra che pure diverse scuole abbiano deciso di non portare i propri alunni al Festival per dare un segno di protesta al Governo sulla riforma Gelmini.

 

Ha fatto bene a ribadirlo la sindaco Marta Vincenzi: “Si può scegliere di protestare, ma perché coinvolgere i ragazzi e non permettere loro di vivere una esperienza così arricchente come il Festival?” Poi c’e’ anche chi aggiunge che il mantenere una alta partecipazione in termini di numeri e’ nuovamente importante per poter ottenere dal Governo i fondi per le prossime edizioni di Festival…ma di nuovo, allora, entra in gioco il delicato rapporto con la politica. Sinceramente preferivo le prime edizioni del Festival, quando si guardava ai numeri, ma non in modo cosi assillante e denso di ansia come si fa ora.

 

Come mi diceva stamattina il prof. Giuseppe Rosolini, ideatore di MateFitness – la Palestra della Matematica di Genova – nonché brillante matematico (e amico): “Quest’anno nella nostra Palestra facciamo tutto SENZA numeri! E’ sbagliato credere che la matematica sia solo numeri. C’e’ molto di più… a partire dalla logica e dalla teoria dei Giochi, così importante per l’economia (si veda il premio nobel a John Nash) ma cosi spesso dimenticata…”

 

Ecco, credo che questo pensiero potrebbe benissimo essere dilatato a tutto il Festival, non solo per rinnovarlo, ma per fargli respirare quell’aria di divertimento, magia, e stupore che è propria della Scienza.

 

Andrea Macco

 

Per il programma dettagliato di incontri, conferenze, spettacoli e mostre si veda il sito ufficiale del festival cliccando qui.

due ingredienti che non mancano mai al festival della Scienza di Genova.

Meraviglia e stupore: due ingredienti che non mancano mai al festival della Scienza di Genova.