Così la matematica «canta»

 Su il Giornale di ieri (22 Marzo 2010) è uscito un pezzo del sottoscritto riguardante un argomento  bello e affascinate ma al complesso un po’ tecnico per le menti poco avvezze alla Scienza: la Musica spiegata dalla Matematica. Si tratta di un seminario presso il dipartimento di Fisica di Genova tenuto da Giorgio Dillon e Riccardo Musenich, docenti di Fisica dell’ateneo genovese e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, seminario che potrebbe anche essere definito una lezione da inesperti “Paperini nel mondo della Matematica”. 
Il problema affrontato è quello delle scale  (in quante note suddividere un intervallo di ottava?) e quello del temperamento (come alterare le note di modo da ottenere risultati non sgradevoli all’orecchio?); si può facilmente comprendere che tali questioni non sono da poco, ad esempio per la stessa realizzazione degli strumenti musicali: pensate solo di avere un pianoforte a 31 tasti tra due stesse note distanziate di una ottava: chi saprebbe suonarlo? Eppure sembra che strumenti di questo tipo siano stati realizzati, compresi organi a doppia canna per differenziare la nota in bemolle da quella in diesis.
Riporto qui l’articolo aggiungendovi l’immagine che con il prof. Dillon avevamo pensato di mettere ma che purtroppo la Redazione non ha avuto spazio per inserire. 
Buona lettura! 
 

I NUMERI DELLA MUSICA: Così la matematica «canta»

Chissà se Paperino, avventurandosi nel mondo della Matematica, avrebbe mai pensato che vi ci avrebbe trovato arte, pittura, scultura e persino la musica? Il cartone della Disney rende efficacemente l’idea che anche il campo delle arti possa essere indagato dalla Matematica. Eppure la Musica, fin dai tempi di Pitagora, è stata oggetto di studio da parte di eccellenti menti scientifiche: si pensi al fisico Christiaan Huygens (famoso per gli studi in campo astronomico e soprattutto in ottica) oppure al fisico e fisiologo Hermann von Helmholtz (noto in per aver enunciato il principio di conservazione dell’energia e per varie equazioni nel campo dell’elettromagnetismo). 

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Zichichi a Genova per onorare Bernardini

Si è tenuta  oggi nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale la cerimonia di apertura del Convegno della SIF (si veda il post precedente). Tra i relatori di questa prima giornata, Antonio Zichichi, che ha in particolare parlato della figura di Gilberto Bernardini (1906-1995).  

Fisici a Cervinia

Edoardo Amaldi, Gilberto Bernardini e Ettore Pancini al laboratorio per la rilevazione dei Raggi Cosmici della Testa Grigia, al Plateau Rosa sopra Cervinia, a 3500 metri slm

Si tratta quest’ultima di una figura poco valorizzata nel panorama degli Scienziati italiani, eppure i suoi contribuiti allo studio dei Raggi Cosmici e alla Fisica delle interazioni deboli (Fisica particellare, cui lavorarono Fermi e collaboratori, Gell-Mann e quindi il grande Feynman insieme a molti altri Fisici di tutto il mondo) non sono trascurabili (con lui lavorò anche Ettore Pancini, il Fisico a cui è dedicata l’Aula Magna di Fisica di Genova). Docente di Fisica prima a Camerino e quindi nella prestigiosa sede di Bologna, Bernardini venne nominato primo presidente dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), occupando successivamente le cariche di Preside della Scuola Normale Superiore di Pisa. Membro di numerose Accademie e Società, nel 1968 divenne uno dei fondatori proprio dell’European Physical Society di cui fu primo presidente fino al 1970.

 

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Sono rimasto affascinato, come gran parte della platea di Scienziati e Fisici presenti, dalla presentazione fatta da Antonio Zichichi. Il suo intervento è stato interamente in inglese, con alcune diapositive più tecniche sui conti relativi alle sezioni d’urto dei processi atomici (già il nome risulterà incomprensibile alla maggior parte dei lettori), eppure ha tenuto attenta la concentrazione per l’intera durata del suo discorso.

Ci sono molti che oggi criticano Antonio Zichichi (si veda Odifreddi, UAAR e compagnia bella), ma ho capito che è una critica fondata su fatti prettamente religiosi: la sua testimonianza di fede è scomoda. Oggi Zichichi non ha fatto cenno alcuno a questo aspetto della sua vita; ho invece colto un grande rispetto e un forte senso di stima da tutta la comunità scientifica, che lo vede come un punto di riferimento per gli esperimenti del Gran Sasso (i laboratori sono nati grazie ad una sua idea) e pure per quelli del CERN di Ginevra (oggi appena un cenno all’LHC di Ginevra, a cui lo stesso Zichichi ha dato un contributo).