Quanto durano le scorte di Uranio?

Torno ancora sul tema Centrali Nucleari (per leggere gli altri post basta cliccare sull’omonima categoria) con una domanda che mi sento continuamente rivolgere:

se il petrolio è certo che si esaurirà e probabilmente pure a breve (se siamo arrivati al “picco di produzione”, allora la stima con questi ritmi di consumo è sui 50-80 anni al massimo), perché non dovrebbe valere lo stesso con l’Uranio? Anzi, sento esperti che parlano di scorte di Uranio al massimo per i prossimi 25 anni…

Ha fornito una ottima risposta su il Giornale, con tanto di discussione e di numeri alla mano,  Franco Battaglia (docente di Chimica dell’Ambiente a Modena, esperto internazionale di tematiche energetiche, fondatore dell’Associazione Galileo; qualche info biografica in più qui). La riporto:

 

Innanzitutto, l’uranio che è previsto esaurirsi entro alcune decine d’anni è l’U-235 delle riserve attualmente utilizzate (quindi senza tenere conto né di quelle ancora da utilizzare né di quelle fantastiche del mare). In ogni caso, l’U-235 è meno di un centesimo dell’uranio naturale che contiene, cento volte di più, U-238. Poi, sulla Terra abbiamo il torio-232, almeno il doppio dell’U-238. Quelle decine d’anni di cui sopra vanno moltiplicate almeno per 100 (senza che ancora si sia toccato l’uranio nel mare).

Fin qui l’aritmetica. Ora la fisica: è vero che solo U-235 è fissile, ma l’U-238 e il Th-232 sono fertili e, in reattori autofertilizzanti, si trasformano rispettivamente in Pu-239 e in U-233, che sono fissili (e la fissione del Pu-239 avviene già negli attuali reattori).

Dismessa, la centrale di Superphenix in Francia

Una parola vorrei però dirla all’amico Libero, che sponsorizza la tecnologia di produzione elettrica, la fotovoltaica (FV), che non solo è la più costosa al mondo (se un impianto nucleare costa 3 miliardi, un equipollente FV costa 60 miliardi), ma che, anche, non può fare assolutamente a meno della presenza di impianti convenzionali, necessari quando il sole non brilla, per cui gli impianti FV hanno una sola funzione: far risparmiare il combustibile di quelli convenzionali.

Di conseguenza, quando questo sarà esaurito (come, io pavento, avverrà «presto» per petrolio, gas e carbone, ma come Libero paventa avverrà presto anche per uranio), gli impianti FV saranno inservibili perché non ci sarà più nulla da risparmiare.

Franco Battaglia

A queste puntuali considerazioni vorrei precisare solo che la tecnologia dei reattori autofertilizzanti è stata adottata e migliorata tecnologicamente dai rettori di IV generazione, sia quelli raffreddati al sodio in fase ancora di studio, sia quelli al piombo che Russia e Del Fungo Giera Energia stanno già realizzando (vedi mio articolo del 28 Maggio su il Giornale).

Se dunque le scorte di Uranio non sono infinite (nulla lo è se non – diceva Einstein – l’universo e la stupidità umana. E del primo non siamo nemmeno certi che lo sia), di certo non ci faranno stare a gola asciutta per i prossimi 250 anni (almeno).

Andrea Macco

Barre di uranio immerse in una piscina di contenimento all'interno di un reattore

 

Una lettera “Nucleare” per il Ministro

Una Centrale NucleareL’Italia vuole ripartire col Nucleare. A mio modo di vedere e’ una ottima notizia. I “no” dei vari ambientalisti all’italiana si son subito levati (solo in Italia si è radicato un ambientalismo cosi), ma non mi preoccupano. Mi preoccupa di più sapere come, in concreto, e non solo a parole, saranno costruite le centrali. In Italia esistono comitati persino contro gli scivoli e i parchi giochi dei bambini sotto casa propria… figuriamoci per una centrale nucleare!  Offrire un po’ di sconto sulla bolletta della luce ai Comuni che le ospiteranno non so se potrà bastare…

 

Veniamo al Ministro Scajola. Ho sentito come il riverbero del suo essere ligure nel voler rilanciare il Nucleare. Genova è stata per anni capitale del Nucleare e con Ansaldo Nucleare e altre ditte del settore nate da poco (come la Del Fungo Giera Energia) ha continuato a lavorare alacremente (per stati esteri) sul fronte di un’energia alternativa, sicura e che da’ una resa elevata. Che il Ministro abbia risentito positivamente di tutto ciò?

 

Im Ministro per lo Sviluppo, Claudio ScajolaTuttavia nelle prime dichiarazioni del Ministro c’era qualcosa che mi suonava stonato. E diversi amici me l’hanno fatto notare: le centrali che Scajola citava a modello sono centrali di III Generazione, ma vecchio stampo. Oggi Ansaldo Nucleare realizza (ad esempio in Cina, in collaborazione con la Westinghouse) centrali di Generation III+, ossia di Terza Generazione Avanzata, già con sistemi di sicurezza più avanzati e con reattori veloci che anticipano la tecnologia delle centrali di Quarta Generazione che si sta mettendo a punto. Dunque, perché non puntare direttamente su queste centrali?

Anche su quelle di Generation IV c’e’ da mettere un po’ di chiarezza: tutti parlano di 20-30 anni minimo per partire. Ma tutti sottintendono che si sta parlando di una filiera ben precisa di queste centrali del futuro, quelle raffreddate al Sodio. Con quelle raffreddate al Piombo si sta già partendo, grazie al lavoro del “nostro” Luciano Cinotti in collaborazione con i Russi. Per saperne di più leggete l’articolo che ho scritto per il Giornale qualche giorno fa.

 

Ho esposto sinteticamente queste semplici considerazioni al Ministro in una lettera che ho lasciato ad un amico giornalista che lo conosce di persona. Non so se gliel’abbia recapitata o, semplicemente, gli abbia riferito a voce questa mia disamina, fatto sta che l’altro ieri ho subito notato una nuova dichiarazione di Scajola: “Vogliamo avviare  in Italia, entro la fine della Legislatura, nuove centrali di Terza Generazione Avanzata come già si sta realizzando all’estero, ad esempio in Cina”. Toh guarda.

 

Andrea Macco

 

 

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L'evoluzione delle centrali Nucleari