Il modello Bard per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale

Bard, una delle porte della Val d’Aosta. La fortezza che vedete nella foto costituiva una roccaforte che vegliava sui territori di una Regione completamente circondata dai monti e che poteva essere raggiunta, prima che venissero praticati i trafori,  solo dal Piemonte, dal fondo valle. La storia di questo forte è lunga e gloriosa (vedere QUI) ma su di essa non voglio ora soffermarmi se non per quel che concerne l’ultimo decennio.

Dieci anni fa che cosa era Bard? Un borgo decadente, secco, polveroso, più vicino ad essere dimenticato che ricordato. Chi si fosse avventurato per le sue strade abbandonate e popolate da un pugno di poco ospitali abitanti locali avrebbe trovato solo la delusione. Arrivati in cima alla collina sui cui si trova il forte, il solitario visitatore avrebbe trovato il grande portone d’accesso sbarrato e il forte si sarebbe rivelato solo un’abbandonata inespugnabile fortezza in attesa che il tempo facesse il suo corso. Per quanto avrebbe resistito?

Poi accadde il miracolo.
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