Fotovoltaico – Parte II

Dopo aver discusso qualche mese fa delle potenzialità del Sole (Fotovoltaico – Parte 1: il grande potere del Sole), ma anche, come emerso nei commenti che erano pervenuti, nella difficoltà che spesso si incontra ancora nella tecnologia del fotovoltaico, oggi vorrei lasciare la parola ad un interessantissimo articolo apparso su una rivista non schierata politicamente e che, certamente, non è pure anti-ambientalista.

Parlo dello Scarpone, la Rivista ufficiale del CAI (Club Alpino Italiano) e che vorrei divulgare il più possibile perché tocca concretamente un tema che anche il sottoscritto, nella sua piccola esperienza lavorativa in questo settore, ha avuto modo di constatare.

Di che parlo? Del business che corre dietro al fotovoltaico e, più in generale, alle energie rinnovabili. C’è un fatto che pochi ancora sanno ma che è giusto sapere: con l’abbattimento dei prezzi dei pannelli fotovoltaici (di per sè una ottima cosa) c’è chi ha capito che realizzare un impianto fotovoltaico in Italia, sfruttando gli incentivi Statali (e cioè i soldi di tutti) poteva essere il migliore degli investimenti finanziari sul mercato: avere per 20 anni un qualcosa che rende dal 7 al 9 % all’anno! Mica male vero?

Da qui la decisione, che ha destato un coro di proteste, di ridimensionare gli incentivi statali. Se certamente è errato abrogarli del tutto, e se comunque lo Stato fa bene a promuovere questa e altre fonti di energia rinnovabile (perché comunque il problema di sostituire le fonti fossili resta aperto!) è altrettanto giusto che non favorisca le speculazioni finanziarie su una cosa che è buona ma che è giusto che tutti ne possano usufruire e non solo aziende o ville che, con una ampia disponibilità di superfici, possono fare un investimento che non diviene solo un atto ambientalista ma un arricchimento sulle spalle dei contribuenti.

Questo il mio punto di vista, ma come sempre nei commenti sono benvenute altre voci.

Andrea Macco

LEGGI QUI l’articolo di Carlo Brambilla apparso su lo Scarpone del CAI

Nucleare italiano in avanzamento: Lettera di Scajola

Su il Giornale di ieri (3 Febbraio 2009) e’ stata pubblicata – devo dire con scarso rilievo – una lettera del Ministro Scajola sullo stato dell’arte sul piano per il rilancio dell’energia elettro-nucleare in Italia di cui il sottoscritto si e’ ampiamente interessato con un lungo servizio lo scorso dicembre (si veda post del 31 Dicembre 2008)

Ecco qua la lettera di Claudio Scajola. Il mio e vostro parere nei commenti.

Andrea Macco

 

Caro Direttore,

 il governo sta attenuando l’impegno per ilritorno al nucleare, perché in vista delle elezioni di primavera non vuole sollevare argomenti controversi? Il dubbio sollevato in modo molto garbato dal lettore Edoardo Cicali, al quale Lei ha già correttamente risposto,e di ciò La ringrazio, mi fornisce l’occasione per fare il punto sulla politica energetica del governo Berlusconi, di cui il ritorno al nucleare resta un capitolo fondamentale, tanto più dopo la «guerra del gas» tra Russia e Ucraina, che ha indicato una volta di più la necessità di ridurre la nostra dipendenza dal gas (e dal petrolio). Le norme per il ritorno al nucleare sono contenute nel Disegno di legge Sviluppo, già approvato alla Camera e attualmente in discussione al Senato, di cui attendiamo l’approvazione definitiva per fine febbraio inizio marzo.

Al ministero stiamo già lavorando ai decreti delegati previsti dal Ddl Sviluppo sulla scelta dei siti per le future centrali, sui benefici economici per le popolazioni e sull’istituzione dell’Agenzia di sicurezza nucleare.

In parallelo,una commissione di esperti di altissima professionalità da me nominata in ottobre, sta approfondendo tutti i temi economici, tecnici e ambientali legati al nucleare e sta svolgendo incontri con tutti i soggetti istituzionali e imprenditoriali coinvolti: da questi incontri sta emergendo un vivo interesse da parte delle imprese energetiche a costruire e finanziare le nuove centrali (che non richiederanno dunque soldi pubblici),utilizzando le più moderne e sicure tecnologie.

Entro la primavera lanceremo la Conferenza energetica nazionale che consentirà a tutte le istituzioni, le parti sociali e i cittadini di fornire indicazioni e suggerimenti anche attraverso internet.

Inmaggio ospiteremo il G8 Energia,dove affronteremo anche il tema del nucleare. E infine, proprio nei giorni scorsi abbiamo completato la riorganizzazione del ministero, che ha istituito il nuovo Dipartimento per l’Energia e lanuova Direzione generale per l’Energia nucleare, le Energie rinnovabili e l’Efficienza energetica, affidata alla dottoressa Sara Romano.

Come vede, caro Direttore, stiamo procedendo speditamente,

pensando ai risultati e senza smania di riflettori, verso l’obbiettivopiù volte annunciato di posare entro la legislatura la prima pietra di un gruppo di centrali nucleari per riequilibrare il mix elettrico nazionale, al fine di ridurre la dipendenza da petrolio e gas, oggi all’85%, che dovrà scendere al 50%; aumentare il contributo delle energie rinnovabili, che dovranno salire dall’attuale 15% al 25%, e del nucleare, che dovrà assicurarci l’ulteriore 25%. Con questo mix «50-25-25» potremo garantire al nostro Paese maggiore sicurezza energetica e tutela dell’ambiente (visto che il nucleare non produce emissioni di CO2), e alle nostre famiglie e imprese un prezzo dell’elettricità inferiore del 30% e allineato a quello degli altri grandi Paesi europei.

Cordiali saluti,

 Claudio Scajola
– ministro dello Sviluppo economico

Petrolio con il contagocce: occorre SINERGIA e non sparate!

petrolio col contagocce?Gira molto in questi giorni il seguente video: http://it.youtube.com/watch?v=BcCMOMPAqF8

Si tratta di una intervista di Beppe Grillo a Jeremy Rifkin (economista americano molto attivo sul fronte ambientalista e pacifista). Guardatelo, dura 12 minuti: vale la pena ascoltarlo e poi passarlo al vaglio del fuoco. Personalmente vi ho trovato cose buone e cose decisamente meno buone.

Questo il mio commento:

1. La prima parte – dati sul petrolio e in particolare il suo picco di produzione a cui siamo molto vicini- la condivido in toto. Mi sembra di sentire le stesse cose che dice il prof. Marinelli, docente di Fisica sperimentale qui a Genova ed esperto nel campo delle energie. Anche altri “esperti” sono in sintonia coi dati citati da Rifkin.

2. L’ipotesi di una terza rivoluzione industriale e dell’energia globale è senz’altro molto affascinante, la rispetto e la guardo con interesse: non ho né obiezioni né cose a sostegno. Mi sembra semplicemente una ipotesi accattivante anche se sembra difficile che si realizzi a breve, ma vedremo…

3. I dati sui cambiamenti climatici vanno presi con le molle, nel senso che è vero che la temperatura media della terra è aumentata nell’ultimo secolo, ma ciò è successo anche in passato, indipendentemente dall’uomo. E’ assai difficile stabilire se le variazioni registrate, a livello ad es. di temperature, riguardi una variazione legata ai moti millenari della Terra e al suo stato geologico attuale oppure se effettivamente l’uomo abbia indotto un cambiamento globale. Se discutiamo di cambiamenti LOCALI l’azione (positiva/negativa) dell’uomo è indiscutibile e anzi, bisognerebbe prestare molta più attenzione ad essa di quanto le singole amministrazioni e realtà locali non facciano. Quando però si parla di tutta la Terra occorre stare sempre molto attenti ed essere prudenti con questi numeri: a volte si crea un allarmismo INGIUSTIFICATO e solo atto a muovere interessi di parte!

4. La parte finale dell’intervista mi sembra quella di una persona che non ha dati alla mano e che basa le sue competenze sul Nucleare di 10 anni fa… Intanto la produzione mondiale di En. elettrica grazie al Nucleare non è il 5% ma il 7% (ma poco cambia). E le stime dicono che aumenterà. Ci son paesi che arrivano fino al 40% con Nucleare. Ma più che altro NON sono vere le seguenti affermazioni:

a) che i nuovi reattori non migliorano la potenza e l’efficienza. Un solo rettore di oggi ne rimpiazza 3 del passato…. E questo è un dato semplice da verificare: basta vedere la potenza di MWatt dei vari impianti! Esempio: Centrale di Garigliano 150 MW, Caorso (successiva a Garigliano): 850 MW. Cernavoda in Romania, realizzata dalla nostra Ansaldo Nucleare in questi anni, è da 1400 MW, da sola fornisce circa il 20% del fabbisogno di En elettrica della Romania.

b) che il problema delle scorie sia rimasto fermo. E’ vero che non si son trovate immediatamente le soluzioni, ma a partire dal reattore sottocritico di Rubbia in poi, le soluzioni ci sono e le centrali di IV Generazione (che ricordo stanno già partendo ora in Russia con l’ing. Cinotti – filiera al piombo e di cui ho gia’ parlato su questo blog – vedi post del 10 giugno) lo risolveranno del tutto, nel senso che avremo solo scorie a breve durata (un centinaio di anni al massimo o meno, contro i mille anni e passa delle scorie a lunga durata) che sappiamo e possiamo trattare bene senza problemi di siti “eterni”. E tra l’altro gli esperti dicono che è probabile che le nuove centrali – o il rettore di Rubbia – possano bruciare anche parte delle scorie già presenti sulla Terra prodotte dalle vecchie centrali.

A latere: perché il reattore sottocritico di Rubbia non è ancora partito? C’è ora un prototipo in via di realizzazione in Belgio ma… poteva partire ben ben prima! Volontà politiche, interessi per il petrolio più che per il nucleare e l’ecologia…. Perché di questo NON parla nessuno?

c) che i reattori del futuro avranno problemi con le riserve d’acqua. E’ vero che gli attuali reattori sono raffreddati ad acqua. E che in periodi di siccità ciò può costituire un parziale problema (no se la centrale è posta nel giusto sito). Tuttavia i nuovi reattori verranno raffreddati (e in parte già iniziano ad esserlo) a metalli liquidi (la filiera del sodio è la più battuta, i Russi son sul piombo, i Cinesi sui gas naturali).

d) che con le energie rinnovabili si risolve tutto. Bello dire: in Italia avete il sole, i ghiacciai (in ritiro) e il mare ecc. Probabilmente, anzi sicuramente si può e si deve investire anche in questi settori. Ma i costi di produzione dei pannelli o degli impianti che sfruttano le En. rinnovabili…? Perché non se ne discute mai? Il prof. Marinelli lo fa sempre con dati e numeri… Ad esempio sui gas naturali per le centrali geotermiche. Quelle si che sono vantaggiose, ma anche sfruttassimo al meglio i siti che abbiamo (in Toscana e nel Napoletano) più di tanto non ci ricavi… Intendiamoci: facciamole pure queste due o tre centrali, ma non pensiamo di risolvere tutto con quelle o con due pale eoliche ben piazzate!

La soluzione per il futuro è una SINERGIA tra le varie fonti, dal nucleare al fotovoltaico, dall’eolico al geotermico o all’idroelettrico… Ma senza Nucleare si fa poca strada!

Andrea Macco

occorre sinergia per far fronte al petrolio col contagocce