
Il tema della memoria richiederebbe mille di questi post. E ognuno di essi sarebbe da imparare a memoria come puro allenamento.
Umberto Eco con questi due recenti articoli (1 – 2) ha rilanciato una riflessione su questo tema. O meglio ancora chiamiamolo – io preferisco decisamente – dono o capacità dell’uomo. Quante cose infatti ci permette di fare la memoria? Tantissime, e come tutte le facoltà dell’uomo va 1) allenata 2) orientata nella giusta direzione.
Per la Matematica e la Fisica reputo ad esempio che la memoria vada così utilizzata: non ricordo tutte le formule, né pretendo che si sappiano tutte a memoria, ma dico che alcune vanno sapute, e partendo da quelle uno deve sapere come ricavarsi le altre… uno non memorizza allora solo la formula in sé (più importante semmai sarebbe il suo significato), col rischio di invertire o dimenticare dei simboli, ma il procedimento con cui operare e passare da una formula-equazione all’altra e cosi via.
Ma non è meraviglioso il fatto di potersi ricordare un procedimento, una equazione fondamentale, un verso famoso, una poesia di quelle struggenti come un canto di quelli che ci ha fatto piangere, così come il poter ricordare certi fatti della storia dell’uomo e poi anche della nostra storia personale?
Chiudete gli occhi, se siete arrivati a leggere fin qui, e provate ora a ricordare un colore, un profumo, una frase, un sussurro, un fremito del corpo, una gioia dell’anima interiore, una illuminazione della mente, un dettaglio magari da nulla ma che tant’è è ancora lì, conficcato nella mente, agganciato a un brandello d’anima, ancorato dentro di noi chissà come… magari un ricordo di una giornata bella o speciale della nostra vita.
… Così da concludere questo post con un bel ricordo e un grazie sincero per il dono della memoria… che non diventi solo uno sbiadito ricordo di quando s’imparava una poesia a memoria ma… un dono che produce altri ricordi (la memoria si autoalimenta? Forse in qualche misura sì).
Insomma, ricordiamoci di ricordare!, specie le cose ora utili ora importanti ora belle.
Andrea Macco
