Pubblico volentieri questa lettera dell’amico don Guido Gallese, responsabile della Pastorale giovanile genovese. Proprio la scorsa settimana, in occasione della Veglia di Pentecoste al Santuario della Guardia, abbiamo iniziato un discorso che parlava di cristiani dalla consistenza della panissa e non del pane. Oggi mi rallegra vedere che quel discorso non è morto lì, ma ha dato spunto a questo articolo.
Prima di procedere alla lettura,
per chi non è genovese, una doverosa precisazione: Che è la panissa? E’ un piatto simile alla farinata, fatto di farina di ceci. Molto buono, ma di consistenza molliccia e farraginosa. Se prendi in mano una fetta di pizza, bene o male riesci a tenerla per il bordo senza che cada (al massimo si piega un po’ verso la piunta); se fai lo stesso con la panissa: non ci riesci! Si sgretola tutta e in mano non ti resta un bel nulla!
E ora: godetevi l’articolo e buone riflessioni!
Andrea
Cristiani & panisse (un’apologia degli atei… e una dei cristiani!)
Carissimi, siamo in una società in cui la Chiesa è sotto un forte e ben strutturato attacco. E siamo anche in una società in cui “non possiamo non dirci cristiani”. Molte volte sento degli input che vengono da entrambe le direzioni, e questo porta anche un po’ di confusione in chi vive questa duplice dimensione.
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