Ieri sera al Festival della Scienza incontro che si preannunciava caldo e ad alta tensione: “Il diavolo e l’acqua santa” ovvero un dialogo sui temi di Scienza & Fede tra Piergiorgio Odifreddi, matematico ateo, e Paola Binetti, medico credente. Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale stracolma, con gente assiepata per le scale e persino nel cortile del Ducale (ho stimato almeno 1500 persone, ma forse anche di più).
E’ stata una serata colma di sorprese. Odifreddi e la Binetti non si son fatti a pugni, anzi, hanno dimostrato una correttezza reciproca molto grande. La Binetti ha stupito tutti, credo persino gli atei in sala, con le sue risposte preparatissime, che hanno mostrato tutto quello che il Cristianesimo dovrebbe essere: una religione a tutto tondo, che risponde alle domande più profonde e intrinseche all’essere umano. Domande ragionevoli, con un senso, che non trovano risposte con le categorie matematiche, ma che non sono neppure irrazionali. Domande che non portano verso i dogmi – è il dogmatismo la cosa che Odifredi critica più di tutte nel cattolicesimo – ma verso la persona Gesù Cristo. E’ dall’incontro con essa che tutto discende, compresi i dogmi che nascono però da questo rapporto personale ed inter-personale senza il quale tutto perde di senso. E’ qui – ha spiegato sempre la Binetti – che si giocano pure le domande di senso ad esempio sul dolore, sulla sofferenza, sulla vita.
Ma la sorpresa più grande, almeno per il sottoscritto ma credo pure per molti degli uditori, è stata Piergiorgio Odifreddi. Il suo discorso d’esordio mi ha spiazzato: “Da ateo praticante dico che c’è forma di religiosità alta e spiritualità alta nell’universo e che anche uno scienziato non ha difficoltà ad accettare: esiste un Logos, una Ragione con la R maiucola che permette a noi che siamo dotati di una ragione con la r minuscola di cogliere le leggi matematiche e universali che sono nell’Universo…”
Certo, poi Odifreddi dice che questa religiosità alta non si struttura in alcuna religione, che il Logos non è il Gesù Cristo di San Giovanni Evangelista… ma già sentirlo parlare in questi termini ha stupito.
La Binetti ha commentato: “Questa è una piattaforma comune. Per te forse di arrivo, per me di partenza…”
Odifreddi nei suoi interventi si è poi dimostrato sempre corretto, mai irriverente. Sembra insomma che da quando è stato lo scorso giugno a compiere il Cammino di Santiago (anch’io mi pongo delle domande esistenziali e delle domande di senso – ha affermato – ma son contento che la risposta non ci sia) ha acquistato una sensibilità e un rispetto che fino a qualche anno fa di certo non aveva.
Personalmente ci leggo l’evoluzione di pensiero e di atteggiamento di un uomo che è in cammino, e non solo fisicamente sulla via dei pellegrini di Compostela. Le domande di senso – ha concluso Paola Binetti – la voglia di bello, di buono e di vero sono connaturate nella natura umana: un Dio che è amore è la risposta, ma una risposta che giunge per ognuno in maniera personale. Odifreddi ha perso la fede a 14 anni… chissà, magari un giorno la ritroverà pure.
Andrea Macco