Il tempo per aggiornare queste pagine si è, negli ultimi anni, drasticamente ridotto. L’impegno per una didattica non del nascondimento, ma intessuta di tutto il vissuto scolastico (lezioni, schede, laboratori e, su tutti, il voler insegnare un metodo prim’ancora che dei contenuti) assorbe molte delle mie energie.
In parallelo ci sono altri impegni di vita (i miei ragazzi scout… e poi nuove pubblicazioni letterarie cui sto lavorando da tempo, e altro ancora di cui ora non è bene che mi prolunghi a parlare) e così ho preferito aggiornare più le pagine social (instagram su tutti, usato anche come piattaforma per alcuni progetti di Fisica con le mie classi del LES ai tempi del Liceo Pertini… chissà se riuscirò a usarlo anche per qualcosa con i miei nuovi studenti dello Scientifico Laboratoriale KING…?) piuttosto che questo blog. Spero che i lettori comprendano. Tra questi ce ne è uno con cui, più di tutti, mi devo pubblicamente scusare. È l’indomito Paolo Diodati di Perugia che, dopo alcuni anni di pausa, ha ripreso, dal periodo della pandemia, ariunire la Commissione per l’Asino d’oro per nuove assegnazioni.
Il sottoscritto – visto il poco tempo a disposizione – si è fatto da parte per quel che riguarda la disamina delle candidature. Il fatto, poi, di aver ospitato un premio e di aver sostenuto alcune candidature in passato, non significa approvare necessariamente ogni altra candidatura presente e futura. Semplicemente, ho preferito per questi ultimi premi assegnati, mantenere un atteggiamento di neutralità. In ogni caso, come giusto che sia (e come promesso da tempo all’amico Paolo) ho provveduto ad aggiornare la PAGINA DEDICATA.
Sperando, un giorno, che né il sottoscritto, né qualche suo ex studente possano finirci in virtù di qualche strafalcione scientifico che possa essere scappato in qualche laboratorio scolastico o appena fuori del mondo della scuola…!
Accompagniamo l’aggiornamento della pagina anche con le foto che Paolo Diodati ci ha inviato a riguardo del premio recentemente assegnato per il 2021. Sperando, davvero, che il futuro ci riservi un periodo senza più pandemie, isolamenti e davvero poco efficaci didattiche a distanza. Una parola che, evocata, meriterebbe, lei da sola, un asino d’oro speciale: quello della madre di tutti gli asini d’oro. Perché senza scuola, come diceva un altro collega che gode della mia stima, il prof. Raffaele Mantegazza di Milano, crescono nuove generazioni prive della sola cosa che possono davvero temere i potenti dispotici: teste in grado di ragionare!
Il 2020 si sta concludendo… prof. Andrea Macco, ci dà un suo commento flash sulla famigerata “DAD”, la Didattica a Distanza…?
La Dad? Nonostante tutto, noi ci abbiamo provato e ci stiamo provando!
A fare cosa, prof?
A far andare avanti la scuola nel suo momento forse più difficile… almeno parlo da quando la frequento io che ho 38 anni… E non dico solo di “tenerla a galla”: si tenta, con le poche risorse che si hanno ma, soprattutto, con tanta buona volontà, di farla navigare in maniera efficace e un minimo costruttiva!
Manca la progettualità?
In questo momento manca senz’altro una progettualità a medio e lungo termine. A volte manca pure quella a breve termine, nel senso che si sa l’orario di una settimana e non di quella dopo… E non voglio dare la colpa a nessuno in particolare: è la realtà della maggior parte delle scuole se non di tutte quelle Superiori… In questa situazione di “navigazione a vista” dobbiamo inserire la didattica di ogni insegnante e far sì che risulti non uno spreco di tempo e risorse ma che sia comunque efficace…
Senza che gli studenti si imboschino, facciano pseudo interrogazioni, copino le verifiche e non seguano quasi più veramente le lezioni? Perché queste sono le cose che si sentono dire…
Già… tutto questo fa parte della attuale realtà scolastica, almeno di quella in Didattica a Distanza. E’ un dato di fatto. Chi lo nega ha gli occhi foderati di prosciutto oppure vive in una realtà davvero fortunata.
Quindi la Didattica a Distanza è un fallimento?
In parte lo è. Specie se ci si ostina a voler adattare il modo di fare scuola in presenza con quello a distanza. Occorre un cambio di prospettiva, di passo, di organizzazione … mentale prima ancora che pratica.
E lei c’è riuscito prof?
Sono sincero: solo in parte. Fatico come tutti, ma non mi arrendo. Cerco nuove idee, cerco di non abbandonare gli studenti. Cerco di agganciarli comunque, in qualche modo. E per fortuna non sono il solo a farlo. Anche se… la mentalità della scuola fatta di lezioni frontali, interrogazioni, verifiche basate sulle conoscenze è molto radicata intorno a noi.
E come si fa a non valutare le conoscenze?
Semplice, si valutano abilità e, soprattutto, competenze. Si devono valutare i processi con cui gli studenti lavorano e giungono ad una risposta, non la risposta contenutistica in sé la quale – siamo sinceri – è sotto gli occhi di tutti in qualunque momento. Internet, una persona collegata dall’altra parte dello schermo, gli appunti (quando ci sono e sono stati presi!) tenuti aperti a fianco del PC. Chi nega queste cose o è un illuso o è un passo, che dico?, dieci passi indietro rispetto agli studenti. In pratica: li ha persi.
Quindi, in concreto: non ti chiedo più di dirmi la soluzione di un problema, ma di spiegarmi i passaggi che hai fatto per arrivarci. Ti faccio vedere un’equazione risolta in maniera errata da un compagno e ti chiedo di trovare il passaggio che contiene un errore. Non ti chiedo di dirmi un limite, ma di segnarlo sul grafico o di leggerlo sullo stesso. Non ti chiedo cosa dice la Legge di Coulomb ma ti faccio vedere un video con un esperimento che la richiama e ti chiedo di commentarmelo sulla base di quanto abbiamo visto insieme. E valuto la tua partecipazione, i tuoi interventi durante le video-lezioni on-line. Premio se ci sei, se intervieni e come intervieni: premio se scegli di sbagliare con la tua testa (ma la usi!) piuttosto che far giusta con quella di qualcun altro. Valuto il processo, rinuncio alle conoscenze.
Ma è più difficile così!
E chi ha detto che sarebbe stato più facile? Valutare le competenze è un processo più difficile sia per il valutatore sia per chi è valutato.
E per chi non si fa valutare e si “imbosca”?
Quello è il vero problema. Chi in DAD si perde. Ci sono due categorie: gli “sperduti” veri, che vivono reali problemi nella loro situazione familiare (il covid c’è e i parenti che perdono il lavoro, che finiscono all’ospedale o, peggio, che lasciano un adolescente a dover affrontare la vita da soli proprio ora ci sono, purtroppo, proprio nelle nostre realtà e vite…). Sperduti veri possono anche essere quegli alunni che, comunque, specie a lungo termine, non riescono a seguire a distanza, non per pigrizia o volontà debole ma perché manca loro la presenza, il contatto fisico con i compagni e con una classe, con gli spazi di un’aula, col docente che gira tra i banchi, che magari “obbliga” a tirare fuori i quaderni o che “manda alla lavagna” a svolgere un esercizio guidato, ma che così facendo dà un metodo. Oggi ancora non abbiamo un metodo per una DAD efficace. Non è presente nei nostri regolamenti, né nella prassi quotidiana, perché la prassi si costruisce con mesi e anni di esperienza sul campo, di tirocini, di confronti, di generazioni che trasmettono una all’altra le buone pratiche da mettere in campo.
Ma torno agli “imboscati”. Ci sono poi gli “sperduti” fasulli, che accampano scuse, che non ne hanno voglia, che diventano “poltronai” a cui aggiungo l’aggettivo “ignoranti”. Se uno fosse solo poltronaio ci potrebbe stare, mica tutti dobbiamo essere iper-attivi e ultra-efficicenti, no? Ma il guaio è l’ignoranza che si porta dietro: vorrei dire molti, ma dico speranzosamente alcuni… Alcuni si ritroveranno diplomati senza sapere nulla e senza sapere fare nulla. Queste persone che faranno poi nella vita? Continueranno a fare i poltronai? A vivere di espedienti? Magari sì… ma magari, invece, malediranno i tempi della DAD e di tutto ciò che “avrebbero potuto imparare” e che, invece, ora noi non gli abbiamo saputo dare, ora loro hanno scelto di non apprendere.
E dunque, lei che fa con queste persone?
Soffro. Sento che mi manca una parte di classe. Non riesco a vedere se qualcuno “dorme” in classe. Fatico molte volte a capire se la classe ha davvero capito la mia lezione. Magari dialogo con 5-6 studenti che sono interessanti e che vogliono davvero capire le cose ma…tutti gli altri?!?
Soluzioni?
Ne vedo tre: 1) chiedere aiuto agli altri colleghi. Fare rete. Per quanto questo sia contro-effettuale, dal momento che anche noi insegnanti ci troviamo “isolati” dietro i PC. Manca l’incontro in sala insegnanti, nei corridoi, al cambio dell’ora. Quelle che sembravano perdite di tempo, scambi al volo, lagnanze su Tizio che ha fatto male la verifica di recupero facilissima, Caio che dopo due ore di Letteratura medievale con interrogazione annessa è bollito, non interrogarlo se puoi e Sempronio che era per tutta l’ora distratto a guardare e ridere con la compagna con cui ci prova… in realtà erano scambi preziosissimi per avere “il polso” della classe. Oggi mancano tantissimo e bisogna cercare di ritagliarsi momenti extra per averli.
2) sperare in un presto ritorno in presenza e una didattica che non proceda solo a distanza. Ci fosse una alternanza tra DiP e DAD , allora i momenti di lezione con le tecnologie sarebbero una risorsa. Trasformati in una Didattica a Distanza al 100% divengono duri, lunghi e pesanti da affrontare. Perché certe cose si possono adattare, altre addirittura in DAD possono essere migliori: l’uso di software didattici, di presentazioni, di contenuti multimediali… e pure i problemi di disciplina sono quasi azzerati… Ma a che costo? Ci sono cose che – dicevo prima – sono insostituibili. Quegli sguardi…. le lavagnate che danno un colpo d’insieme… il girare tra i banchi… il pescare chi dorme e chi è distratto…
Ha reso l’idea prof! Senza parlare della valutazione in presenza che, come diceva lei prima, è tutt’altra cosa rispetto a quella a distanza. E la terza soluzione che aveva in mente?
La terza strategia si chiama ingegno. Innovazione. Creatività. Il tirare fuori cose vecchie e cose nuove, combinarle e… sperimentare. Io li ho chiamati “progetti” ma non sono – per fortuna! – l’unico ad averli messi in campo. In rete ho trovato bellissime idee, non solo per le mie materie (anzi, nelle mie si scarseggia un po’…) con role-game, progetti multisciplinari, piattaforme on-line e social volte a catturare e coinvolgere chi si è perso, ma anche per dare nuovi stimoli, al passo con la società… insomma strategie e progetti per tutti, volenterosi e meno volenterosi.
E lei che ha fatto prof? Su, ce lo dica!
L’anno scorso fu il Progetto Fi-l-Ma…. Ricordate? [Lo abbiamo presentato QUI] Quest’anno… è il progetto FisicaLes…. Di che si tratta? Beccatevi il video di lancio e … se vi piace o vi incuriosisce l’idea (e avete un profilo Instagram) potete seguirci sulla pagina dedicata (QUI)
Grazie prof, lo faremo senz’altro! E che il 2021 sia in Presenza o ancora a Distanza, auguri a lei e ai suoi studenti con i suoi Progetti!
In tanti mi avete scritto di conoscere i dettagli di questo progetto nominato anche dal MIUR e citato come buona pratica di Didattica a Distanza nel Convegno Nazionale “L’ora di lezione digitale” dello scorso 8 Maggio 2020. In particolare nell’intervento della prof.ssa Roberta Camarda:
Che cosa è il progetto Fi-l-Ma?
Fi-l-Ma è un progetto multidisciplinare basato su alcuni Film inerenti la Fisica e la Matematica (da cui questo acronimo). Ha coinvolto, oltre le due discipline citate, anche lettere, storia, discipline artistiche, discipline sociali e cinematografia. A tutto questo si è aggiunta la parte di educazione e formazione al digitale…
Quando e da chi è stato sviluppato il progetto?
Il progetto è nato durante la DAD (Didattica a Distanza) da una idea del sottoscritto, prof. Andrea Macco, supportato da alcuni docenti di sostegno del Liceo Pertini di Genova. In particolare la prof.ssa Concetta Caltabellotta e i professori Alessandro Raso e Vincenzo Mulinaro. Il progetto è stato presentato alle due classi IV Liceo del LES. Successivamente, visto il successo didattico e formativo ottenuto, è stato anche riproposto alla classe V Liceo, anche qui con risultati più che buoni.
Come è stato strutturato il progetto? Esiste del materiale?
Per le classi IV Liceo, il progetto è stato presentato dal sottoscritto (insieme ai colleghi sopra citati) durante le lezioni sincrone on-line, mediante il supporto di queste slides e la proiezione, commentata, dei trailer dei film selezionati.
Per la classe V Liceo, invece, ho realizzato due video (I parte e II parte) a-sincroni di 15 minuti l’uno per la presentazione del progetto stesso.
Suddetto materiale è disponibile QUI in questa cartella Drive. Se ne fate uso, mi farebbe piacere se citaste la fonte ma, ovviamente… il tutto è lasciato alla vostra deontologia professionale!
Che tipi di lavori sono stati prodotti? Sono stati valutati?
Gli studenti potevano scegliere di lavorare da soli o in piccoli gruppi. Gli elaborati (ecco la formazione al digitale) dovevano essere di tipo digitale, dal semplice documento di testo, per passare alla presentazione powerpoint, fino alla produzione di video più o meno elaborati.
Sono stati valutati secondo questa griglia di valutazione:
Nel file Progetto Fi-l-Ma: analisi finale del progetto sono mostrati i risultati ottenuti dagli studenti delle due classi IV LES. Per la classe V LES è stato eseguito un video di restituzione con citati i migliori progetti. Lo trovate nella cartella di drive.
E ci sono state sorprese e progetti particolarmente ben fatti?
Fi-l-Ma è stato una autentica sorpresa in tutto e per tutto: la risposta degli studenti è stata, nella maggior parte dei casi, oltre le aspettative. Con punte di eccellenza. Ho raccolto, con il consenso degli autori, gli elaborati migliori in questa cartella. Il più bello – a cura di Ilaria Marasso e Samuele Loscalzo di IVF – è stato messo in evidenza anche nella home-page del Liceo Pertini – e vi consiglio davvero di visionarlo!
Ripeterai questa esperienza? Hai altri progetti simili?
La collega Cetti Caltabellotta dice che io sono un vulcano di idee e… “chi lo ferma il prof. Macco?” In realtà si tratta di avere gli stimoli giusti, i gruppi-classe adatti. Nel mio caso devo davvero ringraziare le due classi che hanno inizialmente aderito al progetto ma soprattutto i colleghi che mi hanno fin dall’inizio supportato e spronato e che mi hanno poi affiancato passo-passo.