La mia avventura di Giornalista (metto la G maiuscola come alcuni amici fanno per indicare che la mia collaborazione è avvenuta in questi anni con il quotidiano il Giornale) iniziò 4 anni fa (2005) con il Festival della Scienza di Genova. Da allora, i pezzi complessivamente pubblicati hanno superato a poco il numero di 150. In mezzo vi è anche stato il premio (assolutamente inaspettato) vinto proprio in relazione al Festival della Scienza: premio dei lettori come miglior giornalista del Festival 2007.
E così, per il quinto anno, riprendo a visitare e osservare da vicino quel che accade al Festival della Scienza di Genova. Gli articoli che scrivo sono in qualche misura diversi da quelli che si leggono sugli altri quotidiani: vorrebbero unire al rigore della Scienza quel che il visitatore del Festival sente e vive. Per questo ogni tanto mi permetto di pubblicare delle lagnanze, degli aspetti che non vanno. So che lì per lì c’è sempre qualcuno che ci resta male, ma c’è anche chi – a distanza di tempo – mi viene a ringraziare e coglie il lato costruttivo della mia critica.
La cosa strana è che mi dicono talvolta che sono solo io a scovare tutte le cose che non vanno o le lagnanze. La cosa ancora più strana è che di altri giornalisti in giro per gli stand ne incontro sempre pochissimi. Sala stampa sempre affollata, tante interviste, conferenze con i “nomi grossi” ultra seguite. Ma quando si tratta di confondersi tra la gente, tra i visitatori qualsiasi, il giornalista quadratico medio storce il naso. Io talvolta nemmeno mostro il pass da giornalista, non mi porto dietro la truppa di fotografi e telecameramen e non chiedo di parlare con il curatore della mostra se non dopo averci messo il naso di persona, come un qualunque altro visitatore. Mi avvalgo invece di molti altri occhi: amici, parenti, conoscenti… che visitano e vivono il Festival e a cui chiedo un parere schietto e genuino.
I miei articoli sono il frutto di tutto questo, cui posso aggiungere ogni tanto le mie competenze scientifiche. Avere una Laura in Fisica dovrebbe permettere di capire se si stanno sparando fregnacce presentate come del bel fumo colorato oppure se c’è davvero qualcosa di valido.
Altri segreti non ce ne sono. Se non l’ultimissimo: la passione di scrivere che osservo che proprio non vuole nè abbandonarmi né morire. Come il Festival della Scienza: sempre pronto, anche quando non tutto gira alla perfezione, di stupirci un po’ con la sua creatività, con il suo entusiasmo.
Andrea Macco
I primi articoli di quest’anno li potete leggere qui:
Con l’«ecodieta» si risparmia energia
Al settimo Festival il geyser non gasa, la guida non guida
Telecom: Il digitale per curarsi e tenere d’occhio la casa