Le criticità delle centrali elettriche a idrogeno

 Pubblico un interessante e puntuale articolo di Carlo Cerofolini  in merito ad una errata propaganda pubblicitaria (non la definirei una bufala al 100%, ma può rischiare facilmente di esserlo, perlomeno a livello mediatico) sulle centrali elettriche ad idrogeno.  

 Come abbiamo numerose volte detto su questo blog, ben vengano le ricerche su fonti energetiche alternative: la crisi energetica si può e si deve affrontare con un equilibrato mix energetico. Tuttavia non si speri di aver risolto tutto con l’idrogeno. Come avevamo già dibattuto per il caso di EOLO, la macchina ad aria compressa (vedere QUI il post e la discussione), e come precisato ancor meglio da un articolo di  Sabino Gallo (L’idrogeno: una illusione possibile, cliccare QUI) l’Idrogeno NON è una fonte energetica primaria, bensì la si ottiene da altre fonti di energia! Pertanto sia chiaro che l’utilizzo dell’Idrogeno equivale solo a spostare il problema energetico a monte e non certo ad eliminarlo! 

 Buona lettura! 

 Andrea Macco 

Fusina (VE): la prima centrale elettrica italiana ad Idrogeno

Sulla stampa, di recente, è stata annunciata con grande enfasi la notizia che in Italia, e precisamente a Fusina (VE), è entrata in funzione la prima centrale elettrica Enel sperimentale al mondo (sic!) – da 16 MW e dal costo di 50 milioni – che usa idrogeno (H2) come combustibile e che avrà minori emissioni di anidride carbonica (CO2) di 17.000 tonnellate anno, in confronto ad altre centrali termoelettriche – di cui però non si specifica esplicitamente il combustibile fossile usato – e fornirà energia pulita a 20 mila famiglie per 60 milioni di KWh annui. Detta così questa notizia appare positiva, soprattutto per chi crede che i supposti cambiamenti climatici siano dovuti all’anidride carbonica antropica. La realtà, però, è assai diversa, come risulta anche da quanto segue. 

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Chiarezza sulle Scorie nucleari (II puntata)

Riprendo l’approfondimento sul tema Nucleare sulla scia del post dello scorso 28 gennaio: Facciamo chiarezza sulle Scorie radioattive (I puntata). Avvalendoci sempre della collaborazione di Sabino Gallo, passiamo ad esaminare l’aspetto più delicato inerente il Nucleare: la gestione delle scorie radioattive. Nella prima puntata avevamo parlato della loro classificazione, ora vediamo cosa nell’Unione Europea in concreto si fa dei circa 40.000 metri cubi di rifiuti radioattivi prodotti ogni anno  (circa 90 cm^3 all’anno per persona). Come già ribadito, questi dati comprendono  le “scorie” provenienti dal Nucleare “civile”, compresi quelli frutto dei settori ricerca e medicina.

Sperando di dare un contributo alla buona divulgazione scientifica, con buona pace per chi vorrebbe inviare nello spazio (con costi esorbitanti) tutti i rifiuti radioattivi della Terra.

Andrea Macco

 

LA GESTIONE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI

 Si stima che nei Paesi europei più industrializzati si producano,annualmente, circa 2500 kg  per  abitante di rifiuti, da attività industriali molto diversificate e di cui l’uomo ha comunque bisogno per sopravvivere.

Almeno 100 kg di questi contengono sostanze tossiche o nocive per la salute umana e per l’ambiente ; tanto numerose da risultare di difficile classificazione ed ancora più difficile gestione.

A questi rifiuti convenzionali si aggiungono i rifiuti radioattivi di attività note e comuni (medicina, ricerca,ecc.) e, soprattutto, quelli  prodotti dalla industria elettro-nucleare (nei Paesi in cui esiste), sulla cui gestione l’opinione pubblica è spesso divisa da dubbi e pregiudizi, perché ne ha una conoscenza approssimativa.

Per valutare i criteri di scelta delle soluzioni tecniche di una loro gestione sicura, è necessario tener presenti alcune considerazioni fondamentali: 

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Facciamo chiarezza sulle Scorie radioattive (I puntata)

Il dibattito sul Nucleare è vivoIl dibattito sul Nucleare è da sempre vivo su questo Blog. Tante volte siete voi lettori e compagni di pianerottolo che lo rendete vivo, con interventi o commenti che tante volte mi rivolgete a voce o privatamente. Grazie: è con le domande e la voglia di sapere che una società si arricchisce e cresce.

Nello svilupparsi di questo costruttivo dibattito,  le tematiche su cui è emersa una maggior nebulosità sono state tre:

1. I termini del Referendum sul Nucleare

2. Le scorie Radioattive

3. Le centrali “veloci” sul cui principio si stanno progettando le Centrali di IV generazione.

Il punto n. 1 è stato affrontato le scorse settimane:  Chiarezza sul Referndum sul Nucleare del 1987.

In successive puntate vediamo ora di affrontare gli altri punti che, come cercheremo di mostrare, sono strettamente legati tra loro. Parlo al plurale, perchè mi aiuterà in questo compito Sabino Gallo, ingegnere nucleare che ha lavorato diversi anni in Francia, ex dirigente di Ansaldo in pensione e che in Italia può essere definito senza retorica uno dei massimi esperti dell’argomento.

Sperando di fare cosa gradita ai cercatori di verità, e disponibili come sempre ad un dibattito nei commenti, buona lettura!

Andrea Macco

CLASSIFICAZIONE DELLE “SCORIE NUCLEARI”
e degli altri rifiuti radioattivi 

Con il rinato interesse per il “nucleare civile”, le “scorie nucleari” sono uno degli argomenti più evocati dal pubblico italiano, per il timore sospettoso e indefinibile che essi generano.

Per dare consistenza programmatica agli attuali orientamenti di un ritorno a questa fonte di energia,con un vasto consenso dei cittadini,appare necessario trasferire al pubblico una conoscenza sufficiente e corretta della reale dimensione di questo problema.  

In conformità con le indicazioni dell’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), si definisce “rifiuto radioattivo” : “ogni materia la cui radioattività non permette un rigetto diretto nell’ambiente e di cui non si prevede una utilizzazione ulteriore”.

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