Interroghiamo le stelle sul GR2

La mia radio-sveglia è sintonizzata da qualche mattina su Radio2. Ho scoperto che alle 7.30 c’è subito il Giornale Radio. Per chi ama tenersi aggiornato è uno ottimo strumento. Ma cos’altro scopro?

oroscopoChe puntualmente il GR delle 7.30 si conclude con “L’oroscopo di Linda Wolf” – e già qui uno si chiede: dunque gli oroscopi sono una notizia vera, oppure le notizie vere vengono ottenute leggendo i fondi di caffè?

Seconda domanda che il cervello che inizia a carburare di prima mattina si pone: La signora Linda Wolf chiama il GR2 col cellulare visto che fa oroscopi brevissimi per risparmiare, ad esempio: “Bilancia: bene!”; “Ariete: minchia che giornata!”.

Allora – nel frattempo sono pronto per uscire, al Toro il GR2 ha appena detto di stare concentrati di testa! – mi domando:
1) ma perché il GR2 si occupa di oroscopi?
2) ma perché i difensori delle scienze teologiche e naturali non intervengono a protestare, come fanno con la gente che vende i numeri al lotto nelle tv private?
e soprattutto: 3) quando Linda Wolf va in pensione, posso venire io a fare gli oroscopi visto che più d’una volta mi hanno spacciato per Astrologo?

(Nota: per chi non lo sapesse sono Laureato in Astrofisica e, come è evidente e noto, un Astrofisico si occupa degli influssi magici e astrologici sulla vita delle persone… – Si vedano i post il Mestiere del Fisico e come risposta scientifica La Scienza del Culto del Cargo).

Anno Internazionale dell’Astronomia: si parte

Pubblico il Comunicato Ufficiale dell’INAF (Istituto Nazionale di AstroFisica).

Durante il corso di questo 2009 dedicherò su questo blog vari post, approfondimenti e discussioni, per compiere con i miei 25 (e più) lettori un cammino che sia marcato  da quella che ritengo una delle  peculiarità più caratterizzanti il mondo dell’Astronomia e dell’Astrofisica: lo STUPORE.

Buon Anno dell’Astronomia a tutti!

Andrea Macco

 

Sono trascorsi 400 anni da quando Galileo, osservando per la prima volta il cielo con un cannocchiale, lo rese più vicino a noi di quanto non fosse stato mai. Ed è proprio quel suo gesto di scoperta, di avvicinamento, di coinvolgimento in prima persona ad animare le iniziative e lo spirito dell’Anno internazionale dell’Astronomia, la cui inaugurazione ufficiale avverrà a Parigi domani 15 gennaio 2009. «L’Universo, a te scoprirlo»: questo l’invito del comitato organizzatore che risuonerà in ben 135 Paesi nei prossimi 12 mesi, proponendo a tutto il pubblico innumerevoli occasioni per avvicinarsi alla conoscenza del cosmo.

Ma cosa ci riserverà l’Astronomia in questo 2009 che la celebra, e negli anni a venire? «Sicuramente molte sorprese, così come ha sempre fatto», afferma Tommaso Maccacaro, presidente dell’INAF. «Una su tutte sarebbe dirompente: la prima immagine d’un pianeta simile alla Terra, situato nella cosiddetta fascia abitabile della sua stella, che mostri quelle caratteristiche che pensiamo siano adatte allo sviluppo della vita. Questo, in attesa di scoprire nella nostra Galassia, o in altre lontane, “prove” dell’esistenza, anche passata, di forme di vita intelligente. Una scoperta del genere, come le osservazioni di Galileo di 400 anni fa, avrebbe un profondo impatto scientifico e culturale e ci porterebbe a riconsiderare, ancora una volta, il ruolo dell’Uomo nell’Universo».

Per l’Italia, il coordinamento dell’Anno internazionale dell’Astronomia è affidato all’INAF, che raccoglie sul sito www.astronomy2009.it le numerose iniziative in programma. Iniziative proposte e organizzate, oltre che dallo stesso INAF, dalle Associazioni di Astrofili, dai Planetari, dalle Università, dagli Enti locali e da tanti altri soggetti. Nel sito sono già presenti molte diecine di eventi, attività, conferenze previste in tutt’Italia nell’immediato futuro, ma senz’altro il numero è destinato ad aumentare di molto man mano che ci addentreremo nel 2009. Le prime due attività targate INAF in calendario avranno inizio già domani: la partecipazione, con il radiotelescopio di Medicina (BO), alla «maratona osservativa» della rete globale VLBI e il lancio del blog «Professione Astronoma».

La maratona VLBI, che avrà inizio domani 15 gennaio e una durata di circa 32 ore, consiste in un’osservazione sincronizzata di tre quasar (J0204+1514, 0234+285 e 3C395) tramite 17 fra i più grandi e importanti radiotelescopi del mondo, sparsi fra Asia, Australia, Europa, Nord America e Sud America. Un’iniziativa di grande valore simbolico, considerando che nel 2009 ricorre anche il centenario del Nobel a Guglielmo Marconi, ma anche una sfida sul piano scientifico e tecnologico. Usando una tecnica astronomica chiamata E-VLBI (Electronic Very Long Baseline Interferometry), infatti, i radiotelescopi osserveranno le stesse sorgenti simultaneamente, comportandosi come un’unica gigantesca parabola estesa per migliaia di chilometri. E verranno prodotte in tempo reale immagini che avranno un livello di dettaglio 100 volte superiore a quello dei migliori telescopi ottici esistenti. «L’Italia parteciperà all’osservazione con il radiotelescopio di Medicina, vicino a Bologna», spiega Luigina Feretti, direttore dell’Istituto di Radioastronomia dell’INAF, «che grazie al collegamento in fibra ottica fino a 1Gbit/sec ha le carte in regola per prendere parte a questo importante esperimento».

«Professione astronoma», declinazione italiana del progetto internazionale She Is An Astronomer, volto a promuovere le pari opportunità nell’astronomia, partirà con un blog sull’astronomia tutto al femminile, per suscitare l’interesse verso questa professione meravigliosa attraverso il contributo e il contatto con astronome contemporanee. A partire dalle ricercatrici che vi scrivono, coordinate da Ginevra Trinchieri dell’INAF-Osservatorio astronomico di Brera, che si augura di «coinvolgere quante più astronome, e future astronome, possibile». Un’anticipazione sul primo post? «La mia personalissima visione dell’avventura che ci attende» dice Trinchieri. Nel corso dell’anno, «Professione Astronoma» si arricchirà anche di un’iniziativa legata a studi e valutazioni statistiche sulla realtà professionale della donna astronoma di oggi. Tutto su www.professioneastronoma.it a partire dal 15 gennaio.

Da Leopardi all’LHC: quel che ci insegna oggi l’Astronomia

La più sublime, la più nobile, tra le fisiche scienze ella è, senza dubbio, l’Astronomia. L’uomo si innalza per mezzo di essa come al di sopra di se medesimo, e giunge a conoscere la causa dei fenomeni più straordinari”. (Giacomo Leopardi – Storia dell’Astronomia) 

Sarebbe interessante capire che intendesse Leopardi con l’espressione “conoscere la causa dei fenomeni più straordinari”. Che alludesse all’astrologia o all’astromanzia? Probabile. Oppure che avesse già in mente quegli studi che il Fisico del Nuovo Millennio avrebbe compiuto indagando il comportamento delle stelle, buttando giù le equazioni in grado di descrivere perfettamente la loro nascita, la loro vita e persino la loro morte, in ogni singolo dettaglio?

Dallo studio delle stelle negli ultimi anni la nostra conoscenza ha dilato le dimensioni dell’Universo, ne sono nati strumenti di comunicazione e osservazione sempre più potenti e scoperte in vari settori delle scienze che forse, magari, non sarebbero mai avvenute. Guardando ciò che nel cielo risplende abbiamo scoperto, paradossalmente, che c’è pure molto altro che non brilla affatto e che non vediamo: è la materia oscura   

Rappresentazione al calcolatore di un buco nero

Rappresentazione al calcolatore di un buco nero

A proposito, amico lettore, lo sapevi che affinché una stella morente possa dare vita ad un Buco Nero occorre che la sua massa sia superiore al cosiddetto  Limite di Chandrasekhar?

Esso è pari a 1,44 volte la massa del Sole, ossia, in chilogrammi, un 3 seguito da 30 zeri.

 
Sembra che in questi giorni vada di moda sparare a zero sul nuovo esperimento del CERN, l’acceleratore di particelle LHC: colorare con toni apocalittici l’imminente fine del mondo è una notizia che riesce a riempire paginate di giornali, riviste e forum su internet in maniera sorprendente. Dite davvero che è possibile che si crei un buco nero da semplici particelle elementari che collidono?!? Le energie in gioco delle particelle (PARTICELLE!) accelerate si avvicinano a quelle in gioco all’inizio dell’Universo ma… le 1,44 masse solari?!? Abbiamo a disposizione, al più, una sola massa terrestre, pari a 6 x 10^24 Kg (un 6 seguito da 24 zeri). Dite che è proprio la stessa cosa? Mancano giusto giusto 6 zeri, 1 milioni di chili da reperire dal nulla… Sicuri sicuri che il buco nero nascerà?!?  
 

Torniamole a guardare le stelle, ma senza spasmi e testamenti da stilare. L’unica cosa da conservare davvero è lo stupore. Lo stesso che aveva Leopardi due secoli fa.

 

 

 

La trottola di Einstein

Sono abbonato da tempo alla newsletter della U.A.I. UNIONE ASTROFILI ITALIANI – http://www.uai.it e penso sempre che dovrei cancellarmi. Arrivano sempre notizie troppo belle, ricche di fascino, di stupore, di argomenti che mi ero messo a studiare sempre con passione. E ora che le pieghe della vita mi hanno portato ad occuparmi di altro, leggere alcune delle cose in cui avevo messo naso, conti, equazioni, discussioni… come dire? Non è un toccasana al cuore.

Però le stelle e il cielo son belli lo stesso, anche senza equazioni. Perché in fondo son di tutti e ti permettono di provare il senso dell’infinito e di far danzare liberi i propri sogni, anche e soprattutto quelli che non si realizzeranno mai.

Albert Einstein mentre scrive alla lavagna l'Equazione della Relatività Generale

Equazione della Relatività Generale scritta alla lavagna da Albert Einstein

 Chissà se il buon Einstein sognò mai il giorno in cui sarebbero giunte le prove sperimentali della sua Teoria della Relatività Generale? Una teoria affascinante, costruita in analogia con le Equazioni di Maxwell, per far rientrare anche la gravità in un quadro unitario più generale. Mentre per le Teoria della Relatività Ristretta (o Speciale) c’erano molte osservazioni sperimentali e, dunque, tutti i presupposti per testare subito la bontà della teoria, per la gravità c’era solo quel che si conosceva fin dal tempo di Galilei e Newton e poco più. La Legge della gravitazione universale di Newton valeva e funzionava bene. Vale ancora, amici, perché abbiamo la fortuna di vivere in un sistema solare dove lo spazio-tempo è pressoché piatto, vige la geometria euclidea, la massa della Terra e anche quella del Sole (che è più di 1milione di volte quella della Terra) sono ragionevolmente “piccole”. E così le correzioni che le equazioni di Einstein introducono sono così piccole, per il sistema solare, da poter essere quasi trascurate… Indovinate, dove è che queste correzioni si potranno scorgere giusto un pelo di più? In prossimità del pianeta più vicino al sole, Mercurio, la cui orbita è deformata esattamente di quel tanto che prevedono le soluzioni dell’Equazione einsteiana.

Ma definire questa sola osservazione una “prova” è un po’ poco. Ci vogliono molti più dati per convalidare una teoria. La cosa straordinaria è che col passare del tempo e con il crescere delle nostre informazioni sull’Universo lontano, scopriamo oggetti sempre più grandi e dalle caratteristiche sempre più bizzarre. Oggetti enormi in confronto al nostro Sole… proprio quegli oggetti che fanno al caso della Relatività generale!

sistema di pulsar doppio in grado di generare la Trottola di Einstein

Schematizzazione di un sistema di Pulsar doppio in grado di generare la Trottola di Einstein

Tra questi oggetti spiccano le PULSAR, delle stelle “pulsanti”, con massa 100 mila volte più grande di quella della terra, che emettono onde elettromagnetiche ruotando su se stesse con un periodo costante. Se una pulsar si trova accoppiata con una sua gemella, allora i loro moti si accoppiano in maniera particolare. Il moto di una singola pulsar è infatti assimilabile a quello di una  trottola. Avete presente? Essa  compie quel bizzarro moto intorno al suo asse che i Fisici chiamano moto di precessione. Se la nostra trottola è ora messa vicina ad un’altra trottola che succede? Classicamente nulla, Moto di precessione di una trottolaognuna compie il suo moto (sempre che non urtino o non interferiscano magneticamente). Se invece le due trottole sono belle massive, la loro forza di gravità è tale che una può modificare il moto di precessione dell’altra. Questo effetto, battezzato anche come “moto a trottola relativistico”, è stato oggi osservato da un gruppo di Astrofisici della Virginia tra cui un italiano (Andrea Possenti – INAF Cagliari) ed è stato pubblicato sull’ultimo numero di Science.

 

La Newsletter dell’UAI ne parla più dettagliatamente: cliccate qui per qualche dettaglio tecnico in più, cliccate qui per una bella galleria di immagini e di animazioni.

Per oggi è meglio smettere di sognare, anche se Leonardo diceva che non volge lo sguardo chi a stelle è fisso, è tempo di volgere lo sguardo altrove.

Andrea

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