Sono un paio di giorni che ho in mente questo post, dal fatidico giovedì 17 marzo 2011, centocinquantesimo dell’Unità d’Italia.
Un post dedicato a chi ci ha preceduto, a volte con le armi in mano, a volte con le idee, a volte con alti ideali, a volte con biechi interessi economici… ma se siamo arrivati fino a qui è anche grazie a chi ci ha preceduto e che, nel bene e nel male, ha lottato per ciò in cui credeva. Compreso il sogno di un’Italia unita.
Io ci metto anche i miei nonni, quello che combatté in Somalia e quello che fece la campagna di Russia. E dei cui racconti udii solo una piccola parte, da piccolo, tramandata a voce.
Spesso il rischio è proprio questo: che chi è stato protagonista cessi di raccontare, di tramandare e che frammenti importanti vadano persi… non vi pare che talvolta (troppo spesso) accada?
E quando ciò accade si perde di identità, perché se non si comprende da dove si arriva, difficilmente allora si ha chiara anche la meta, il dove si vuole arrivare. Oppure essa cambia, e si diventa “altro”, non più ciò da cui si era nati. Ciò a volte è un bene, altre volte invece una vana frustrazione.
E tu, Italia dai mille volti e dai tanti cuori, verso dove stai andando?
Chiudo con un video-musicale di una canzone di De Gregori molto nota. Ma è sempre bella riascoltarla per farci ricordare che la storia ora la facciamo noi, anche noi, cercando le radici e guardando alle mete da raggiungere.
Buon cammino nella storia, concittadini italiani!
Andrea Macco