[Cerco fatti di Vangelo] Da Cremona a Genova spinto dagli amici in carrozzina: il miracolo di Marco

Il desiderio di vedere il mare e poter fare un bagno. Un giovane bresciano disabile di 23 anni sta per coronare il suo sogno. E’ partito stamattina, spinto sulla sua carrozzella da tre podisti cremonesi. Un’iniziativa che rientra nel progetto estivo ‘Cremona nel sociale’ e vede la collaborazione fra il Coni, il Csi, i tre podisti, il Club Donatori del Tempo Libero di Cremona, che hanno realizzato la speciale carrozzina. Il gruppo, di cui fanno parte anche un medico e un infermiere, è partito stamane, salutato da una piccola folla l’arrivo a Genova è previsto per mercoledì.

(Da Primocanale.it) – Altre notizie su questo Sito. Ma anche altrove in rete.

Il sogno di marco si è realizzato. Il TG Liguria lo ha oggi inquadrato all’arrivo a Genova. Un volto raggiante, che sembrava in Paradiso. Il miracolo di Marco è questo: aver coinvolto un gruppo di amici in questa impresa e aver com-mosso (mosso non solo con la carrozzina! Ma con il cuore!) un sacco di persone.

Marco è un ragazzo da Vangelo. E’ un fatto di Vangelo. A me ricorda tanto, con i suoi amici, l’episodio del paralitico calato dal tetto… A volte che non si inventano gli amici mossi dal cuore!

Andrea

Amici, se avete altri fatti di Vangelo da segnalare o che voi stesso avete vissuto, segnalateli. Sono graditi  e saranno pubblicati!

 

 

Pensieri cupi? Uno spunto da Gibì

Riprendo la pubblicazione di vignette degli amici Gibì e Doppiaw. (Qui le scorse puntate: N.1N.2 )

Questa è dedicata a tutti i lettori che in questo periodo hanno la mente piena di pensieri che vanno dal grigio al nero profondo. In particolare penso all’amico scout Andrea, ricoverato inaspettatamente all’ospedale, che si crede solo e vede la vita tutta nera. Ci sia sempre per te una carezza dal cielo a ricordarti che la vita è bella, che essa può rendere il mondo un po’ migliore  e che va spesa con gioia.

Andrea

Autunno. Stagione delle metafore

Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle pioggie di settembre
torrenziali e piangenti
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest’autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.

(Vincenzo Cardarelli)

foglie d'autunno - foto A.Macco

Autunno, da sempre la stagione più ricca di sorprendenti colori. La stagione stessa ti sorprende, giornate fredde ma terse e giornate cupe e uggiose, in cui le fronde sono sbattute dal vento come l’anima sembra essere sbattuta, talvolta, dagli eventi della vita.
Nell’autunno Cardarelli coglie una metafora della vita che si spegne; personalmente ci vedo il continuo mutare dell’animo umano che, errabondo, cerca nuovi colori, nuovi venti per placare la sua inquietudine.
L’aria tersa è come se suggerisse agli occhi dell’anima di guardare lontano e poi ancora più lontano… il freddo che come un brivido percorre la terra è come se invitasse a godere del calore delle persone che si hanno vicine, della presenza dell’amico che riscalda, degli affetti che puri e gioiosi ci fanno riscoprire in una risata la gioia di vivere, e non di morire.

Andrea

Le nuove Lettere di Berlicche: demonizziamo Internet

Pubblico, come fatto già una volta in passato (cliccare qua), una brillante lettera di Berlicche comparsa sul suo blog. Per chi non lo sapesse, l’originale Le Lettere di Berlicche è un’opera epistolare di Lewis (lo stesso delle Cronache di Narnia) il cui protagonista è un diavolo, Berlicche, che cerca di istruire per via epistolare il nipote Malacoda mentre tenta maldestramente di portare sulla via della tentazione e del male il suo “assistito”. Le nuove lettere di Berlicche procedono sulla stessa scia, affrontando argomenti di più stretta attualità.

Buona lettura. Dibattito e pareri sulla lettera nei commenti.

 

Caro Malacoda, diavolaccio di un nipote mio,

vorrei che tu studiassi bene le disposizioni che la Commissione Inferna sui Nuovi Mezzi di Scomunica di Massa periodicamente ti invia. Internet è un luogo pericoloso, si incontra di tutto, dal sito vaticano a quelli di SamizdatOnLine. Per fortuna il nostro firewall è molto valido, ma andare a curiosare agli indirizzi dei servi del Nemico è accettabile solo per farci su il troll, capito bene?

Per quanto riguarda l’umano in tua custodia, al di là del tradizionale lavoro sui siti perversi, disinformativi, satirici, diabofili e teofobi, sono molto interessanti approcci più subdoli, più in tema con quello che ci si attende da un bravo diavolo.
Ad esempio, pensa ai mondi virtuali, altre vite e seconde esistenze. Stai incoraggiando il tuo protetto a servirsene? No? E’ un grave errore. Dalle tue lettere vedo che l’umano che ti è stato affidato è in quella fase in cui cerca di socializzare per evadere dalla quotidianità, e tu cerchi di impedirglielo, con la pigrizia o il disfattismo. Ma questi universi fittizi sono l’ideale per togliergli la brama di cercare gli altri mantenendolo comunque solo. Là tutti hanno un’immagine, una maschera che si fabbricano; cosa di meglio per addestrare a mentire a se stessi e agli altri? Se si abituerà ad avere identità fasulle sarà molto più probabile che le mantenga anche nel mondo reale. Per non parlare del fatto che il peccato, se fatto con piena avvertenza e deliberato consenso, non ha necessità di avere un corpo solido per sporcare l’anima. Un tradimento virtuale vale quanto uno reale; in entrambi si sceglie il male, la nostra parte, ed è questo che conta.

Alla stessa stregua anche queste reti di amici e conoscenti se usate bene sono un mezzo valido ed efficace per i nostri fini. Intanto insegnano a svalutare la parola amico, e il tuo protetto imparerà ad utilizzarla anche per uno che non hai mai incontrato in vita sua e di cui non gliene importa un fico secco; e poi fanno in modo che il conoscere la gente si riduca ad un contatto superficiale, il toccarsi di tante solitudini. Se starai attento che in questi scambi non venga mai messo a tema il destino del tuo protetto o del suo interlocutore, sarà uno strumento potentissimo per fare perdere all’umano che stai seguendo il senso della realtà, della fisicità, per isolarlo in un deserto di chiacchere e di apparenza, un libro pieno di facce senza corpo e sostanza da sfogliare senza impararne niente.

Quello che più devi temere per l’umano che ti è stato affidato è il suo incontro con qualcuno di vivo, che lo affascini, che possa essere per lui un’autorità da seguire e obbedire. Finchè si concepirà da solo anche se circondato da milioni di ombre elettroniche, dio del suo microuniverso, per noi alla fine del suo tempo lui sarà un pasto sicuro.
Il nostro compito è chiaro: demonizzare internet. E quando internet sarà tutta in mano a noi demoni e ai nostri protetti potremo anche spegnere il mondo.

Tuo zio Berlicche