La voce del Campanile

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È uscito sull’Eco dei Campanili, il bollettino della Val d’Ayas, un mio articolo che intreccia uno dei miei grandi amori (la montagna) con un po’ di riflessioni spirituali… Lo potete scaricare e leggere in pdf QUI.

Con la frase posta a chiusura dell’articolo stesso, saluto tutti i miei cari lettori con la speranza di riuscire a ritagliarmi qualche momento in più per scrivere, ogni tanto, più frequentemente, pure su questo mio blog ove, in tanti anni, ho potuto incontrare e  confrontarmi con tante interessanti persone e personalità.

AM

«È una bella cosa ascoltare il suono delle campane, che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. Ciascuno di noi porta in sé una campana molto sensibile. Questa campana si chiama cuore. Questo cuore suona e mi auguro che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie» (San Giovanni Paolo II).

 

 

Pensieri di mezza estate

Cari amici, compagni di pianerottolo, blogger occasionali,

ultimamente ho usato più poco questo strumento comunicativo che è il blog ma sappiate che c’è sempre qualcosa che bolle in pentola… La Montagna è per me sempre fonte di ispirazione… saranno la pace e la quiete dopo la fatica e il burrascoso navigare di fine anno scolastico (ormai, un lontano ricordo!), sarà che la montagna eleva lo spirito, sarà che lo sforzo fisico libera dallo sforzo mentale, sarà l’odore buono dei boschi, dei funghi, delle erbe alpine che attiva qualche molecola celebrale, sarà quel che volete, ma … vorrei avere più ore per dare vita alle idee che mi vengono in testa mentre cammino o mentre riposo quassù!

Vi lascio con un paio di scatti presi durante la festa degli Alpini sulla Falconetta (Becca di Nana, 3010 m s.l.m.), tra cui quello con un bellissimo pensiero di Pier Giorgio Frassati, che frequentava proprio questi stessi miei posti…

Buona fine estate a tutti!

Andrea Macco

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Tra Malattia e Santità: Auguri per un caloroso Natale!

copertina malattia&santitàÈ da pochi giorni uscito “Malattia e Santità – Conosci davvero te stesso?” libro a quattro mani, opera del sottoscritto con l’amico Enrico Ivaldi e con la prefazione di don Claudio Doglio. Lo trovate su Amazon, in formato digitale e cartaceo  print-demand.

Prendendo spunto proprio dalla prefazione di cui don Claudio ci ha onorati (facendoci un bellissimo regalo) e da due delle nove vetrate che Laura Livi ha realizzato per il libro, ecco i miei auguri per questo Santo Natale 2017 a tutti i fedeli lettori del blog, agli amici di pianerottolo virtuale, ai compagni di cordata occasionali.

Buon Natale!

Andrea Macco

 

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Due uomini di Dio a Genova: il mio grazie!

ZenaNel giro di 7 giorni Genova è stata toccata dalla visitata di due eccezionali personalità. Due uomini diversissimi tra loro, che hanno agito con stili diversi ed echi mediatici diversi, ma questi due uomini hanno un grande amico comune: Gesù Cristo. Uno è il suo vicario in terra, l’altro è il suo giocoliere. Ma tanto il Vicario quanto il Giocoliere sono grandi personalità, entrambi vengono dalla fine del mondo (entrambi argentini!) e animano la corte e il popolo tutto per dare gloria al Suo Nome!

Come avrete capito, uno è Papa Francesco, l’altro (forse un po’ meno noto, almeno qui in Italia, e della sua visita si è parlato decisamente meno) è Paul Ponce con tutta la sua famiglia.

Se il Vicario Francesco ha illustrato come deve essere una vita di fede, con orizzonti ampi e una costante preghiera di intercessione gli uni per gli altri (il grande potere che Cristo ha dato agli uomini!), il Giocoliere ha mostrato la sua attuazione, con la sua stessa vita, fatta di una attesa di 10 anni segnata da una preghiera fiduciosa prima dell’unione in matrimonio con Lia, oggi mamma di 5 bellissimi bambini. Se il Vicario ha parlato della dignità del lavoro e dell’importanza di un lavoro giusto nei tempi, onesto nella retribuzione, il Giocoliere ha mostrato che si può vivere nella vera Gioia il lavoro, senza rinunciare a uno solo dei valori morali in cui si crede, ma anzi dandone sempre testimonianza. Se il Vicario si è interrogato sul grande mistero del dolore e della sofferenza dei bambini, il Giocoliere ha cercato di regalare a loro, come agli anziani e agli handicappati, un sorriso, con la sua arte calata in mezzo a tutti noi. Se il Vicario ha esortato, il Giocoliere ha testimoniato, se Francesco ha trasmesso Speranza, Paul ha mostrato Fede… Entrambi hanno regalato un po’ delle loro vite intessute d’Amore (con tutto quel che ne deriva) a noi popolo zeneize…

Paul, Francesco: grazie di cuore d’essere stati con noi, in mezzo a noi. Non vi siete parlati, non vi siete incontrati, ma è come se fosse stato tutto organizzato. Lo Spirito soffia dove vuole, ma poi gonfia le vele e sospinge in un’unica direzione, che si sia una grande ammiraglia o una piccola barca a vela, che si sia il sommo Pontefice o un semplice giocoliere, che si sia operaio dell’ILVA, Capo Scout, suora, laico, o padre di famiglia… giovane o anziano, povero o ricco… perché Genova è tutto questo, con la sua tradizione di città di mare, che accoglie e fa ripartire, ogni volta che la Tramontana soffia e lo Spirito passa…

Andrea Macco 

Il Canto della Carità – rilettura di un famoso passo in chiave scolastica


images-5Ho riscoperto questo bellissimo passo e l’ho proposto ieri ai miei colleghi, prima degli scrutini di fine quadrimestre. Credo abbia fatto a tutti noi molto bene. Al cuore e all’anima.

Lo trascrivo qui anche per i lettori che bazzicano il mondo della scuola. Con l’augurio che possa fare bene anche a voi. 

AM

IL CANTO DELLA CARITÀ
dalla 1 Corinti cp 13

UNA MAESTRA D’ASILO SI CONFESSA.

Se fossi un’enciclopedia vivente sui problemi dell’infanzia, se avessi seguito tutti i corsi di aggiornamento, ma non ho l’amore a nulla mi serve.

Se incontrassi i bambini nel raccontare le storie, se la affascinassi con la mia fantasia e li entusiasmassi con i giochi nuovi inventati da me, ma non ho l’amore a nulla mi serve.

Se le altre maestre venissero a chiedermi consiglio, se le mamme supplicassero di mettere il loro bambino nella mia classe ma non ho l’amore a nulla mi serve.

Se dessi tutte le mie giornate a preparare schede e programmi, a visitare ogni famiglia, se sentissi che la mia classe è tutta la mia vita, ma non ho l’amore non sono niente.

L’amore è paziente:
quando i bambini fanno un chiasso da sfondare le orecchie, quando l’handicappato che hai in classe si mette a gridare che ti odia, quando i genitori non vogliono che si parli di Dio ai bambini.

L’amore non è geloso:
quando le maestre più giovani t dicono che sei all’antica, quando i bambini ti dicono che vogliono bene solo alla maestra dell’anno prima, quando la direttrice pota come esempio un’altra maestra.

L’amore non si adira:
quando la mamma che dice male di te è proprio quella che viene a prendere il bambino sempre con un’ora di ritardo.

L’amore tutto copre:
anche il silenzio vile della direttrice che doveva difenderti di fronte ai genitori.

L’amore tutto spera:
anche quando del subnormale che è nella tua classe hanno detto che è irrecuperabile.

L’amore tutto sopporta:
il chiasso delle giornate di pioggia, la tensione delle passeggiate con i bambini irrequieti, lo sfinimento delle pretese assurde dei genitori.

I piani educativi avranno fine, ma l’amore non avrà mai fine.

Tre cose sono grandi in una maestra d’asilo: la fantasia, l’intuizione e l’amore, ma più grande di ogni cosa è sempre l’amore.

(A cura del Centro Missionario P. De Foucauld – Cuneo)

Il dono dell’intelligenza e quello dell’intelletto

intelligente

Spesso confondiamo l’intelligenza con altre doti o qualità. L’intelligenza io credo invece sia una dote che vada allenata ed esercitata molto perchè possa emergere davvero in una persona. Come scritto qua sopra, infatti, la persona intelligente è quella che sa guardare a fondo nelle cose e leggere dentro le cose, le persone, i fatti. E questo non è mai banale. Oltre al dono, ci vuole l’esercizio costante di esso. 

A tal proposito trovo molto azzeccata e molto bella la catechesi del 30 aprile (mio dies natalis!) di Papa Francesco sul dono dell’intelletto ( legato a quello dell’intelligenza). Esso è – dice il Papa –  la capacità di andare al di là dell’aspetto esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza. QUI la catechesi completa che suggerisco di leggere. 

Coltiviamo il dono dell’intelligenza, chiediamo a Dio il dono dell’intelletto!

AM

Buon 2014, senza oroscopi ma pronti a un po’ di stupore

oroscopo dell'anno“Gli uomini sono padroni del loro destino; la colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma in noi stessi”. 
(W. Shakespeare- Giulio Cesare)

Basterebbe questa citazione per discorrere un po’ di quanto sia facile dare la colpa alle stelle (o a Dio!) delle sconfitte o degli insuccessi. Dimostrazione ne è il proliferale, come fuochi d’artificio nella notte di san Silvestro, di oroscopi e predizioni varie. Maghi, cartomanti e sciamani di ogni tipo si scatenano… Poveracci, non gli do tutte le colpe: loro tentano di fare il loro mestiere, quello dei venditori. Hanno un prodotto (sogni e speranze condite a dovere) e fanno del loro meglio per farci affari. La colpa più grande è allora di chi va loro dietro, di chi ci casca, di chi chiude in un cassetto il cervello e butta via la chiave… E allora: ecco un bell’articolo da leggere per bene

La non-scienza dell’oroscopo

padroni destinoChe sia allora la nostra buona volontà a guidare speranze, progetti, sogni per questo anno che inizia. Sì, perché buttare via l’oroscopo non significa anche gettare via le speranze, i sogni. Anzi, quelli sono importantissimi. E se volete dare qualche “colpa” a Dio, dategli quella di avervi aiutato a raggiungere qualcuna di queste speranze, qualcuno di questi sogni. Magari non nel modo in cui avevamo pensato inizialmente noi, magari per vie che non sono state le nostre ma che comunque, pur faticando, ci hanno portato alla meta.
Anche in mezzo a tante difficoltà, a tanta crisi generale e diffusa, capita che certi progetti buoni o di bene si compiano. Perché allora per questi fatti ci dimentichiamo che forse potrebbe essere stato Dio (e non i pianeti, non le stelle, non la fata madrina) ad averci dato la forza, le capacità, la tenacia, la possibilità o un aiuto silenzioso e discreto? Forse perché abbiamo perso il senso della gratitudine e dello stupore.

Che possa essere un 2014 dove non manchi la gratitudine, ma soprattutto lo stupore. 

Buon anno!

Andrea Macco

stupore       ringraziamento

Da gregge sperduto a gregge con pastore

Cristo caricato iniquità uomoNella liturgia del triduo Pasquale si incontrano tanti spunti di riflessione. La liturgia è sempre ricchissima.

Quest’anno questo versetto mi ha particolarmente catturato:

Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;

il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti”

(Is 53,6)

Credo possa avere molte letture e diversi riferimenti.

Alla Chiesa intesa come Popolo di Dio, che è stata in sede vacante senza un Pastore e procedeva in acqua agitate e turbolente: i Cardinali (e prima ancora Benedetto XVI con le sue dimissioni) ci hanno fatto dono di un nuovo pastore, Papa Francesco. Una bellissima figura, a partire dal nome che ha scelto, dal gesto umile di chinarsi e chiedere su di lui preghiera, per poi andare avanti con gesti e parole di grande novità e di umanità. Riuscirà nel suo intento? Io spero di sì e voglio essere fiducioso. 

Al Governo italiano, che a differenza del conclave dei Cardinali, è ancora in una fase di stallo. E davvero sembriamo sperduti come un gregge (di caproni) dove ognuno segue la sua strada e pochi seguono ideali veri. Davvero c’è da chiedere a Dio di avere pietà di questa povera (sempre più povera, anche letteralmente) Italia! C’è tanta iniquità in giro, chi la fermerà? Chi rinnoverà?

A me stesso … (e forse ognuno potrà fare in cuor suo questa riflessione o una simile): quante volte corro, corro corro … ma verso dove? Seguo la mia strada, ma è la strada di Dio? È una strada evangelica?  Nel mio cuore vedo ombre e vedo luci, e si mischiano continuamente. A volte, come nei periodi difficili e faticosi, sembrano prevalere le tenebre. È l’ora della croce, l’ora in cui io sono nella folla a gridare Barabba, l’ora in cui non sono capace di fermarmi sotto la croce. L’ora in cui vorrei scappare da tutto, fuggire da un Dio che non riconosco, perché forse non riconosco nemmeno me stesso.
Ma l’ora della croce ha una fine. Segue il silenzio della deposizione. E poi la preghiera, il riconsegnarsi a Dio, e la speranza. Giunge l’ora della Vita nuova, dove la luce vince le tenebre, anche quelle in me. 

Prego in questa Pasqua che Cristo sia sempre speranza in me, sia sempre luce in me, e vinca sempre le tenebre del cuore mio, proprio come pregava Francesco d’Assisi. 

luce che illumina

Un ricordo speciale, in questa Pasqua di Risurrezione 2013, per due care persone che mi hanno lasciato per essere, credo e spero, con Lui nel Suo Regno di luce. Sono nonna Luciana e Padre Vittorio Lagutaine. Due persone che hanno vissuto una fede autentica e che hanno attraversato la mia vita con amore. E l’amore, anche quando si spezza, non è mai amore perduto.

Santa Pasqua di Luce e Risurrezione a tutti i cercatori di Dio!

Andrea Macco

 

don Guido Gallese Vescovo di Alessandria

Il caro amico don Guido Gallese, già Assistente del Gruppo Scout FSE Genova 2 (nonché recentemente ospite di alcune serate di direzione dei Gruppi FSE Ge 1-3),  Assistente della Comunità Scout di Soviore e responsabile della Pastorale Giovanile di Genova, è stato nominato da S.S. Benedetto XVI VESCOVO DELLA DIOCESI DI ALESSANDRIA!

Eengonyama don Guido, Invoboo! Buona strada sulla tua nuova strada…e dove la strada non ci sarà, fattela! 

Riunione di Direzione di Gruppo con don Guido Gallese – Marzo 2010 – Sedi Scout d’Europa Santa Zita