Raccontare destini

Ecco un post per chi dovrà affrontare, a breve, l’esame di Stato, sia esso quello di Terza Media o quello di Maturità (diciture che dovrebbero essere bandite ma che invece tutti, dal Ministro in giù, usano abitualmente!). L’intervento, a cura della poliedrica collega Simona Butò, è tratto dalla rivista di ricerca didattica MYTHOI – brevi ‘storie di quasi tutto’ (n.2 – 2021).

L’articolo, bellissimo, non necessita di altri commenti o lunghe presentazioni: spero potrà parlare a ogni lettore come ha parlato a me…

E allora… Buone narrazioni, buoni esami!

Andrea Macco

Raccontare destini
Simona Butò

Virginia Woolf scriveva che, in definitiva, ogni romanzo è una autobiografia. Che la voce sia un io oppure un tu, la storia che essa narra – in mille possibili timbri differenti – si risolve sempre nel racconto di un destino all’opera.
Esistono i programmi ministeriali, esistono gli argomenti trattati nelle singole classi, vi sono i percorsi che ogni docente ha immaginato e reso concreti per i suoi studenti.

Eppure, ogni esame è una risorsa, deve essere un’occasione di scoperta e di crescita. Sia per il docente che per lo studente.


Mi auguro, perciò, che gli esami di Stato che ci aspettano non si vestano soltanto da interminabili collegi docenti né si preparino a lasciarsi ricordare come sabbie mobili burocratiche dalle quali avremo imparato a districarci.
Mi piacerebbe che – in una sorta di tacito patto condiviso tra noi docenti scegliessimo di guardare alla moltitudine di elaborati che ci apprestiamo a concordare-suggerire-correggere-leggere-ascoltare come alle molteplici (ma, ciascuna, ‘unica’ perché unico è ognuno degli studenti che abbiamo davanti) possibilità di raccontare un destino.


Scrivere la storia della propria vita è quell’attività che ognuno di noi compie incessantemente, anche senza indossare l’abito del romanziere. La scriviamo mentre raccontiamo a noi stessi gli eventi di una giornata appena trascorsa, mentre
rimuginiamo su azioni ed eventi, mentre progettiamo ciò che deve ancora venire. E le parole che scegliamo, nel corso di questo racconto del quale spesso assistiamo in modo inconsapevole al dipanarsi, sono – come ci ricordano quelle lontane ἔπεα πτερόεντα – frecce alate. Volano e colpiscono in modo chirurgico: accurate e senza pietà.
Per questo, è fondamentale sceglierle bene.


Facciamo in modo che il singolo elaborato del singolo nostro studente diventi una narrazione, nella quale le parole e le immagini saranno state accuratamente scelte con lo scopo di dire il proprio destino in azione. Proponiamo temi che abbiamo la certezza – non li abbiamo forse accompagnati per tre/cinque anni? – possano essere declinati nelle loro vite particolari. In modo da poter dare l’occasione ad ognuno (anche allo studente ‘dalla webcam perennemente spenta’) di rileggere la manciata di anni che ha alle spalle alla luce di una grandezza che noi abbiamo portato davanti ai suoi occhi, durante le nostre lezioni e attraverso i compiti da noi assegnati.

Dimostriamo loro che la consapevolezza di chi siamo è il dono più grande che possiamo conquistare. Senza dimenticare che lo faremo sempre guardando negli occhi chi ci sta chiamando a farlo.


L’identità è il destino che abbiamo alle spalle” scriveva M. Veneziani.

Se le nostre proposte di elaborato avranno questa, di tensione, al loro interno, sono certa che renderemo molti quattordicenni e diciannovenni fieri di ciò che avranno creato: un canovaccio di identità.

Per lasciarsi meravigliare…
“Tuche mi guardi, tuche mi racconti”, A. Cavarero, Feltrinelli, 1997
“How our lives become stories”, P.J.Eakin, Cornell University Press, 1999

Nota finale dell’autrice:

Nella scuola in cui (da venticinque anni) insegno, chiudiamo il momento del colloquio con il candidato con un gesto che ha la pretesa di sancire un ‘punto di non ritorno’: l’uscita dalla scuola secondaria di primo grado. In qualche minuto, il coordinatore racconta la storia di un triennio vissuto, alla stessa persona che lo ha vissuto e che ha appena concluso la sua prova. “Per tre anni ti abbiamo guardato, e adesso ti raccontiamo chi ti abbiamo visto diventare”. In un dispiegarsi di immagini narrate che svelano a chi ne fu protagonista un accenno del loro senso, sottolineando talenti e fornendo qualche spunto per smussare, nel prossimo futuro, qualche asperità di metodo. Chiudere in tal modo un colloquio di trenta (e più, spesso!) minuti, nel quale le esperienze, gli incontri con la realtà e la conoscenza sono stati oggetto di dialogo, ha qualcosa di… epico. E non di rado gli occhi di tutti si inumidiscono.

Sulle tracce della Storia… Tra Meridiane e Tradizioni scout

Condivido con i miei 25 lettori di manzoniana memoria due recenti articoli che ho avuto modo di preparare in questi ultimi mesi. Per una volta non parlo di scuola e di didattica ma di altre due passioni della mia vita:

  • lo Scautismo, con un articolo che racconta il “dietro le quinte” della ricerca sull’IPISE che mi portò a pubblicare, tra il 2011 e il 2012 le due edizioni del volume: I.P.I.S.E. – Un abbraccio che va da Baden-Powell ai nostri giorni.

L’articolo mi è stato chiesto dall’Associazione Guide e Scouts San Benedetto (associazione presente sul territorio siciliano) ed è stato pubblicato sulla loro rivista CAMMINO (n. 104 – I trimestre 2021). Eccolo:

  • Gli orologi solari e le meridiane (già trattate in questo post: il tempo perduto delle meridiane), in particolare quelle legate al patrimonio culturale della montagna e, più precisamente, della valle che da anni frequento, la Val d’Ayas in Valle d’Aosta.

Sul n. 11-12-1 Novembre-Dicembre 2020 – Gennaio 2021 di “L’écho de nos montagnes – La Voce dei Campinili” è uscita la prima puntata di quello che sarà un lungo itinerario alla scoperta delle meridiane note e meno note del territorio ayassino. Eccola:

Buona lettura e per qualunque osservazione in merito (commenti, pareri, ulteriori informazioni…. per le Meridiane già diversi lettori del Bollettino mi hanno scritto!) non esitate a lasciare un commento qui o a contattarmi privatamente.

Andrea Macco

Il tempo (perduto) delle Meridiane

Riprendo in mano, anche attraverso i post di Instagram, la rubrica dedicata ad antichi motti, epigrafi e meridiane. Già, le meridiane: strumenti per misurare il tempo e tenere traccia dell’ora del giorno… Oggi chi più le guarda? Eppure dietro possono avere studi scientifici e astronomici molto profondi, di cui già avevo accennato in precedenti post (Tempus fugit – 22 Luglio 2017).

Quest’estate, nei miei giri per le montagne, ho in particolare fotografato queste tre meridiane. La più interessante è senz’altro la terza che vi propongo, quella del campanile di Brusson, in Val d’Ayas e che ha richiesto un bel lavoro di collaborazione con alcuni amici latinisti.

MERIDIANA N.1: al Valico di San Fermo, al confine tra Liguria e Piemonte, si trova una meridiana del 2008 commissionata da un certo don Fabrizio con il contributo del Parco dell’Antola, realizzata da Raffaella Stracca col supporto tecnico dell’Ing. Nevia Tisce dello Staff dell’Osservatorio del Righi di Genova.

FUGIT INREPARABILE TEMPUS – Fugge irreparabilmente il tempo!

Sulla realizzazione di questa meridiana ho trovato un interessante articolo dal giornalino “Le voci dell’Antola” (purtroppo da un paio d’anni non più pubblicato per mancanza di fondi). Ecco qui in consultazione la pagina con tutta la dettagliata spiegazione:

* * *

MERIDIANA N.2: a Champoluc, in Val d’Ayas (Ao), sul campanile del 1715 (ristrutturato nel 1970 in occasione dell’inaugurazione della nuova chiesa) compare una meridiana con motto in lingua francese.

Champoluc: la vecchia chiesa (ora cinema), il campanile e la nuova chiesa

Ecco nel dettaglio la meridiana del Campanile della chiesa parrocchiale di S. Anna in Champoluc:

Le soleil est ma regle ta regle est dieu

Ossia: Il sole è la mia regola, la tua regola è Dio.

* * *

MERIDIANA N.3: a Brusson, sempre in Val d’Ayas, sulla torre del campanile di San Maurizio (XV secolo) compare questa particolare meridiana:

L’iscrizione in essa riportata ha destato non poco la mia curiosità e quella di amici latinisti che ho interpellato, e ha smosso tutta una serie di ricerche.

Ma andiamo con ordine:

1. Sulla piazza della Chiesa è presente un cartello informativo, che riporta qualche notizia in merito alla costruzione della chiesa e alla sua successiva riedificazione. Si parla inoltre di come sia nato il paese di Brusson, dall’unione di tre piccoli villaggi. Ecco le notizie:

2. Non si parla da nessuna parte della meridiana. Nel libro di storia locale di Ugo Torra (La Valle di Challant-Ayas, Ferraro editore, con i bellissimi acquerelli di Piera Ferraris, edizione 1982) si parla di una meridiana presente sul campanile data 11 Ottobre 1872 avente la scritta

Si sol silet sileo – L’heure s’enfuit

Questa meridiana non è quella attuale e non è più presente, la traduzione di questo motto in latino e francese dovrebbe comunque essere:

Se il sole tace, taccio (anche io) – L’ora vola!

APPELLO: se qualcuno possedesse una foto, cartolina, disegno che documenti questa meridiana andata rimpiazzata e sostituita da quella attuale (completamente diversa) batta un colpo!

Una cartolina del dopoguerra dove si vedono chiesa e campanile. Si nota la presenza di una meridiana, sostanzialmente nella stessa posizione dove si trova l’attuale. Nelle altre immagini: il libro citato di Ugo Torra (1982, la nuova meridiana è del 1985).

3. La scritta dell’attuale meridiana, del 1985:

Vulnera – omnes / ultima necat /
A.D. 1985 fecit – Carpanedo – pro – Lezin – paroco.

Notiamo che c’è una abbondanza di punti separatori, dunque il primo, tra vulnera e omnes NON sembra indicare che “vulnera” sia una contrazione di “vulnerant”. Forma verbale che invece compare nel brano originale di Seneca il Vecchio (da cui potrebbe essere stato preso il motto) nonché su altre meridiane:

4. Che cosa è o chi è Lezin? Qualcuno pensava fosse uno dei villaggi dalla cui unione è nato il paese di Brusson. Errato. Trattasi di don Massimiliano Lezin, classe 1934, citato come parroco pro-tempore della chiesa parrocchiale di Brusson tanto in un documento del 2001 quanto in uno del 1982. A differenza di quanto accade nelle nostre città, in montagna i parroci rimangono a volte per una intera vita nella stessa parrocchia, dunque non deve stupire che costui sia lo stesso sacerdote che fece rifare nel 1985 la meridiana del campanile. Sarebbe interessante sapere come mai anziché fare restaurare quella già presente decise di commissionarne una nuova.

Circa Carpanedo, cercando su internet, si trova citato un tal Giuseppe Carpanedo di Venaria Reale (TO), classe 1934, ritrattista, paesaggista, scultore e maestro d’ornato (QUI altre info biografiche). Non ho la certezza che sia effettivamente lui l’autore della meridiana, ma visto che che tra le sue opere figura uno “scorcio paesaggistico di Brusson” e che si tratta pure di un coetaneo del parroco potrebbe benissimo essere stato un suo amico o conoscente cui affidare l’opera.

5. In definitiva la traduzione più plausibile per la meridiana della torre campanaria di Brusson è la seguente (tra parentesi le parole sottintese):

Tutte (le ore) (portano) ferite / l’ultima uccide. /
Anno del Signore 1985 / Fece Carpanedo / per il parroco Lezin.

In alternativa:
Tutte (le ore) colpiscono (nel bene e nel male) / l’ultima uccide (la morte).

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RINGRAZIAMENTI:

L’appello lanciato su Instagram agli amici latinisti per la meridiana di Brusson è stato raccolto da diversi colleghi. Tra quelli che si sono interessati, cito i tre che hanno fornito contributi significativi:

9 virus, 1 sola cura…

Illustrazione di Laura Livi per “Malattia e Santità” – Zenith Books

Stiamo uscendo, forse, lentamente, a fatica, dal picco della pandemia da Covid-19. Ma… che dire delle malattie che, da sempre, attaccano l’anima dell’uomo e contro cui, per tutta l’esistenza, dobbiamo ora combattere, ora imparare a convivere?

Di questi virus che attaccano l’animo dell’uomo ne sono stati individuati 9 ceppi fondamentali e … rifacendosi all’Enneagramma, Enrico Ivaldi li ha ben identificati, indicando per ciascuno cause, sintomi e manifestazioni. Il sottoscritto ha poi cercato di dare il suo contributo con la parte successiva al riconoscimento della malattia (e tutti, ahimè, siamo in qualche misura portatori di qualcuno di questi virus… e difficilmente si tratta di a-sintomatici!). Parlo, ovviamente della cura.

Ogni virus e ogni batterio ha la sua specifica, direte voi. Certo, ma in questo caso, tutte le cure sono poi riconducibili a una sola terapia, da declinare, con tempi, misure e modalità diverse per ognuno dei 9 ceppi. Quale?

Illustrazione di Laura Livi per “Malattia e Santità” – Zenith Books

28 mesi fa veniva presentato “Malattia e Santità” (ne parlavo qui) e ora mi sembrava bello, grazie alla recensione di Attilio Grieco che potete leggere qui sotto, riproporre questo libro ai miei lettori.

Nei prossimi giorni voglio dirvi anche qualcosa di più sulle bellissime illustrazioni che lo accompagnano, a cura di Laura Livi e di BlueMonkeyStudio.

“Un uomo saggio dovrebbe considerare la salute
come la più grande delle gioie umane,
ed imparare come, col suo stesso pensiero,
trarre beneficio dalle sue malattie.”

Ippocrate

La voce del Campanile

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È uscito sull’Eco dei Campanili, il bollettino della Val d’Ayas, un mio articolo che intreccia uno dei miei grandi amori (la montagna) con un po’ di riflessioni spirituali… Lo potete scaricare e leggere in pdf QUI.

Con la frase posta a chiusura dell’articolo stesso, saluto tutti i miei cari lettori con la speranza di riuscire a ritagliarmi qualche momento in più per scrivere, ogni tanto, più frequentemente, pure su questo mio blog ove, in tanti anni, ho potuto incontrare e  confrontarmi con tante interessanti persone e personalità.

AM

«È una bella cosa ascoltare il suono delle campane, che cantano la gloria del Signore da parte di tutte le creature. Ciascuno di noi porta in sé una campana molto sensibile. Questa campana si chiama cuore. Questo cuore suona e mi auguro che il vostro cuore suoni sempre delle belle melodie» (San Giovanni Paolo II).

 

 

Prove INVALSI, io ci credo.

INVALSI competenze - slide Macco

Cari amici del blog e della rete,

in questo post condenso una serie di riflessioni che hanno lo stesso m.c.m. (minimo comune multiplo, per chi non lo sapesse!): le prove INVALSI. Molti colleghi le criticano,  diversi Dirigenti Scolastici le temono (sono, di fatto, un giudizio sugli esiti e sulla preparazione che dà la scuola), tanti -studenti, presidi, insegnanti- le odiano, pochi le considerano una risorsa. Io mi pongo in quest’ultima categoria, e spero che il numero di persone che vi appartengono vada allargandosi. E allora…

  1. Vi propongo questa intervista ricchissima di spunti, del presidente dell’INVALSI, la Professoressa Anna Maria Ajello. Leggetela, soprattutto se siete colleghi insegnanti, sarebbe da usare in qualche incontro di formazione o Collegio Docenti al posto di tutta la burocrazia che invece ci sommerge e ci blocca!
  2. Vi annuncio che il mio editore, Zenith-books ha reso disponibile la versione integrale (testi + griglie di soluzione commentate) dei primi tre volumi di Matematica a Quiz, i testi basati su prove per competenze orientati alle prove INVALSI per le classi prima, seconda e terza media. I volumi hanno preso la numerazione progressiva rispetto ai precedenti (4-5-6) ma non fatevi ingannare dal numero per la corrispondenza con la classe di riferimento!
    Cliccando sulle nuove copertine (a cura di Laura Livi) sarete reindirizzati sulla pagina Amazon che vi permette, se interessati, l’acquisto (ricordarsi che sono usufruibili i bonus docenti/cultura! (E ora potete indicare anche la Scuola cui devolvere gratuitamente il 2,5% di quanto spendete: un click per la Scuola).

    Invalsi01_V4_LRInvalsi02_V5_LRInvalsi03_V6_LR
  3. Vi annuncio che le mie classi, per il sesto anno di fila, hanno conseguito ottimi risultati nelle prove INVALSI di terza media: la IIIB dell’anno scorso ha registrato un benchmark in Matematica di 8,3 punti sopra la media di riferimento e di oltre 23 punti rispetto ai punteggio locali e nazionali.
    Bravi ragazzi! Sono davvero fiero di aver lavorato con voi e sento una profonda nostalgia se ripenso al percorso che abbiamo fatto negli scorsi tre anni! Ci saranno altre classi così? Speriamo…anche se il mio futuro nell’insegnamento è molto incerto e non so dove mi porteranno i flutti e le onde in cui sto ora navigando…. [motivo questo per cui i progetti editoriali che avevo in programma sono attualmente in pausa… ma non accantonati… ].

    REPORT COMPETENZE IST S. MARIA IMMACOLATA - SEMERIA 1REPORT COMPETENZE IST S. MARIA IMMACOLATA - SEMERIA -2

    . . 

Un saluto a chi continua a seguirmi e chi è arrivato fino al termine di questo post. La più bella conclusione mi sembra questa frase sul lavoro di squadra e sul gusto per ciò che si fa tratta dall’intervista che ho sopra linkato e consigliato.

Andrea Macco

INVALSI competenze - slide Macco 2

 

Nuove avventure?

Old vintage compass on ancient map

Un nuovo anno scolastico è iniziato e ci sono stati molti cambiamenti… spesso quando si battono nuovi mari la rotta da tracciare non è subito chiara: i venti son mutati, le correnti diverse… e subito la burrasca ti sorprende. L’imbarcazione attrezzata e l’equipaggio esperto di certo – direte voi – non si faranno sorprendere ma… chi può dire di esserlo veramente e fin in fondo?!?

Son sincero: sono un po’ spaventato. Il sapore di nuove sfide mi attizza e la voglia di studiare le nuove mappe c’è: compasso, sestante, bussola e via… con vecchi (pochi) e nuovi (tanti, tantissimi….) compagni di viaggio. Ce la farò? Ce la faremo?

Io ce la metterò tutta e spero anche le mie nuove classi.  Ai ragazzi del Liceo Socio Economico del Pertini, agli studenti ed ex studenti del Santa Maria Immacolata non mi resta che augurare un anno da intrepidi navigatori: in fondo non serve una Perla Nera, né un Tardis, nè un astronave in grado di fare la rotta di Kessel in meno di 12 parsec per vivere nuove avventure… ma la voglia di fare e di ascoltare le voci ora del Capitano, ora degli uomini sul ponte, sì!

Avanti ciurma!

Andrea Macco

 

Dovunque vorremo andare, andremo. Una nave è questo in realtà. Non è solo una chiglia, con uno scafo e un ponte o delle vele. Sì, la nave è fatta così, ma ciò che una nave è… ciò che la Perla Nera è in realtà… è libertà.Jack Sparrow

 

Pensieri di mezza estate

Cari amici, compagni di pianerottolo, blogger occasionali,

ultimamente ho usato più poco questo strumento comunicativo che è il blog ma sappiate che c’è sempre qualcosa che bolle in pentola… La Montagna è per me sempre fonte di ispirazione… saranno la pace e la quiete dopo la fatica e il burrascoso navigare di fine anno scolastico (ormai, un lontano ricordo!), sarà che la montagna eleva lo spirito, sarà che lo sforzo fisico libera dallo sforzo mentale, sarà l’odore buono dei boschi, dei funghi, delle erbe alpine che attiva qualche molecola celebrale, sarà quel che volete, ma … vorrei avere più ore per dare vita alle idee che mi vengono in testa mentre cammino o mentre riposo quassù!

Vi lascio con un paio di scatti presi durante la festa degli Alpini sulla Falconetta (Becca di Nana, 3010 m s.l.m.), tra cui quello con un bellissimo pensiero di Pier Giorgio Frassati, che frequentava proprio questi stessi miei posti…

Buona fine estate a tutti!

Andrea Macco

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Quando i genitori vogliono sostituirsi all’insegnante… Parliamo del PROBLEM-SOLVING

Genitori, lasciate che noi insegnanti facciamo il nostro mestiere! Lasciateci stimolare gli alunni con il lavoro di classe, lasciate che gli alunni riprendano in mano quanto trasmesso nelle lezioni, lo rielaborino e lo utilizzino per risolvere problemi, situazioni…

Don_Chisciotte_contro_i_mulini_a_vento_687358773.jpgMi capita in questi giorni (ma non è certo la prima volta) di genitori che, lancia in resta, partono all’attacco: “Ha assegnato problemi con cose non fatte e non spiegate…! Le equazioni non le sanno ancora fare…! Per risolvere il problema servono le proporzioni che lei (sottinteso: brutto e cattivo insegnante che angoscia i poveri studenti e noi genitori) non ha spiegato…!  Senza Teorema-tal-dei-tali come può pretendere che mio figlio lo risolva…?!? Ho chiesto, e anche altre mamme hanno ammesso che non sanno risolverlo…! (sottinteso: Vergogna!)” e via dicendo.

Inizialmente tutto ciò scatena in me un sentimento di “furia omicida” stile torneo cavalleresco: mi hai aggredito ingiustificatamente quando nemmeno ero a cavallo, ora mi armo e altro che lancia in resta! Ma poi penso che non ne valga nemmeno la pena, passo al sorriso e, semplicemente, mi scanso: lascio che il cavaliere-genitore si getti contro il suo drago, il suo mulino a vento e colpisca… l’aria!

52763550-man-finding-the-solution-in-a-mazeGli studenti hanno tutti gli strumenti per risolvere, ragionare e pensare e, come spiego sempre (è un mio cavallo di battaglia, forse il mio preferito per questi tornei!) per risolvere uno stesso problema, in matematica, esistono molti modi e molte vie. Il genitore che non era in classe e che ha memoria solo dei metodi delle scuole Superiori o che lui stesso ha studiato, pretende che il figlio risolva il problema come dice e vuole lui… e non spende manco un minuto a chiedere preventivamente: Ma in classe come avete fatto? O a stimolare l’alunno: Finding solution!Prova, con gli strumenti di cui disponi, l’intelligenza che hai ricevuto, le conoscenze e le abilità che ti hanno trasmesso i tuoi insegnanti (presenti e passati, diamo merito anche a loro!) a risolverlo…  O ancora: Non arrenderti, usa la logica, usa un altro metodo, fai dei tentativi… e se poi proprio non riesci, porta in classe i tuoi tentativi andati a vuoto e discutine con il resto della classe e l’insegnante! 

soluzioni.gifTra l’altro discutere di problemi è una parte bellissima, a mio avviso il cuore dell’insegnamento della matematica. Ascolto con grande interesse le soluzioni alternative, a volte resto stupito e spiazzato da ciò che gli studenti – da soli! da soli! senza genitori! – han saputo tirare fuori. Poi mi arriva quello che mi dice: “Io ho scritto sul quaderno bla bla bla…” E che vuol dire? – domando – Me lo spieghi? “Ah boh, non lo so, mia sorella mi ha detto di farlo così… La tutor mi ha dettato questo… La zia diceva che  la soluzione così è giusta!” Tutte risposte che si commentano da sé… [Interessantissima l’ultima: non si bada a che l’alunno abbia compreso la soluzione, ma solo al fatto che sia arrivato ad avere scritta la soluzione giusta. La zia sa come ci si arriva, con i metodi da lei a suo tempo assimilati, lo studente invece non ha compreso minimamente il perché, però…la zia (mamma, papà, fratello, tutor…) ha detto!]

Io, invece, avrei preferito di gran lunga sentire: “Prof, in classe avevamo visto un problema simile e l’abbiamo risoluto con una tabella passo-passo…ma è lunga e io ho pensato che facendo questo conto… e poi questa moltiplicazione… ottenevo questo risultato. Non so se sia giusto, lei che dice?” Oppure: “Ho disegnato i segmenti, ho cercato il numero di parti, ma poi mi sono bloccato, come mai? Dove sbaglio?” oppure: “Non sono riuscito a inquadrare questo problema, perché se fosse di conteggio mi chiederebbe… ma invece questo non ci dice… e dunque se facessi così non arrivo da nessuna parte. Come posso fare?”

Concludo queste mie riflessioni aperte con una citazione del matematico ungherese George Polya in cui mi sono imbattuto mentre sto ultimando di preparare i fascicoli di Matematica a Quiz (con tanto di soluzioni commentate, trappole e tranelli discussi, sulla base proprio del lavoro – bellissimo e prezioso (ma purtroppo non sempre compreso da tutte le famiglie) – fatto con i miei studenti (passati e presenti) in classe, sui problemi e sulle prove INVALSI. Eccola:

sull'insegnamento della matematica - pensiero bellissimo

Empowerment e Resilienza

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Ho scelto come parole guida di quest’anno scolastico due parole che mi sono state “consegnate” in un recente seminario di formazione e aggiornamento per noi docenti, che già conoscevo ma che ho avuto modo di approfondire ancora di più.

 

Per le radici - copertina

La resilienza, dal latino resilire (“rimbalzare”, “saltare indietro”) è la capacità di affrontare e superare le avversità, di trarre nuova energia dagli urti cui la vita ci sottopone, facendone materia per trasformarsi. 

(Andrea Del Ponte, Per le Nostre Radici – saggio molto bello, con prefazione di Salvatore Settis, che sponsorizzo vivamente)

Per empowerment si intende un processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita (Zimmerman M.A., 2000).

PERSONA+DISEMPOWERED+EMPOWERED

Le persone empowered, quindi, reagiscono meglio ad eventi esterni minacciosi, alle crisi, alle sfide, alle avversità. In sostanza, sono persone resilienti! Persone che non si lasciano sconfiggere dalle avversità ma che, sfruttando le proprie capacità e risorse interne, dimostrando di essere duttili come un metallo, sanno andare oltre, trovano nuovi obiettivi: nel loro futuro c’è speranza e ottimismo, supportati da un concreto darsi da fare.

È così che vogliamo affrontare l’anno, crescendo in resilienza ed empowerment. 

Buon anno scolastico a tutti!

Andrea Macco

PS: e non dimenticatevi il saggio “Per le nostre radici”, QUI trovate anche un’intervista all’autore, il prof. Andrea Del Ponte!