![]() QUESTIONE DI VITA… Gli scacchi. Un gioco che mi ha sempre appassionato da quando ero piccolo. Me lo insegnò mio nonno. Poi lo abbandonai, poi lo ripresi, poi lo lasciai nuovamente stare. Fu un rapporto altalenante. Vorrei dedicarci più tempo, ma gli scacchi sono tra quei giochi che di tempo ne assorbono quasi all’infinito. Occorre dedizione quasi totale per emergere. In questi anni il compromesso a cui sono sceso è stato quello delle partite “semilampo” (15 minuti di riflessione a testa). In questo modo ho potuto giocare molte partite di allenamento in tempi ragionevoli. Anche perchè i tempi di riflessione lunghi non mi sono congeniali, sarà la mia forte impazienza…
Ora son diversi mesi che non prendo in mano una scacchiera (la Tesi!!!) nè faccio più partite su yahoo (mi trovate col mio nick Feynman), ma in questi giorni un amico mi ha consigliato un bellissimo libro che vi voglio proporre, amici di questo blog. Tra l’altro ho scoperto pure di averlo già in casa, regalo di qualche amico per qualche compleanno o Natale e poi mai letto… Smilzo, avvincente, è volato via veloce. Si tratta di un romanzo, che ha sì protagonisti gli scacchi, ma che va ben al di là di essi. Forse uno scacchista potrà cogliere certe sfumature in più, ma è un romanzo per tutti, un romanzo costruito con un intreccio anche dal punto di vista narrativo molto particolare. Si parte dal finale e solo a poco a poco si dipanano gli eventi che hanno portato ad esso. Mozzafiato.
Paolo Maurensig – LA VARIANTE DI LUNEBURG Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. E un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L’esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un’altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto, e animati da un odio inesauribile, che attraversano gli anni e i cataclismi politici pensando soprattutto ad affilare le proprie armi per sopraffarsi. Che uno dei due sia ebreo e l’altro sia stato un ufficiale nazista è solo uno dei vari corollari del teorema. Un grande maestro del gioco, Kasparov, disse una volta: “Gli scacchi sono lo sport più violento che esista”. Asciutto, lucido, teso, questo romanzo lo conferma con una storia che procede essa stessa come una efferata partita di scacchi – e insieme ci rivela uno scrittore. Questa breve recensione è tratta da un BLOG dedicato interamente agli scacchi e che prende il nome proprio da questo libro o, se preferite, dalla combinazione scacchistica a cui il titolo rimanda): http://blog.libero.it/Arrocco/
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Ciao Andrea
anche a me affascinano gli scacchi, sebbene non sia un esperto. E’ un gioco “fine”, non sgrezzo. Anche la dama è appassionante, ma non ha quel di più degli scacchi.
Parlando di letture: attualmente ho quasi finito un libro di bioetica, Madri selvagge (è segnalato sul mio blog), nel frattempo stp preparando un esame per l’11 luglio, se dovesse andare bene sarei, come si dice, a cavallo…
Cmq la prox settimana sono in vacanza presso il lago di Garda, per cui credo ci risentiremo tra un pò!
Ciao
Emanuel
Buona vacanza caro Emanuel! E grazie per essere tra i lettori più fedeli di questo Blog: i tuoi interventi sono sempre molto apprezzati.
Salutami il Lago di Garda. Bellssimo.
Correggimi se sbaglio, ma il termine originale ‘scacchi’ credo significhi ‘il re è morto’. Dunque quanto mai appropriato il titolo di questo intervento: questione di vita! Sembra bello questo libro che proponi… Me lo procurerò. Grazie. Un salutone Fra
Anche io giocavo a scacchi una volta……. ora è un po’ che non mi faccio una bella partita…….
Nel mio ultimo post io avevo scritto questo:
“Noi siamo quello che scegliamo, siamo anche quello che facciamo, è vero, ma mentre facciamo possiamo ancora scegliere, davanti a noi la strada non è mai una, è sempre a piu’ rami, per noi la vità vrà sempre tante possibilità, sta a noi capire”.
Tu mi hai risposto così
“PS: non sono le nostre capacità a determinare ciò che siamo, ma le nostre SCELTE…. “
NON è UGUALE??
TORNA PRESTO A TROVARMI…
CIAOOOOOOOOO
RISPOSTE:
Caro Fra, dici molto bene! L’etimologia è giusta (se non erro di origine araba…). Il titolo dell’intervento oltre questo fatto, si riferisce direttamente alla trama del romanzo…ma non voglio aggiungere altro, per non rovinare troppo la sorpresa. In ogni caso ci sono degli scacchisti che sono anche “impazziti” per via del gioco degli scacchi, altri che riversano sulla scacchiera il loro odio o la loro aggressività, altri ancora che la sentono come una sfida di vita… Credo che come tutte le cose, occorra mantenere sempre un BUON EQUILIBRIO… altrimenti anche il divertimento, proprio del gioco, viene meno…
Cara Caludia, ringrazio anche te per il tuo intervento. Chissà, magari dopo che mi sono laureato (ergo maggior tempo a disposizione) riusciamo a incontrarci su yahoo per una partita a scacchi!
Circa il mio intervento, non voleva essere in antitesi al tuo, ma anzi, sottolinearlo. Anche negli scacchi d’altra parte è così. Si può essere anche in vantaggio di pezzi, ma basta una mossa (una SCELTA!) sbagliata per perdere una partita che si aveva magari in pugno! Parlo agli scacchisti: non vi è mai capitato di dare/prendere un matto di colonna con la torre con il re bloccato dai pedoni rimasti tutti in linea? Forse un errore da principianti (basterebbe spostare l’ultimo pedone…) ma specie nelle semilampo può capitare di commettere distrazioni come queste!
Per dirla con Italo Calvino: il mondo è una grande scacchiera… Fa attenzione, la prossima mossa è la tua!
ciao andre….dopo vari giorni di assenza dal tuo blog eccomi di nuovo qui e con piacere vedo qualcosa che mi intriga molto…gli scacchi… io sono una appassionata…adoro giocare ma come te non riesco più a dedicargli tempo e i bei tempi delle partite mozzafiato sono ormai lontani…adesso da circa 2 anni sono un po’ regredita di tecnica e capacità ma conto di riprendere.
gli scacchi mi sono semprempiaciuti..sono un po’ una metafora della vita…non si può pensare di giocare da soli come una pedina all’attacco, che si sia re o semplici pedoni bisogna ricordarsi che per la riuscita migliore bisogna fare lavoro di squadra e mai abbassare la guardia… gli scacchi sono l’eterna sfida che può far soccombere anche il migliore dei giocatori e cambiare direzione all’improvviso…. non vanno a semplice fortuna ma richiedono ragionamento e calma…come le migliori delle scelte.
a presto capitan macco….voglio vederti presto in veste di sceriffo nel nuovo gioco che ci vuoi insegnare!
ciauz
chia
Ciao cara Chiara,
grazie per l’intervento. Scacchi gioco di squadra, ma a volte per la squadra si sacrifica anche un uomo… Alcuni sacrifici di Donna sono rimasti celeberrimi! Spesso ci vuole coraggio per portarli avanti, specie quando il matto non è immediato ma si realizza solo dopo una sequenza di molte talvolta non banale nè scontata!
Per gli altri lettori: il gioco che cita Chiara si chiama BANG! Un gioco di Carte ambientato nel West, per 4-8 giocatori. L’altro gioco che ci vede solitamente compagni di avventure e di sfida all’ultimo punto vittoria e all’ultimo tratto di strada è COLONI DI CATAN, in cui, per il secondo anno di fila, sono arrivato in finale al torneo organizzato dal Labyrinth di Genova. Ma ahimè, anche quest’anno, non ho brillato nell’ultima decisiva sfida… La tensione continua a giocare brutti scherzi! (E poi tanto di cappello agli avversari. Giustamente, se sono i finalisti…!) In ogni caso resta sempre uno dei miei giochi preferiti, anche se da molti ancora poco conosciuto.
…mi sta venendo voglia di giocare di nuovo a scacchi…e sopratutto a bang.
per tutti coloro che frequentano questo blog vi consiglio vivamente di giocare al gioco che citava prima il cuon andre… dopo qualche partita di rodaggio non potrete farne a meno.
alla prossima
chia
ciao….
il gioco degli scacchi l’ho sempre considerato il gioco più completo di tutti…
mi riferisco a livello mentale,perchè un buon giocatore deve saper ponderare le sue mosse e cercare di interpretare il pensiero del suo avversario…
ma non solo,il buon giocatore deve mantenere la giusta calma e freddezza,per riuscire ad arrivare alla mossa che lo porta alla vittoria….
questo bisognerebbe farlo anche nella vita,misurando le mosse e preparando il terreno di gioco che ci troviamo ad affrontare ogni giorno,cercando nel limite del possibile le “perdite” morali,e conquistando la “vittoria” ……
ciao Nuovogiorno
Mi piace molto lo spunto di nuovogiorno sul “ponderare le mosse dell’avversario” e “interpretare il suo pensiero”. Era un punto che ancora non avevamo toccato ma è importantissimo. A strategia rispondere in modo adeguato. Un buono scacchista, poi, non si lascia imbavagliare dalla tattica dell’avversario, ma è lui che impone la propria! Spesso le partite si giocano tutte lì.
Quante partite, un tempo, perse proprio con atteggiamenti atti a intaccare la concentrazione dell’avversario? (fumo, movimenti ambigui, ecc.) Per fortuna ora le regole sono più severe! Ricordo che qualche anno fa ad un torneo di Natale persi una delle ultime partite con uno che era nettamente meno bravo di me ma che ogni volta che doveva fare una mossa faceva una serie di gesti con la mano sopra la scacchiera. Mi de-concentrò enormemente e alla fine persi. Forse avrei dovuto chiamare l’arbitro, ma, che volete, era Natale…
Sì, ho letto “La variante di Luneburg” si può dire appena uscito, ma se dovessi dire in quale angolo di casa mia si trova non lo saprei dire…ed è un peccato, perché dovrei farlo circolare. Gli darò la caccia, quando avrò un po’ di tempo. Anche con gli scacchi non c’è una gran confidenza, da qualche tempo…causa esami di maturità, ora (dalla parte del professore), prima per il lavoro… Ricordo con grande piacere quelle due orette trascorse assieme io e te ogni tanto a giocare a scacchi nel gazebo del Greco, al Piccolo Mondo sotto Porta Soprana. Speriamo che, a tesi ultimata, possiamo tornarci qualche volta! Comunque vorrei dire che gli scacchi -bellissimi- sono un gioco intrinsecamente violento, che si conclude con un assassinio – quello del re! Sono appaganti (quando si vince) anche perché ci fanno sfogare, sublimandoli, certi nostri istinti aggressivi, ancestrali. Ho conosciuto persone che hanno vissuto una sconfitta a scacchi come una specie di catastrofe personale. L’importante è non identificarsi nel re, e pensare che, partita dopo partita, possiamo ogni volta farlo “resuscitare”: e buona fortuna!
Andrea