Dante Alighieri e la Teoria della Relatività

DANTE COME EINSTEIN?

 

    dante-einstein

Ho letto sulla rivista “Tracce” di Comunione & Liberazione di Dicembre 2006 un articolo di Marco Bersanelli, Astrofisico di Milano e autore di diverse opere divulgative molto ben fatte. Questa volta, però, non mi trova del tutto d’accordo anche se ammetto che la tesi da lui avanzata in questo articolo è davvero stucchevole.

 

Innanzitutto segnalo il link all’articolo completo: http://www.tracce.it/det_Articoli.asp?Sezione=dicembre+2006&ID=20061223

 

 La tesi dell’autore è sostanzialmente quella che l’universo di Dante, in particolare la struttura dei cieli che emerge dal Paradiso, anticipi di secoli la visione di uno spazio curvo quadrimensionale adottata poi da Einstein e attualmente considerata come valida dalla maggior parte della comunità scientifica (per quanto diverse teorie “alternative” alla Relatività generale, teorie perlopiù di “Fisica non standard” emergano come funghi qua e là… io resto personalmente perplesso)

 

ipersfera danteNell’analisi di Bersanelli, tutto si gioca sugli ultimi due cieli di Dante, il Primo Mobile, il cielo più esterno, e l’Empireo, dove ha sede Dio, che è immobile ma dà moto a tutto. L’interpretazione canonica del testo dantesco a questo proposito è quella della teoria di Aristotele e Tolomeo (teoria che pone al centro dell’universo la Terra e ruotanti intorno ad essa gli altri pianeti e le stelle) con l’aggiunta della visione cristiana di S.Tommaso d’Aquino e degli altri medievalisti a lui contemporanei che arrivano a provare l’esistenza di Dio, motore immobile, attraverso le cosiddette “cinque vie”.

 

Detto in altri termini e con maggior precisione:  Dante aggiunge ai cieli “canonici” tolemaici (sole, luna, pianeti, stelle fisse) le varie gerarchie angeliche al fine di dare una spiegazione  del loro moto; inoltre il poeta fiorentino introduce  due nuovi cieli: il  Primo Mobile e l’Empireo. Quest’ultimo, appunto, rappresenta il luogo dove ha sede Dio, il motore immobile da cui tutto l’Universo viene messo in moto. Tutto questo quadro viene poi arricchito da quella poesia, quel fascino, quei personaggi che son propri del genio di Dante.

 

 

Dare ora, invece, un’interpretazione dell’Universo dantesco come una ipersfera in 4 dimensioni, dove il Primo Mobile sia l’equatore, la terra e l’Empireo i due poli – descrizione che pure combacia, come mostrano i versi citati da Bersanelli, con quanto scritto nella Divina Commedia – mi sembra francamente esagerato e forzato.

 

sferaTanto più che mi vengono allora da muovere almeno  2 CRITICHE immediate alla interpretazione di Bersanelli:

 

–         se è vero che partendo dalla polo sud di questa ipersfera, la terra, si sale progressivamente di cielo in cielo fino al Primo Mobile, ossia l’equatore della nostra ipersfera,  che cosa incontriamo dal Primo Mobile fino a giungere al polo nord, l’altro punto fisso, cioè il luogo dove risiede Dio? Dante non dice nulla e Bersnaelli che ci mette nella restante fetta di ipersfera???

 

 –         Se il polo nord rappresenta il “motore immobile” Dio, come si spiega, in questa visione einsteiniana, il moto conferito a tutta l’ipersfera? Dovrebbe essere una forza esterna alla ipersfera stessa a metterla in moto e non un suo punto interno! Infatti, nella teoria del Big Bang in cui l’Universo è visto come una sfera (con un po’ di irregolarità, ma sostanzialmente come una sfera, o meglio forse come un cono, a seconda dei punti di vista) il grande interrogativo a cui la Scienza non risponde con nettezza è: chi ha messo in moto l’Universo?

 

 

 

Qui chiudo, aspetto i vostri commenti in merito. Mi riprometto, tuttavia,  di riprendere  in un altro intervento l’ultimo punto di cui ho parlato:  merita esaminare le varie teorie scientifiche sull’origine dell’universo, sull’origine del tempo e dello spazio, specie vorrei dedicare un approfondimento a quelle attualissime di Hawking e Penrose che prevedono un universo auto-sufficiente, ma la cosa non è né banale né evidente!

 

 

Arrivederci allora a breve, dal mondo dell’Astrofisica

 

Andrea Macco

dante-schema

19 commenti su “Dante Alighieri e la Teoria della Relatività

  1. Ciao Andre,
    bello questo intervento su Dante ed Einstein… La penso + o – come te, mi sembra strano che le idee di Dante fossero per uno spazio curvo, anche se tuttavia non ti nego che le rappresentazioni che si trovano dell’universo di dante sui libri di testo scolastici (tipo quella che hai messo tu in fondo all’intervento) non mi sono mai piaciute, secondo me sono cmq una rilettura e una interpretazione arbitraria. Dante se fosse vivo le criticherebbe. Bisognerebbe dirle queste cose agli insegnanti, l’articolo di Bersanelli ci deve insegnare a non assolutizzare quella che, ricordiamoci, è poesia!
    Ciao a presto

  2. Pingback: Blogger silenziosi e statistiche discordi « L’universo in clessidra

  3. theory of cosmologia -autocosmo.
    theory graceliana.
    first to produce a theory full of the cosmofisica.

    Author – Ancelmo Graceli Luiz.

    Ancelmoluizgraceli@hotmail.com
    Tel. 27- 32167566 Street Itabira, nº 5, Itapemirim Set, Rose of the
    Penha, Cariacica, -269, E.S. cep.29143 Brazilian, professor,
    graduation in philosophy and theoretical researcher. Published books
    ASTRONOMY, and WORLD Of the PHYSICAL INTERACTIONS.
    Collaborator – Marcio Piter Rangel.
    Presented work the SECT- Spirit Brazil Saint. E the Brazilian Society
    of Physics. Introduction published in the WEB for the Vestibule Brazil
    Factor – Channel Profile. In day 30.01.2008. If other theories with
    beddings and you formulate had had acceptance, why these will not
    have? Therefore, it possesss all the beddings and all the forms of
    calculations, and that the reality and the comment until today reached
    are confirmed with. With more than one hundred and ten formulas, the
    most varied forms of if calculating one same phenomenon, with more
    than two hundred beddings in all the areas of the modern physics.
    Also, with new forecasts inside of cosmology and astronomy.
    Presented the Magazine of Education of the SBFISICA. Soced. Bras. de
    Física. Brazilian Journal of Physics – SBFISICA
    PRESENTATION.
    The theories defend the power vital the holy ghost and on cosmo, the
    life, the mind and everything more, against the mecanicismo and the
    materialism. With forceful beddings on possibilities of as everything
    it possesss an origin and an aiming for the power the holy ghost in
    route the life, the harmony, the perfection, the improvement and the
    eternity in detriment to the chaos and the end.
    In cosmology the universe is defended that if structure as a stream of
    production and destruction of astros. In astronomy it is defended that
    the movement is produced by the proper energy of astro. INTRODUCTION.
    THEORY Of the ORIGIN Of the SUBSTANCE And the COSMO, And UNIVERSE
    FLUXONÁRIO ESTRUTURANTE.
    This theory is the one that more is come close to the power of God.
    Therefore it goes against any form of chaos.
    OF THE ALMOST NOTHING EVERYTHING CAN APPEAR – EXCEPT GOD.
    The UNIVERSE Is An AUTO CREATION, HOWEVER, A WORKMANSHIP Of This
    TRANSPORT ALONE CAN HAVE the POWER Of the CREATOR.
    This theory goes of meeting to the harmony and cosmic eternity in
    detriment to the chaos and the finitude of the universe considered for
    the theory of the great explosion. While one enters in stream of
    disintegration and reintegration with little energy, others are born
    more distant from the aglutinação of the dense space.
    COSMO ESTRUTURANTE And DESINTEGRANTE.
    Graceliano Model. The universe is constant and infinite stream.
    […]
    COMMENTO TAGLIATO DA PARTE DELL’AMMINISTRATORE DEL BLOG.
    Part of the comment was cut by the administrator of this blog.

  4. Do’ il benvenuto ad ancelmo sul blog.
    Il suo commento non e’ stato tagliato per cattiveria, anzi, poteva essere molto interessante. Ma aveva una lunghezza spropositata: un commento su un blog non e’ il posto dove pubblicare una propria teoria in ogni suo dettaglio. Ho lasciato dunque il riassunto. Se qualcuno sara’ interessato sa come e dove contattare il professore.
    Andrea Macco

    Welcome ancelmo on this blog!
    Your comment was cut by me not for wickedness, indeed, could be very interesting. But it was too long: a blog is not the right place to to publish a own theory in every detail.
    So I left the summary. Anybody interested know how and where to contact the professor.
    AM

  5. Penso possiate trovare ulteriori spunti per le vostre riflessioni nel testo di Horia-Roman Patapievici “Gli occhi di Beatrice” (ed. Bruno Mondadori) che anticipa di qualche anno la tesi secondo la quale nella visione dantesca dell’universo si possono riscontrare interessanti analogie con modelli più contemporanei.
    Buona lettura!

  6. PROF. ANDREA MACCO MI SCUSO PER ESSERMI PRESA LICENZA DI CHIAMARLA CON TANTA FAMILIARITA’ ,PERCHE’ NON CONOSCEVO IL SUO STATUS PROFESSIONALE.
    PERTANTO MI E’ PIACIUTO MOLTO QUESTO SUO INTERVENTO SU DANTE E EINSTEIN.
    CONCORDO IN TOTO CON LEI E CON IL COMMENTO DI RIKI
    GRAZIE PER QUESTE APPASSIONANTI DISQUISIZIONI…!!!

  7. Cara Liliana,
    tra naviganti e compagni di pianerottolo è usanza darsi tranquillamente del tu. Mi fa piacere se i visitatori possono sentirsi di casa!

    Grazie dei complimenti e a presto!

    Andrea

  8. Pingback: tomate :: giornalismo scientifico :: August :: 2010

  9. A PROPOSITO DI UNIVERSO AUTOSUFFICIENTE.
    Su “berlicche” nessuno ha commentato ciò che scrivo qui sotto…allora provo qui…così…per mia pura curiosità sull’argomento.

    Se l’universo è limitato…avrà pure un confine…se il confine è con il nulla , allora questo nulla dev’essere solido, impenetrabile (PER BERLICCHE è UN NON LUOGO). Non a caso l’universo, per venire ad esistere, ha dovuto “esplodere” nell’istante in cui,nel nulla, è stato creato come massa (o masse?). La sua stessa creazione dal nulla è stata un atto di forza,imperioso,irresistibile,avvenuto con l’uso di una potenzialità commisurata alla stessa massa creata,ma certamente supportata da una potenzialità maggiore. In alternativa, si dovrebbe sostenere che la massa sia pervenuta esclusivamente da un suo infinito autodivenire, dall’infinito fino ad ora e verso l’infinito: il che è impossibile, anzi improponibile concettualmente, perchè ove c’è esistenza, lì non c’è infinito. Che cos’è più infinito… del nulla?

  10. Per confine dell’universo penso che si debba intendere il limite ultimo di tutte le sue potenzialità (es. masse, espansione, forze ecc.), non ancora raggiunto, perchè siamo ancora nella fase che sul nulla domina l’esistenza stessa dell’universo. Penso anche di dover aggiungere che il principio di conservazione possa valere soltanto in ambiti relativi, perchè in un qualsiasi sistema dinamico,quale è quello dell’universo, il concetto assoluto, non quello relativo, sia che in mancanza di nuovi apporti creatori, il dinamismo, qualunque esso sia, debba per forza tendere allo zero, sia pure passando per una fase relativistica di apparente conservazione.

  11. Cerco di rispondere a Giuseppe:
    il “nulla” che c’era all’inizio di tutto secondo la teoria del Big-Bang, lo stesso “nulla” che c’è ai confini dell’universo, è un nulla in termini di SPAZIO-TEMPO. Ossia: non c’è lo spazio e non esiste il tempo. E’ la materia-energia-campo di radiazione che creano lo spazio e il tempo. Come si fa a definire qualcosa in termini spaziali (e temporali) se tali categorie non esistono?

  12. Penso che il concetto del nulla possa soltanto essere relativo, mai assoluto. Tuttavia,non potendo usare una terminologia diversa da quella appartenente allo “spazio tempo”, ho immaginato il nulla come “concettualmente” solido, ovvero il creatore dell’universo,chiunque egli sia, ha “dovuto frantumare” questo nulla.
    Secondo me, non ci si sbaglia a pensare che l’universo,in termini primari ed ultimi, possa confinare soltanto con il suo creatore.
    E’ chiaro che, scrivendo quanto sopra, si sta cercando di ragionare, senza altre pretese e con molti dubbi.
    Un saluto.

  13. Chiedo scusa: nel commento 22.12.2010 ore 21:06 ho scritto guseppe invece di giuseppe che è il mio nome corretto.

  14. I always visit your blog and retrieve everything you post here but I never commented but today when I saw this post, I couldn’t stop myself from commenting here. Fantastic article mate!

  15. Oggi 15 agosto 2013 è la festa di Santa Maria Assunta in Cielo: una festa liturgica di sapore cristano-orientale e medievale, come ricorda anche Charles Journet, tanto apprezzata anche da papa Celestino V, cioè da Pietro dal Morrone (cfr. Basilica di Collemaggio a l’Aquila), ed oggi assai molto dimenticata. Per rilanciarne la bellezza e l’importanza sarebbe sufficiente che fosse permessa dal VATICANO la giusta interpretazione da dare al capitolo II, del trattato secondo, primo capoverso, del CONVIVIO di Dante: e questo anche stimolando a farlo il Cardinale Presidente della prestigiosa “CASA DI DANTE IN ROMA”. Perché no…?
    Se fosse permessa la giusta interpretazione da dare al citato passo del Convivio (II, II, 1 e II, XV, 12) risulterebbe che la qualificantissima scienza medievale della MORALE FILOSOFIA, la scienza dei PROFETI, posta da Dante nel nono cielo Cristallino, acqueo e di Maria, apparve a Dante proprio il 15 AGOSTO 1293, per la festa di SANTA MARIA ASSUNTA IN CIELO, e non dunque il 21 agosto 1293 come tutti gli esegeti più o meno erroneamente asseriscono per non essere stati in grado di fare bene i calcoli. Da qui il rilancio liturgico del 15 AGOSTO in generale: cioè attraverso Dante. Scrive così Dante: “Cominciando adunque, dico che la stella di Venere due fiate rivolta era in quello suo cerchio che la fa parere serotina e mattutina, secondo diversi tempi, appresso lo trapassamento di quella Beatrice beata che vive in cielo con gli angeli e in terra con la mia anima, quando quella gentile donna (LA MORALE FILOSOFIA CRISTIANA fondata sulla pagana FILOSOFIA di PITAGORA), cui feci menzione ne la fine de la VITA NUOVA (Vita Nuova, XXXV, 2), parve primamente, accompagnata d’Amore a li occhi miei, e prese luogo alcuno ne la mia mente (Convivio, II, II, 1). Della giusta interpretazione da dare al citato passo, la mia qualificantissima scoperta di cui è a conoscenza anche don Lorenzo Lavatori docente di Teologia Dogmatica all’Urbaniana. Il problema è abbastanza semplice, se interessa rilanciare la LITURGIA CRISTIANA. Per stabilire il giorno liturgico in cui la “gentile donna giovane e bella molto” (Vita Nuova, XXXV, 2) simboleggiante la predetta scienza medievale della Morale Filosofia (Convivio, II, XIV, 14), apparve a DANTE, è sufficiente calcolare con precisione quando Venere ritornò, per la seconda volta, ad avere la medesima esatta ELONGAZIONE (distanza dal SOLE) che aveva al momento della morte di Beatrice avvenuta l’8 giugno 1290. Quando l’8 giugno 1290 (alle 19h.50’ circa) morì Beatrice Venere aveva 14°.13’ di elongazione occidentale al Sole: il fenomeno è scientificamente oggettivo. Quando ritornò ad avere la medesima elongazione, 14°.13’ occidentali, per la seconda volta era il 15 agosto 1293 (alle 19h.00’ circa). Provare per credere. L’errore degli esegeti è stato qui di aver proceduto grossolanamente aggiungendo alla data dell’8 giugno 1290, i fatidici 1168 giorni che è il tempo medio impiegato da Venere per fare due rivoluzioni: ma il tempo medio, che conduce al 21 agosto 1293, non corrisponde affatto a quello impiegato realmente dal giugno 1290 all’agosto del 1293 e che conduce al 15 agosto 1293 e, da qui, il grave errore che incide anche sul giorno liturgico. Io è da vent’anni che mi meriterei un premio anche LITURGICO, e invece tutte pedate negli stinchi. Chi sa cosa dirà il mio amico Mons. Enrico Bartoletti di la su, forse quasi papa se non fosse morto (?) prima del suo grande amico PAOLO VI. E pensare che io, con la mia scoperta, ho semplicemente tentato di difendere la nostra SACRA TEOLOGIA LITURGICA come comanda la Costituzione conciliare SACROSANCTUM CONCILIUM sulla SACRA LITURGIA del 4 dicembre 1963. Evviva il silenzio del VATICANO !!! Vedremo se andrà molto lontano. F.to GIOVANGUALBERTO CERI

  16. Ringrazio Giovangualberto Ceri per il suo interessante intervento e in attesa che altri studiosi o il Vaticano stesso diano avallo alle sue scoperte (liturgiche letterarie e astronomiche) gli auguro di proseguire con passione gli studi!

  17. Non ho motivo per difendere Bersanelli, che non conosco, ma occorre precisare alcune cose:
    1) Dante conosceva certamente Euclide, e inoltre era certamente assai versato in astronomia. Non ci sono prove che egli conoscesse l’astrolabio, tuttavia poteva essere al corrente di una proprietà notevole della proiezione stereografica dell’astrolabio, cioè che il polo sud dovrebbe essere rappresentato come una circonferenza infinita. Mi piace vedere Dante che guarda di notte la stella polare e immagina i raggi uscenti da essa che paiono divergere ma in realtà riconvergono tutti nel polo sud. L’astronomia araba è tutta trigonometria sferica, e Dante conosceva gli arabi. Questo solo per una vaga plausibilità dell’ipotesi di Bersanelli.
    2) L’ipotesi non è affatto di Bersanelli, ma di Andreas Speiser, che scrisse un saggio su questo nel 1925 nel volume “Klassiche stucke der mathematik”, Verlag Orel Fussli, Zurich un Leipzig, 1925, e ripresa nel 1979 da Mark Peterson “Dante and the 3-sphere” in American journal of Physics, 47 (1979), pp.1031-1035, poi da Bruno Binggeli e infine da Roman Patapievici.
    3) Le due critiche appaiono inconsistenti, non tanto in riferimento a Bersanelli, quanto proprio ai versi danteschi, a cui rimando (Pd. XXVIII). Nella seconda metà dell’ipersfera ci sono i cori angelici, in corrispondenza biunivoca e inversa coi cieli “terreni”; il moto è conferito dal punto centrale luminosissimo, tanto che i cerchi primi girano velocissimi “per somigliarsi al punto quanto ponno”.
    Non ho alcuna intenzione di difendere o tantomeno proporre ipotesi stravaganti su un Dante precursore di Einstein, quanto di sottolineare come la vastità e complessità della costruzione dantesca abbia consentito, ai lettori ogni epoca, di scorgere nella Commedia le proiezioni delle proprie concezioni, qualunque esse fossero. C’è ad esempio un tal Bottagisio nell’ottocento, che nella Commedia vede “calorico” dappertutto.
    Grazie per l’attenzione
    Cordiali saluti

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