I miei studenti dovrebbero saperlo ormai da tempo. La griglia che uso per la valutazione dei quaderni (QUI) parla chiaro eppure, puntualmente, qualcuno prova comunque a farlo entrare nel proprio quaderno, a farselo amico… già, lui, la spalla del disordine, l’uomo che fa il palo alla fretta e allo scrivere senza riflettere, il Nemico Numero Uno bandito ufficialmente dalla Legge dello Stato e che tuttavia viene pure rivenduto a caro prezzo come accessorio indispensabile per ogni studente… Insomma si mente sapendo di mentire, e lo si usa sapendo di sbagliare!
E poi c’è sempre la fatidica domanda. Ma perché? Perché bandirlo, lui che è così simpatico, che ha pure un buon odore, che negli anni fa così cara compagnia nell’astuccio alla gomma, al temperino, all’evidenziatore… non si può, professore, non si può proprio separare questi inseparabili amici – mormora qualcuno. E altri: è una ingiustizia! E si solleva il coro: libertà per i bianchetti…! E altri ancora propongono una medaglia al merito! E sia!
Bianchetto, sei nominato ufficialmente salvatore dell’ignoranza, amico dei distratti, supremo annientatore della quadrettatura, eroe degli espulsi ai concorsi pubblici e sommo imperatore dell’imperfezione!

Un correttore, antenato del bianchetto, in una azione di guerra
5 (SERI) MOTIVI PER CUI BANDIRE IL BIANCHETTO
- Il suo uso non è consentito dalla Legge dello Stato su documenti ufficiali, firme o timbri. E questo poiché non consente di vedere il testo precedente alla correzione. Se usato all’Esame di Stato o in un Concorso pubblico porta all’immediato annullamento della prova stessa. [Si vedano gli art. 476 e 479 del codice penale e il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa]
Uno stralcio della norma in merito al divieto di abrasioni o correzioni sugli atti pubblici, quali i compiti in classe o le prove d’esame.
- Molti bianchetti sono tossici, come del resto riportato per Legge sulla etichetta adesiva del prodotto: “ATTENZIONE; se concentrato ed impropriamente inalato può essere fatale. Tenere fuori della portata dei bambini.” Quindi non tutto ciò che ha un buon odore è buono, anzi… spesso è usato per coprire qualcosa di tossico!
Simboli spesso presenti su molti correttori liquidi o a penna.
- Il banchetto copre l’errore, ma anche la quadrettatura del foglio, quella prestampata, e difficilmente riproduce il colore stesso della carta. Dunque risulta una macchia bianca ancora più evidente dell’errore stesso che si è corretto, e ha lo stesso effetto di un evidenziatore. Mette in risalto subito – più di una parola con una riga tirata sopra e a fianco o sopra la correzione – che in quel punto c’è stato un errore!
. - Sapere di avere il bianchetto a portata di mano non fa concentrare! Se prima di scrivere uno pensasse veramente a ciò che sta facendo tanti errori sarebbero evitati. Non avere il bianchetto a disposizione è uno stimolo in più per non sbagliare, altrimenti tocca riscrivere tutto o comunque tirare una riga!
. - Il bianchetto non permette di vedere ciò che c’era prima e dunque neanche di analizzare e capire i propri errori. Se faccio una espressione sbagliata e poi la copro tutta con di bianchetto (la sbianchetto con il gergo comune) non rimane traccia di quali errori si siano commessi (si sa solo che lì c’è stato un errore, ma non che tipo di errore).
Tirarci sopra una riga e rifare l’espressione, o il problema, consente invece di rivedere anche a posteriori gli errori. Questo vale massimamente in matematica ma si applica anche alle altre discipline
[non a caso le figure sono invece tracciate a matita, perché in questo caso è possibile effettuare con la gomma piccole correzioni. Anche l’uso della gomma non dovrebbe divenire eccessivo: se l’intera figura è errata conviene tirarci una riga e rifarla piuttosto che far rimanere il segno della vecchia figura sulla nuova!]
PROMO ANTI BIANCHETTO
Bianchetto, scolorina, correttore, cancellino, rotella, tipp-ex, correttore a nastro, penna sbianchettante, magic ink eraser, bianchetto universale, … tanti nomi per la stessa cosa!
Una studentessa ha apposto questo simpatico foglio nelle prime pagine del proprio quaderno. Mi sembra una ottima promo da divulgare! Grazie Eleonora!
Aaaarrrg! E’ tutto vero…!!
Ma ai dislessici (e giusto a loro), una penna con inchiostro riscrivibile, no? Allora un tablet?
Sacrosanta battaglia contro l’Inquinatore che si maschera sotto le sue bianche vesti! È inaccettabile anche nei compiti di materie umanistiche.
ahahahah, prof lei è un mito!!!!
è bellissimo anche il foglio di Ele!!!!!!!
Secondo me, il bianchetto, in certi casi serve, ad esempio, in matematica, il mio professore lo fa usare anche sulle verifiche, perchè ritiene il pasticcio che si fa con la biro per cancellare, fastidioso, perchè poi va a finire che non si capisce più niente di quello che si è scritto!
Silvia, benvenuta sul blog!
Mi spiace che il tuo professore faccia usare il bianchetto, specie nelle verifiche: rischia di avere dei guai… il bianchetto è vietato per legge negli atti pubblici! Magari potreste, con garbo, rammentarglielo.
Ha ragione invece sul fatto che gli studenti spesso facciano dei pasticci con la biro. Anche questi sono da evitare. Come? E’ sufficiente barrare ciò che è sbagliato, senza doverlo per forza annerire tutto! E poi si rifà sotto o a fianco il prcedimento giusto. Ciò non crea disordine ed evita l’uso del bianchetto.
Spero di averti dato altre buone motivazioni per non usarlo…. buon tutto!
AM
Ben detto. Mi sento meno solo nella mia guerra contro questo mostro.
Egregio professore, cercando su internet qualche indicazione su quali siano i correttori più performanti, in commercio, mi sono ritrovato casualmente a leggere il suo articolo che potrei definire il manifesto di una crociata anti-bianchetto.
Riconosco che molte delle cose che dice sono corrette e mi sembra ragionevole che su documenti o atti pubblici l’uso del correttore sia vietato trattandosi di documenti ufficiali.
Ci sono però applicazioni nelle quali il correttore è utilissimo e le correzioni risultano perfette ed invisibili, questo richiede però carta bianca e l’uso successivo della fotocopiatrice.
Io sono ingegnere e le assicuro che nell’ambito delle correzioni di disegni, schemi, dettagli costruttivi etc un buon bianchetto (rigorosamente in flacone con pennello fine) semplifica molto la vita e rende le correzioni chiare ed intelligibili. questo naturalmente se si lavora su carta dal momento che con gli strumenti informatici le correzioni sono molto più semplici ed immediate.
Tornando al suo articolo, c’è però un punto in particolare su cui mi permetto di dissentire: personalmente non condivido che l’esecuzione di un elaborato debba essere per forza perfetta già in prima battuta e senza ripensamenti. Spesso per trovare la soluzione sono necessarie numerose prove e tentativi; disegnare, fare schemi, diagrammi etc aiuta tantissimo il pensiero e l’immaginazione o almeno per me è sempre stato così tanto all’università quanto sul lavoro. Chiaramente, poi l’ elaborato in brutta copia (di norma comprensibile solo all’autore) va trasferito in bella copia con cura e attenzione per essere reso intelligibile anche agli altri.
Ognuno di noi è diverso ed ha un suo modo di approcciare il pensiero creativo; cito due grandi musicisti (penso ci siano profonde affinità tra matematica e musica classica): Mozart componeva di getto, velocemente, con pochissimi errori, e pur essendo morto a soli 35 anni ha prodotto una quantità di musica impressionante , Beethoven invece era più lento e tormentato e ci ha lasciato taccuini ed appunti con infiniti ripensamenti, cancellature e correzioni (sono certo che avrebbe usato litri di bianchetto se a quel tempo fosse già esistito) ma entrambi, pur seguendo modalità diverse hanno creato grandi capolavori.
Mi complimento, infine, per la matrice di valutazione del quaderno che voglio stampare per mio figlio sperando serva come stimolo per fargli mantenere in modo un po’ più ordinato il quaderno di matematica.
Caro Gabriele,
nel darle il benvenuto sul blog, la ringrazio per il suo intervento, puntuale e preciso. Sottoscrivo tutto: quello che lei descrive è il solo uso corretto e intelligente del correttore che, tuttavia, non trova impiego nelle scuole (se non forse in alcuni istituti tecnici?) ma, come da lei sottolineato, solo in studi del mestiere.
Sottoscrivo pure l’uso fondamentale della brutta copia: è una “brutta copia” e come tale può ammettere tutti i “pasticci” che uno vuole. Ad essa DEVE seguire una bella copia ben fatta e dove è indispensabile comunque ragionare e non solo “ri-copiare”. Per molti studenti, purtroppo, brutta e bella vengono a coincidere e anziché ricopiare e ordinare il frutto dei loro processi creativi-deduttivi-logici riempiono la pagina di bianchetto e cancellature! … Sempre che vada bene: a volte non si prendono neppure la briga di farlo! E non per mancanza effettiva di tempo, vedi compito in classe, ma di voglia o, peggio, di metodo… quello che io, con molta pazienza, provo nel mio piccolo a dare e suggerire.
Grazie ancora di tutto, anche dei complimenti per la griglia. Per il Liceo ne ho messo a punto quest’anno una ancora più dettagliata e migliorata che (per ora) sta funzionando bene. Conto di inserirla appena possibile su queste pagine!
Torni a scrivere quando vuole, apprezzo molto contributi come il suo!
Andrea Macco
Poche parole… anche io da anni sono una paladina anti -bianchetto. Invito i colleghi a sconsigliarne ai propri studenti l’uso per ragioni di salute e didattiche. Sottoscrivo tutto quanto detto dal professore in merito agli errori e alla cancellazione degli stessi con una semplice riga sopra. Domani farò leggere questo blog ai miei alunni, grazie !
Patrizia Paolinelli