Archivio mensile:Maggio 2014
Di ritorno da Cervia-Mirabilandia…
Eccoci di ritorno dalla tre giorni a Cervia-Mirabilandia, per le finali della gara a squadre denominata Kangourou dell’Informatica . I miei ragazzi sono arrivati quinti assoluti: davvero un bel piazzamento, specie se consideriamo che è il primo anno di nostra partecipazione. E ora che abbiamo capito come funzionano queste gare, potremo anche migliorarci, vero squadra?
Un sentito ringraziamento (che rendo pubblico anche con questo post) a tante persone:
- Agli organizzatori, che sono stati efficienti e puntali in tutto;
- Alle due mamme che si sono unite alla squadra e che sono state un aiuto valido: finaliste anche loro a pieno titolo!
Alla squadra delle Immacolatine (i “miei ragazzi”) che si son comportati bene in tutti i fronti e che sono pure riusciti nell’impresa di coinvolgermi nelle varie attrazioni di Mirabilandia! (comprese le più estreme!)
- Alla nostra mascotte ufficiale, la mitica Veronica (la sorella minore di uno dei miei studenti, 3a elementare ma è come se fosse stata anche lei una delle Medie!)
- Alla squadra del Liceo Cassini di Genova… ottimi ragazzi, simpaticissimi e davvero a modo… E se il prossimo anno ci fosse il bis per tutte le squadre genovesi? (salutiamo anche la compagine del Calvino! Ben 3 squadre rappresentavano Genova!)
- Alla prof.ssa Marino, accompagnatrice del Liceo Cassini: la sua esperienza dopo 5 edizioni di questa gara è impareggiabile. E ci è stata più d’una volta d’aiuto. Una collega davvero valida!
- Ai giovani professori di altre scuole che ho visto con le loro squadre sul podio. Sono stato felice di percepire tanto entusiasmo!
- A chi ha condotto il laboratorio sull’informatica e la pasta… è stato divertente e presto i miei studenti potrebbero ricevere una riedizione dello stesso.
- …
- (ultimo ma non meno importante): Al bel tempo atmosferico, che dopo la bella tempesta d’accoglienza, ci ha accompagnato splendidamente nei due giorni al parco di Mirabilandia!
E ora…3.2.1. da 0 a 100 in 2 secondi! Sono certo, squadra, che ci saranno altre belle avventure come questa nei prossimi anni. Chi si fa sotto?
Andrea prof. Macco
Responsabilità
In questo post propongo due riflessioni, una di carattere generale sull’uomo, con le parole di una poesia della statunitense Audrey Shenandoah, e l’altra di attualità sulla nostra povera Italia, in cui scandali e corruzione sembrano dilagare sempre: segnalo allora un bell’articolo di Danilo Paolini uscito su Avvenire di ieri. Buona lettura!
AM
Nascere uomo su questa terra
è un incarico sacro.
Noi abbiamo una responsabilità sacra,
dovuta a questo dono eccezionale
che ci è stato fatto,
ben al di sopra del dono meraviglioso
che è la vita delle piante,
dei pesci, dei boschi, degli uccelli,
e di tutte le creature
che vivono sulla terra.
Noi siamo in grado
di prenderci cura di loro.
Audrey Shenandoah
Ognuno di noi deve fare la propria parte per salvare l’Italia
L’altro contagio
Il dono dell’intelligenza e quello dell’intelletto
Spesso confondiamo l’intelligenza con altre doti o qualità. L’intelligenza io credo invece sia una dote che vada allenata ed esercitata molto perchè possa emergere davvero in una persona. Come scritto qua sopra, infatti, la persona intelligente è quella che sa guardare a fondo nelle cose e leggere dentro le cose, le persone, i fatti. E questo non è mai banale. Oltre al dono, ci vuole l’esercizio costante di esso.
A tal proposito trovo molto azzeccata e molto bella la catechesi del 30 aprile (mio dies natalis!) di Papa Francesco sul dono dell’intelletto ( legato a quello dell’intelligenza). Esso è – dice il Papa – la capacità di andare al di là dell’aspetto esterno della realtà e scrutare le profondità del pensiero di Dio e del suo disegno di salvezza. QUI la catechesi completa che suggerisco di leggere.
Coltiviamo il dono dell’intelligenza, chiediamo a Dio il dono dell’intelletto!
AM
Il mio saluto a Vujadin
Partita finisce quando arbitro fischia! L’arbitro per te ha fischiato proprio nel giorno della canonizzazione dei due Papi. Verrebbe da dire, anche per te, “santo subito” perché quello scudetto – diciamocelo – fu un vero miracolo. Ma non solo per quello dico “santo subito”, anche per le tue doti umane e di comunicatore, per la tua capacità di appassionare e di affrontare il calcio, il lavoro e, soprattutto, la vita: con quella grinta e quella passione che fanno guadagnare stima, rispetto e anche una certa voglia di emulazione. In positivo ovviamente, un po’ come accade in ambito religioso, appunto, con le figure dei santi.
Io credo che in fondo il buon Dio non valuterà solo la nostra fede in termini di preghiere, messe, carità spicciola, ma avrà uno sguardo più a 360°. Se un giocatore con due occhi deve controllare il pallone e con due il giocatore avversario, vuoi che il buon Dio non controlli ancor meglio ogni uomo in campo, ogni azione della vita? Certamente saprà riconoscere una persona degna del Suo Regno se questi ha saputo vedere autostrade dove altri solo sentieri, se ha lottato con grinta, col cuore, con onestà, se ha saputo portare un sorriso laddove c’era la delusione magari per una cocente sconfitta (Meglio perdere una partita 6-0 che sei partite 1-0, giusto?), un senso di fiducia anziché la continua polemica (e dunque ribadiamolo con te: rigore è quando arbitro fischia!).
E allora Vujadin, buona partita nel Regno dei Cieli, là con Paolo, con il prof. e gli altri amici e compari che ti hanno preceduto! E chissà che non ti nomino allenatore (allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto!) e non ti affidino qualche recupero per chi è rimasto un po’ indietro… tanto da insegnar loro che dopo pioggia viene sole e se vinciamo siamo vincitori se perdiamo siamo perditori.
E a noi che restiamo in campo e che ancora abbiamo da segnare qualche goal nella partita più importante, quella della vita, non resta che tu ci ricordi che: Palla a noi giochiamo a noi, palla a loro, giocano loro!
Grazie Vujadin Boskov!
Andrea Macco