Il cavaliere oscuro – Il ritorno: Nolan stupisce ancora

“Ti illudi che l’oscurità sia una tua alleata. Ma ti sbagli. Tu utilizzi semplicemente il buio, io sono nato in esso, e da esso sono stato plasmato. Ero già un uomo quando vidi la luce, e da essa non ebbi altro che accecamento. ” 

Così Bane (Tom Hardy), in un passaggio chiave dell’ultimo riuscitissimo capitolo della saga diretta da Christopher Nolan: il Cavaliere Oscuro – il ritorno.

Se il Cavaliere Oscuro è stato un successo – proclama unanime di critica e di pubblico (QUI la nostra recensione) – questo terzo capitolo non è da meno. Certo, la figura di Joker interpretata da Ledger (mai premio oscar fu più meritato) è unica e irripetibile, ma il male che si scatena in questo terzo episodio non è meno malvagio nè meno caratterizzato del male caotico rappresentato da Joker. Bane è l’apice di questo mix di caos – forza e lucida follia, ma non è il solo che dà filo da torcere a Bruce Wayne/Batman : dietro di lui c’è un progetto più grande e diversi personaggi sono in bilico tra bene e male, a partire dalla misteriosa, affascinante e controversa Selina Kyle/Catwoman. Per una volta non si vede solo l’eroina dal corpo mozzafiato messa lì solo per fare audience, ma c’è un personaggio che è pienamente nella logica del mondo attuale: se il mondo è tendenzialmente egoista e irriconoscente, vale la pena salvarlo o meglio pensare a se stessi e al proprio tornaconto? 

E poi, su tutti, emerge ancora una volta un super-eroe che non è sempre infallibile, ma che è stato inizialmente messo da parte, che si è perduto (in questo un po’ assomiglia a certi momenti di crisi di Tony Stark/Ironmen, ma se ne differenzia subito per umiltà e  modo di fare), che cade pure miseramente in trappola … ma ogni caduta – ci insegna il Cavaliere Oscuro Nolan – serve per rialzarsi… !

E con una stupenda colonna sonora siamo condotti in un cerchio che ci riporta a quel primo Batman Begins (forse l’episodio meno riuscito dei tre) da cui tutto era cominciato, ma con un finale da brivido, ricco di colpi di scena e di un sentimento che i greci avrebbero chiamato pathos, oggi diremmo adrenalina, ma non c’è solo quella: c’è subito la voglia di ripensare all’intero di film, di rivederlo, di rianalizzarlo. Perchè ben più di un messaggio è nascosto tra le pieghe di questa inarrivabile trilogia.

Voto: 8/9. 

“Mi chiedevo cosa avrei spezzato prima:
la tua anima, o il tuo corpo
(Bane)

Olimpiadi di Londra: tra delusioni ed emozioni

Dedico sempre un post per commentare le Olimpiadi. (QUI e QUI quello di Pechino 2008, QUI quelle invernali a Vancouver nel 2010), dunque eccoci qua ad una settimana dalla chiusura ufficiale dei Giochi.

Fatti deludenti:

– la medaglia d’oro a Pechino Alex Schwazer e la sua rovinosa caduta, intrisa della fatica di chi non aveva più passione e di chi, forse, aveva toccato con mano quanto sottile fosse il confine tra legalità e illegalità nel mondo dello sport. Ho apprezzato molto l’uomo che affronta con franchezza la sua caduta, sono rimasto deluso per l’atleta che ci aveva fatto sognare 4 anni fa in una disciplina che io stesso ho affrontato per alcuni anni e che so veramente essere dura e faticosa.

i giudici di parte. Non che i giudici britannici siano stati più di parte di quanto non lo fossero stati quelli ateniesi 8 anni fa (quante medaglie hanno vinto quest’anno i greci !?!) o quelli cinesi 4 anni fa. I giudici di casa si rivelano costantemente di parte e facilmente influenzabili dal pubblico. E così se ad Atene il grande Jury Chechi  fu solo bronzo e se a Pechino  Matteo Morandi subì una sorte analoga,  quest’anno è Cammarelle a pagare dazio. Immeritatamente, perchè il supermassimo Cammarelle non lo ferma nessuno da 4 anni a questa parte. E potremmo anche aggiungerci il quarto posto di  Alberto Busnari al Cavallo con maniglie: anch’egli scavalcato immeritatamente da un britannico…

Fatti emozionanti:
– Le gare di Atletica, in particolare quelle di corsa e quest’anno le STAFFETTE su tutte. E’ sempre stata una gara molto particolare, che unisce all’abilità individuale anche una tattica di squadra. Ricordo 4 anni fa dei cambi disastrosi da parte anche di Nazioni titolate… evidentemente la cosa fu di lezione per molti e quest’anno sono stati segnati i due nuovi record mondiali, femminile e maschile.

 – TORNEI A SQUADRE, pallavolo e pallanuoto su tutti, con le nostre Nazionali protagoniste. Devo dire che soprattutto il Volley ha avuto una capacità di coinvolgimento molto alta, grazie anche ad un allenatore, Mauro Berruto, che ha saputo trasmettere una grinta e una carica che hanno dato una valore in più alla nostra squadra. Bravi ragazzi!

– Gare sempre belle da vedere, come quella dell’intramontabile Josefa Idem (quest’anno quinta… ma alla sua età è come se fosse un oro! Oro alla carriera!), oppure che sanno dell’impresa, come quella del bronzo Marco Aurelio Fontana a cui, c’è da scommetterci, continueranno a regalare selle per biciclette ad ogni festa che si presenti…

– Gare di TIRO e di SCHERMA molto avvincenti. Diciamocelo: spesso pensiamo agli atleti come dei super-eroi. Inarrivabili (sempre che non siano invece dei dopati…). Gente super muscolosa e che passa la vita sui campi e nelle palestre. Poi arrivano atleti dalla corporatura decisamente più “umana”, magari pure un po’ di ciccia, un look di certo non da ballerina o alla moda, nessun costume aderente e neppure dichiarazioni che cavalcano gossip e altro. Parlo di un Marco Galiazzo, di un Niccolò Campriani, di un Massimo Fabrizi i cui ultimi tiri per lo spareggio sono stati vissuti col cuore in gola, di una Jessica Rossi  capace pure di fare il record mondiale e degli altri tiratori della squadra italiana  e poi le ragazze di Jesi eroine del fioretto… Nella loro passione, nella loro umanità, nel loro sorriso semplice, nella loro grido di gioia, nella lor concentrazione senza schiamazzi preparatori: lì vedo il volto del vero campione!

Estote Parati!

Estote Parati… Per la precisione Estote semper parati! È il motto degli Scout, famoso e universalmente riconosciuto (Be Prepared in inglese). La derivazione è evangelica (“Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese” – Lc 12,35) e la sua applicazione è ampissima.

Quest’oggi con una vignetta degli amici Gibì e Doppiaw ne propongo un risolvo un po’ diverso dal solito. È l’Estote Parati di chi si sente inutile, di chi subisce una sconfitta, di chi riceve un cattivo giudizio, di chi si scontra con un fallimento, di chi non crede più (o molto poco) in se stesso. Estote Parati!: c’è sempre qualcuno dietro l’angolo che giunge inaspettato e che ha bisogno di me, di te… e che mi/ti ricorda quanto ognuno di noi possa essere ricco e prezioso …

(Qui le scorse puntate delle vignette di Gibì e Doppiaw: N.1N.2N.3N.4 – N.5N.6)