Desidero pubblicare questa lettera dell’amico Professore di Lettere Andrea Del Ponte (Vicepresidente Internazionale e Coordinatore a livello locale del CENTRUM LATINITATIS EUROPAE & HUMANITAS NOVA – QUI il sito locale) sulla attuale situazione della Grecia. Una lettera ricca di spunti che non si ferma su mere considerazioni economiche ma che scava nell’antico retroterra di una Nazione che ha già vissuto tempi di crisi.
Historia magistra vitae: sembra un detto come tanti altri, eppure …
Buona lettura!
Andrea Macco
Sapete quanto amo la Grecia, sia quella antica che quella moderna. E quanto amo la sapienza mediterranea dei Greci (al netto dei nullafacenti, dei corrotti, dei truffatori che spadroneggiano da troppo tempo in quel Paese). E’ ancora la terra del kairòs opposto al chrònos, ovvero dei tempi lenti dell’anima che degusta le cose, opposti alla frenesia della cosiddetta civiltà moderna che oggi s’incarna nei mercati borsistici; la terra in cui si passano
ore apparentemente inutili all’esterno di un bar o sui gradini di una casa a sgranare il kombolòi, il rosario che accompagna i pensieri e le pacate conversazioni – quelle, o simili, che hanno dato origine alla filosofia. Mentre intanto impazza il frinito delle cicale, esattamente ancora come nel Fedro di Platone.
ore apparentemente inutili all’esterno di un bar o sui gradini di una casa a sgranare il kombolòi, il rosario che accompagna i pensieri e le pacate conversazioni – quelle, o simili, che hanno dato origine alla filosofia. Mentre intanto impazza il frinito delle cicale, esattamente ancora come nel Fedro di Platone.
Costringere questo Paese, questo popolo ancora abitudinario e antico (te ne accorgi appena uscito dalle poche grandi città, visitando le campagne) nel letto di Procuste delle regole economiche di Bruxelles e delle pretese della Merkel e di Sarkozy, è una violenza che offende e indigna. Giungo a pensare che l’apparente pazzia di Papandreu di indire un referendum sulle misure anticrisi sia stato il primo e più autentico segno di umanità comparso sulle scene dei governi europei da molto tempo a questa parte.
Ci ha fatto ricordare che i popoli non sono degli istogrammi colorati, né elementi di un grafico da spostare in su o in giù, ma uomini e donne che hanno il diritto di coltivare ideali, progetti, speranze; e anche di esprimere il loro pensiero, sia pure nelle forme risicate di un referendum, in questioni che li riguardano così drammaticamente da vicino (licenziamenti a pioggia, stipendi e pensioni a rischio, disoccupazione diffusa, taglio delle tredicesime…). La Grecia sta continuando a darci una lezione di democrazia, in questa Europa franco-tedesca umiliata dall’economicismo.
Ci ha fatto ricordare che i popoli non sono degli istogrammi colorati, né elementi di un grafico da spostare in su o in giù, ma uomini e donne che hanno il diritto di coltivare ideali, progetti, speranze; e anche di esprimere il loro pensiero, sia pure nelle forme risicate di un referendum, in questioni che li riguardano così drammaticamente da vicino (licenziamenti a pioggia, stipendi e pensioni a rischio, disoccupazione diffusa, taglio delle tredicesime…). La Grecia sta continuando a darci una lezione di democrazia, in questa Europa franco-tedesca umiliata dall’economicismo.
La mia speranza è che proprio dalla Grecia possa venire la spinta umanistica che ci salverà. Solo poche ore fa un portavoce dell’esecutivo europeo ha arrogantemente proclamato che ” il trattato di Lisbona non prevede la possibilita’ di abbandonare l’euro senza uscire anche dall’Unione europea” . Fuori dall’UE e dall’euro? Benissimo. A suo tempo finì il tallero, non per questo il mondo finì. Ho la fede (anche se ciò suonerà un’eresia per gli economisti) che la civetta di Atena sulla dracma greca abbia un potere carismatico tale da suscitare un orgoglio nazionale e una voglia di fare ben superiori a quelli trasmessi da quel triste gettone da vecchio juke-box che è l’euro. Parlo del popolo, s’intende. Non dei banchieri. Per quelli il discorso è logicamente diverso.
Andrea Del Ponte![]()