Don Farinella è come un martello. Batte sull’incudine e non la smette, finché qualcuno non lo ode. Se si fa finta di niente grida che lo si fa perché si ha la coscienza sporca, ma se qualcuno si spazientisce, allora apriti o cielo, tutti se la prendono con lui!
Da tempo – lo sapete – mi occupo di don Farinella, i suoi scritti, le sue omelie, i suoi infervori, i suoi j’accuse, le sue lettere di ripudio, i suoi sermoni infuocati contro una Chiesa che disconosce ma di cui si ostina a far parte. Il farinella pensiero – l’ho già detto – mostra evidenti contraddizioni al suo interno ma se si guarda all’obiettivo a cui in fondo punta, tutto sommato si capisce la sua logica: cavalcar l’onda (emotiva) della popolarità. Non importa se nel bene o nel male, l’importante è che si parli d lui.
Non mi importa se queste righe saranno lette dai suoi fedelissimi che inizieranno a lanciare anatemi contro il sottoscritto, il Giornale (di cui sono solo collaboratore e per cui non rispondo né del pensiero del suo Direttore, né per quello della sua redazione), il Cardinale che non comprende la santità di Farinella e via dicendo. Il pensiero è il pensiero di chi cerca di seguire Cristo e la Chiesa e di essere addolorato per chi, per citare San Paolo, “lo dico con le lacrime agli occhi, alcuni si comportano da nemici della croce di Cristo”.

Tarcisio Bertone e Angelo Bagnasco, i Cardinali maggiormente criticati da don Farinella, hanno risposto sul "Cittadino" al don.
Credo che sia questo lo spirito che anima l’atteggiamento (spesso silenzioso, mai di intransigente censura o di reprimenda che, invece, si sarebbe usata qualche anno fa senza troppi indugi caritatevoli) dei nostri Pastori, in particolare del Card. Tarcisio Bertone e del Card. Angelo Bagnasco che sono stati (Bagnasco lo è tutt’ora) Arcivecovi di Genova e, quindi, diretti superiori di don paolo Farinella.
Ecco dunque la lettera che gli hanno scritto e che il Cittadino – il Settimanale Cattolico di Genova – ha pubblicato nei giorni scorsi. Come sempre, pareri in merito dai toni civili e pacati saranno accettati nei commenti.
Andrea Macco
Lettera dei Cardinali Bertone e Bagnasco a don Paolo Farinella
Dal Vaticano, 16 ottobre 2009
Rev.do don Farinella, dopo un tempo di dopo un periodo di silenzio e di paziente sopportazione, sento in prima persona il dovere di rispondere alle tue aspre critiche contro di me e contro il mio ministero a fianco del Santo Padre Benedetto XVI.
Non commento le tue esternazioni, tanto sono marcate da accuse e interpretazioni infondate. Ti ricordo solamente che come sacerdoti possiamo e dobbiamo lavorare con cuore puro, senza odio e senza preconcetti ideologici, ma con la forza dell’annuncio evangelico, per il bene della Chiesa e di ogni persona umana: io lo faccio ora con una responsabilità di carattere universale, approfittando di tutte le forme istituzionali e pastorali che mi sono offerte (ti mando le parole – A pagina 2 n. d. r.- che ho pronunciato in occasione dell’inaugurazione della Mostra “Il Potere e la Grazia. I Santi patroni d’Europa” ).
Mi addolora il tuo comportamento, anche perché nei tuoi confronti ho sempre agito con benevolenza durante il mio episcopato genovese; ti ho nominato Amministratore parrocchiale della parrocchia personale e gentilizia di S. Maria Immacolata e San Torpete e nei nostri colloqui fraterni ho raccolto le tue difficoltà personali cercando di aiutarti. Che cosa, in realtà, ti fa agire in questo modo offensivo verso di me, verso la Chiesa che è in Genova, il suo presbiterio e il suo Pastore?
Chiediamo l’aiuto del Signore per discernere e purificare le nostre intenzioni e per dare il buon esempio, come sacerdoti e seguaci di Cristo, che hanno a cuore la comunione ecclesiale.
Ti saluto augurandoti il bene di cui hai bisogno.
† Tarcisio Card. Bertone
Genova 18 ottobre 2009
Reverendo Don Paolo,
accompagno la accompagno la lettera che S.Em.za il Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, ti ha inviato e che viene pubblicata per suo esplicito desiderio, essendo le tue dichiarazioni verso di lui e verso il suo ministero note a tutti in quanto da te rese pubbliche.
Mi spiace non poco, come ho avuto occasione di dirti nei ripetuti colloqui che abbiamo avuto anche di recente, il comportamento che da tempo hai assunto verso la persona e l’operato del Cardinale Bertone, che hai conosciuto personalmente quando era Arcivescovo di Genova e del quale tutti hanno apprezzato la paternità sacerdotale e lo zelo pastorale.
La facilità di giudicare tutto e tutti, senza peraltro conoscere molti aspetti delle questioni e attribuendo gratuitamente intenzioni a chi è da te giudicato, oltre a non portare nulla di costruttivo, è un atteggiamento che suscita in molti – cristiani e non – non poco stupore e disappunto. Ti rinnovo la mia vicinanza di Padre e Pastore in comunione di preghiera al Signore Gesù, unico Salvatore.
† Angelo Card. Bagnasco
Poveri Cardinali…impresa quasi impossibile la loro…
più facile che un miscredente si converta che la farinella passi per le porte del Vaticano! ;-)
Con simpatia
Fra
Don Farinella esagera ma certo è onesto: gli consiglierei però di rileggere Rhaner a proposito della “funzione autoritativa” della Chiesa.
Reverendo Don Paolo Farinella mi permetta di dire che il suo comportamento mette in luce la mancanza di fedeltà alla Chiesa; la capacità di essere Ministri di Cristo e nel distacco, nell’umiltà, e nell’obbedienza.
Prego per Lei.
Sono sincero: più del precedente silenzio, ritengo questa lettera, nella sua franchezza ma anche nella sua fattispecie di dialogo diretto anche se fermo, un atto davvero pastorale.
Nulla di nuovo sotto il sole (meglio dire sotto la nebbia), tutto nella norma. C’è da stupirsi che ci siano ancora buoni sacerdoti, più che ci siano tipacci tipo il don Farinella. Con i seminari odierni è puro miracolo mantenere salda la vocazione e comunque anche mantenendo salda questa si è privati della conoscenza profonda della dottrina e della liturgia tradizionale (che nonostante il Motu Proprio è bandita), S.Tommaso D’Aquino? Uno sconosciuto ormai, il latino? All’acqua di rose. La devozione alla Madonna, molto diminuita e in alcuni seminari quasi vietata, come è vietato mettere la talare.
Il vero miracolo sta proprio nel trovare qualche buon sacerdote, che preghi, stia più in chiesa che sulla strada o stia anche sulla strada, ma come un don Bosco, per salvare anime, non per andar a sbandierar bandiera rossa.
Il pastore dorme o ha paura di usare il bastone e i lupi fanno razzia!
Bisogna tornare alla dottrina di sempre, alla Fede di sempre, altrimenti la storia si ripete e i don Farinella latriscono indisturbati, mentre chi desidera non tradire la sua vocazione, viene punito, solo per aver tentato di dire la S.Messa Tridentina in parrocchia (alla faccia del Motu Proprio!).
Come sempre, si parla di don Farinella e si scatenano i commenti. In ogni caso: benvenuti a voi tutti, Vincenzo, Francesco, Garlyc e Annarita sul blog!
A Garlyc non voglio personalmente contrappormi (anche se devo dire che la lettera dei Cardinali è francamente parsa molto condiscendente) ma c’è qualcuno, come l’amico vaticanista Andrea Tornielli, che non ha visto con lo stesso occhio le missive pubblicate dal Cittadino.
In ogni caso, c’è da aspettare e vedere quel che succederà. Don Farinella ha già replicato duramente su Repubblica: cliccare qui
Mah – non mi reputo all’altezza di poter conoscere la verità dietro tutta questa triste faccenda ma una domanda mi è venuta spontanea: dove, ma dove sono, oggi, i preti come Giovanni Maria Vianney e i vescovi come Francesco de Sales???
San Carlo Borromeo avrebbe spedito don Farinella in galera. Con tutta la mia approvazione. Se all’indegno sacerdote genovese va stretta la Chiesa cattolica, esca.
Andrebbe scomunicato. Come rimpiango il Tridentino.
Bisognerebbe ridurlo allo stato laicale.
non conosco il pensiero complessivo di don Farinella, ma nella lettera che egli scrive in risposta a Bertone ci sono alcune cose condivisibili e che scommetto sono condivise da gran parte del mondo cattolico.
Se infatti i suoi modi non piacciono, il nocciolo del problema, cioè una gestione delle relazioni con il governo italiano più improntata a “ragion di Stato” che sui valori cristiani è innegabile.
Non mi piace il tono, il non lasciare spazio ad ipotesi benevolenti su una certa accondiscendenza verso un governo che proclama radici cristiane, ma le rinnega a spron battuto.
Quale siano le ragioni di tale accondiscendenza non saprei dire, possono anche essere ragionevoli, ma è vero che la gerarchia dovrebbe spiegare un pò meglio queste ragioni, e spiegarle a chi per la sua coerenza cristiana ed intellettuale è stato colpito. E non è necessario dire a chi mi riferisco.
cherubino, io non seguo troppo la politica italiana e mi perdo un pò con tutte quelle sigle, non so più chi è chi, o quasi.
Comunque se la moralità della vita privata fosse lo spartiacque, il criterio decisivo, e se potessimo tutti infilarci sotto le coperte dei vari responsabili politici con un registratore e una camera video, mi sa che non esisterebbe più destra, sinistra, centro, ma scopriremmo che lo squallore di certe vite private non ha un colore politico esclusivo …mi sembra che quello che possiamo leggere in questi giorni a proposito del dirigente della Regione Lazio lo mostri chiaramente.
Certo che l`ideale sarebbe la coerenza fra vita privata e pubblica…ma
quanti segreti d`alcova ben protetti, quante ipocrite maschere, per uno che è scoperto e messo all`agogna quanti stanno tremando?
Come essere certi che tutte le persone che incontra il Papa, o il card. Bertone, sono ineccepibili, senza macchia, perfetti padri e madri, con comportamenti conformi alla morale cristiana? Mettiamo un detective dietro ognuno?
Come essere certi che l`uomo o la donna politica a chi ho dato il mio voto , quando chiude la porta e le finestre di casa sua rispecchia i valori per i quali l`ho votato?
Dimettersi? Se in Francia avessero dovuto dimettersi tutti i presidenti della Repubblica la cui vita privata non era un modello di morale, i Francesi avrebbero passato gran parte del loro tempo a votare!
Sarkozy, maneggia la querela con una facilità strabiliante appena qualcuno si avvicina troppo alla sua vita privata, i giornalisti ne sanno qualcosa.
il discorso di Luisa è l’anticamera del qualunquismo e dell’ingistizia. “Fundamentum iustitiae est suum cuique tribuere”. Ripeto: mettere sullo stesso piano Prodi e “altri” è profondamente ingiusto. E questo vale in generale. L’etica pubblica non è poi andare a guardare dal buco della serratura, ma l’uomo politico non ha lo stesso diritto di riservatezza degli altri cittadini, perchè è eletto ANCHE per le sue qualità morali e quindi deve dar conto di queste (che spesos vanta ossessivamente) agli elettori. Non si parla a livello penale, ma è un diritto di ognuno sapere se un uomo di governo o che fa le leggi ha amicizie che con una elevata probabilità condizioneranno le sue decisioni. Quando poi il conflitto di interessi diventa evidente, non occorrono più neanche le indagini giornalistiche.
Ripeto che per s. Tommaso non esiste una legge ingiusta. Una legge che non segue ragionevolmente il bene comune è semplicemente una sopraggazione, un’ingiustizia: “iniquitas”. E a chi fa leggi inique di un certo tipo (aborto ecc. ecc.) la Chiesa non ha mai lesinato aperte reprimendae, non vedo ragioni perchè non debba farlo nei confrotni di chi indebolisce la lotta dello Stato contro le mafie, depenalizza reati che feriscono l’economia dei risparmiatori, viola le elementari norme del diritto internazionale trattando come spazzatura persone umane, permette a corruttori, evasori, rapitori, mafiosi e… politici corrotti di “ripulire” soldi sporchi di sangue e di sofferenze altrui…
Anche nei confronti di chi fa leggi di questo genere la Chiesa ha il dovere di dire che “un giorno ci sarà il giudizio di Dio” (Giovanni Paolo II), non solo verso chi vota l’aborto e i matrimoni gay.
Sarò una terribile qualunquista, ma che ne sa lei, cherubino, della vita privata dei politici ai quali ha dato il suo voto?
Ha ingaggiato un detective per seguirli in tutti i loro spostamenti, giorno e notte?
Guarda attraverso il buco della serratura?
Ha dei microfoni e delle telecamere invisibili?
Si diventa poco credibili quando si pretende che il male è sempre solo e unicamente da una sola parte.
Quanti segreti, quanti uomini ricattabili, quanta ipocrisia, gli stessi che implacabili bacchettavano il premier oggi difendono e chiedono rispetto della vita privata per uno dei loro.
Edificante.
Che sia ben chiaro, sono la prima a dire che ci dovrebbe essere coerenza fra vita privata e pubblica, fra i valori che si dice difendere e la propria vita.
Devo dire che da noi, ma penso anche in Italia, le escort sono diventate una presenza abituale e scontata ad ogni visita di personalità straniere, negli affari, nella politica.
Il tutto fatto con “classe” e discrezione…..
Discrezione, ecco una parola che ben si addice ai media di casa mia, ma anche francesi, sulla vita privata di chi governa.
La settimana scorsa il Ministro della cultura francese, Frédéric Mittérand, è stato oggetto di uno scandalo perchè un avversario politico, ha ricordato che in un suo libro autobiografico di quattro anni fa, “la “Mauvaise vie”, aveva raccontato le sue esperienze omosessuali con degli efebi in Tailandia, delle pagine stomachevoli, che non hanno impedito Sarkozy di nominarlo e di lasciarlo oggi al suo posto.
Non dico questo per banalizzare il malcostume, o fare delle graduatorie nel vizio, ma resto perplessa di fronte a certi “pères la vertu” , che organizzano campagne mediatiche a livello europeo contro una persona, ma tacciono su altri, di cui senza dubbio possedono notizie altrettanto “interessanti” se non peggiori.
Il troppo storpia.
Avete letto la risposta di Farinella alla lettera aperta dei cardinali Bertone e Bagnasco?
Un’ulteriore sfida insolente alla Chiesa e al Papa, a Pietro, alla gerarchia tutta, da lui accusata addirittura di connivenze con il potere, a suo dire corrotto e corruttore, dell’attuale maggioranza di governo.
Il signor Farinella dovrebbe avere la compiacenza di chiedere la riduzione allo stato laicale da questa chiesa nella quale lui non crede e sulla quale sputa-.
Diciamole le cose, non teniamocele nel gozzo, facendoci infinocchiare anche su questo blog da quattro scimmioni che vorrebbero dimostrare che il bianco è nero e viceversa.
La Chiesa di Cristo ha bisogno di persone per bene non di atei travestiti da credenti.
Ricordiamoci che a Farinella interessa mettersi in evidenza, scimmiottando Don Milani.
Ma Don Milani oltre ad essere un uomo era anche un santo. Farinella è silo….farinella appunto.
LA VICENDA DI DON FARINELLA SPIEGATA AGLI INGENUI.
A me sembra che sulla religione in Italia ci sia tutto un teatrino, dove ognuno recita la sua parte, anche i più grandi Attori, senza crederci realmente. E, finita la Commedia, ognuno si dedica al suo sudiciume abituale, ma ne ha tratto qualche vantaggio. (E anche Dio è contento, almeno così dicono).
Ogni tanto,poi, emerge un illuso puro di cuore come don Farinella, il quale crede in buona fede che, alzando la voce, si può riportare la chiesa alla purezza di una spiritualità integerrima. La chiesa, alleatissima a questo genere di istanze naif, da secoli, reagirà da par sua : don Farinella verrà fatto a pezzi in un tritacarne e ,fra duecento anni, il papa di turno lo farà santo. Ad majorem Dei gloriam.
Don Farinella è indifendibile (come don Santoro). Ma mi chiedo: se nonostante la loro arroganza dobbiamo cercare di “recuperare” i lefevriani, perché non dovremmo fare lo stesso con i cristiani del dissenso che stanno dall’altra parte? Lo sforzo “ecumenico”, la ricerca della pecorella smarrita e del figliuol prodigo devono essere applicati in tutte le direzioni.
Nell’invitare tutti a restare in Topic, trovo interessante il discorso toccato da Luisa e Cherubino (benvenuti sul blog!) sulla coerenza che dovrebbe esserci nella vita di ogni persona che abbia un ruolo pubblico. E’ un tema che su questo blog ho già avuto modo di dibattere numerose altre volte e che, purtroppo, si è sempre concluso con la constatazione che la coerenza sarebbe qualità assai auspicabile ma oggigiorno assai rara da trovare!
Il primo a essere, forse, poco coerente non trovate sia don Farinella stesso che usa la Liturgia come strumento per i suoi j’accuse? Magari un giorno si scoprirà davvero che aveva ragione, come scrive ADRIANO MEIS (benvenuto anche tu sul blog!) tuttavia a volte bisogna anche trovare i modi e i tempi giusti per muovere le proprie critiche. E don Farinella sembra molto agire alla “Beppe Grillo”: ci possono anche essere delle cose giuste qua e là, ma il come le si dice non è una cosa irrilevante per chi vuole essere ascoltato e per chi vuole ottenere dei reali cambiamenti.
E se il primo cambiamento che vogliamo vedere nel mondo fossimo proprio noi stessi, col nostro stile di vita? (il nostro, non quello del Papi, dei Vescovi, dei vicini, degli altri!)
Mi sono dimenticato di alcuni nuovi visitatori-compagni di pianerottolo! Mi riferisco a Gaetano, Mauro W. Fuolega e Francesco. A tutti e tre il mio benvenuto!
Frattanto segnalo anche l’articolo che è stato pubblicato ieri su il Giornale:
Don Farinella ai fedeli: «Mi candido a Papa, niente messe per 5 anni» (1 parte)
Farinella fa il Papa e vuole cancellare cardinali e Vescovi (2 parte)