Il sottoscritto si associa toto corde al seguente comunicato dell’Assocciazione Culturale “Conoscere Genova” a riguardo della pubblicità (scempio) della Calzedonia che fa utilizzo di un remake (di dubbio gusto) dell’Inno degli Italiani.
Commenti e dibattito aperti nei commenti.
Andrea Macco
Il Portale web “Conoscere Genova” e la presidenza dell’Associazione Culturale “Conoscere Genova” Onlus si uniscono all’indignazione espressa dal Presidente della Provincia di Savona, dott. Vaccarezza, per il vilipendio dell’Inno Nazionale perpetrato dalla “Calzedonia” in uno spot messo in onda sulle reti nazionali in questi giorni.
La realizzazione e diffusione di una pubblicità di questo tipo è una condotta che, oltre a essere penalmente rilevante, è in spregio di quello spirito nazionale che, soprattutto nella nostra Genova dove il Canto degli Italiani fu scritto, musicato ed eseguito per la prima volta, è particolarmente sentito. Inoltre, proprio per lo stretto legame che Genova ha con l’opera di Mameli, è un grave insulto alla storia dalla nostra città.
Il Portale e la presidenza dell’Associazione desiderano invitare i consumatori genovesi a porre in essere l’unica forma di dissenso che l’azienda potrà realmente comprendere in maniera facile, e che tutte ben conoscono. W l’Italia, W Mameli, W il Risorgimento.
SEGUE LA NOTIZIA DELLA PROTESTA DI VACCAREZZA:
Savona – “Sorelle d’Italia, l’Italia s’è desta” e un calzino scivola su per il polpaccio levigato di un’avvenente connazionale. L’idea non è piaciuta a tutti. Ma in particolare non è andata giù a una persona. “Con il canto degli italiani non si gioca. E non si può nemmeno metterlo sotto i piedi”: il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza è noto per le sue varie iniziative patriottiche. Questa volta nel mirino è finita l’ultima campagna pubblicitaria di Calzedonia, rea di aver utilizzato l’inno di Mameli, perché l’Italia sarà pure un paese fatto a Stivale ma l’inno non va confuso con i calzini.
Presidente patriota Vaccarezza è affezionato protagonista di tanti raduni degli alpini (domenica scorsa a Mestre ha preso parte alla cerimonia per il dono dell’olio votivo alla Madonna del Don), ha messo a mezz’asta le bandiere di Palazzo Nervi, sede della Provincia, poche ore dopo l’attentato di Kabul prima ancora che venisse proclamato il lutto nazionale ed ha dipinto con il tricolore il palazzo comunale. “L’inno di Mameli non è uno scherzo. È una cosa seria – dice – sentirlo in un spot per pubblicizzare delle calze da donna è una vergogna”.
“Chiedo di eliminare lo spot” E allo stesso modo, secondo il presidente della Provincia di Savona, dovrebbero vergognarsi i dirigenti dell’azienda veronese di Malcesine “che hanno consentito a coloro che hanno realizzato la pubblicità di poterla mettere in onda”. “Chiedo espressamente all’azienda di eliminare dallo spot le note di Mameli, l’inno non deve essere violato in nessun modo. Lo chiedo a nome non solo dei savonesi, ma di tutti gli italiani che hanno a cuore il “canto degli italiani” che rappresenta la nostra nazione”, conclude Vaccarezza.
Bravo Presidente Vaccarezza!
Bravo Andrea Macco!
Milano (per quel poco che la rappresento, come cittadino) apprezza molto la vostra reazione!
Aurelio Romano (1962)
Mi associo a tutti coloro che ritengono la pubblicità
di una calza non coniugabile ad un inno famoso per l’Italia e caro a tutti gli Italiani.
Oltretutto l’inno è cantato come se si trattasse di una pubblicità dedicata all’erotismo.
Pubblicità del genere andrebbe bandita sempre!
Mi associo anche io alla civile ed educata voce del dissenso contro questa pubblicità.
Francesco
mi aassocio atutti coloro che difendono ll ns inno nazionale .Spero che i preposti a vigilare sugli spot televisivi hanno il buon senso di far smettere tale sconceria.
Mi associo all’indignazione da voi espressa.
La pubblicità, oltre a far uso dell’Inno Nazionale in maniera impropria, è anche di dubbio gusto.
Giovanni
Tolto questo spot credo si ributteranno sulla Chiesa, magari sentiremo storpiare un canto liturgico.
bah..
Scusate per il commento dissonante: non è per fare il bastian contrario, ma a me, che pure sono cultore degli inni nazionali, la pubblicitò Calzedonia non è spiaciuta per niente. Cosa c’è infatti di “sacro” in un inno nazionale, simbolo musicale laicissimo della Nazione? A molti il “Canto degli Italiani” non piace, per il suo “allegro marziale” e per il testo molto retorico e antiquato. Ammettiamo pure che sbaglino: ma se c’è almeno un po’ di verità nelle critiche, bisogna dire che lo spot ha recuperato all’Inno quella familiarità semplice e simpatica che non ha mai avuto e che dovrebbe invece appartenere a un canto detto “degli Italiani”. Aggiungiamo che lo spot della Calzedonia reinterpreta al femminile un inno che trabocca di sentimenti maschi. Credetemi, sarei meno severo. Mi indignano tante cose, ma questa proprio no.