Penso che oggi regni sempre più, come del resto insegnava Giulio Cesare, il dividi et impera. Più crei divisione, più puoi marciare e speculare su tali divisioni. Pensate alla famiglia. Se divisa si raddoppiano le spese: doppia casa, doppia auto, avvocati per le separazioni e i divorzi, e avanti. Pensiamoci: è una politica comoda. Specie per chi ci lucra sopra.
Eppure unire e unificare spesso sono sinonimi di genialità. Proprio perché nell’ordine naturale dell’uomo sono insite la competizione e il far emergere il proprio lavoro su quello degli altri, unitamente ad una certa semina di zizzania, chi va controcorrente o è un folle o è un genio.
Questo si applica anche alla Scienza. Anzi, gli esempi sono quanto mai attuali vista l’enorme dispersione che c’è nella settorialità sempre più capillare della Scienza e vista la grande competizione per accaparrarsi i pochi fondi disponibili.
La lezione di oggi è allora dedicata ad alcuni personaggi che hanno saputo unificare anziché dividere e pensare solo a sé stessi.
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Qualche anno fa lessi un articolo che diceva che Gauss era stato eguagliato forse soltanto da Euclide per grandezza dell’opera compiuta (su Gauss consiglio questo post tratto dal blog Tutti Dentro). È sempre difficile stilare delle classifiche, ma secondo me meritano una posizione di spicco quegli studiosi che hanno la lucidità di comprendere quali sono i problemi centrali del momento per far progredire la Scienza tutta; queste menti geniali studiano lo stato dell’arte al momento presente, unificano le notazioni e vanno ad armonizzare il lavoro di tutti, per il bene dell’intera comunità scientifica.
Il ruolo di costoro, spesso, è quello dello scrivano instancabile: colui che legge l’opera degli altri, la comprende (mica sempre facile!), coglie i punti più importanti (e magari pure gli errori) e la riprende sistemandola a puntino e raccordandola con il lavoro di altri autori, scienziati e gruppi di lavoro. Persone che magari nemmeno si conoscevano e si erano mai lette in vita, vuoi per astio, vuoi per non conoscenza reciproca.
Non solo: lo scriba della scienza traduce opere scritte con ventisettemila notazioni differenti in un’unica opera avente un’unica eguale notazione. Chiara, incontrovertibile. Così facendo si taglia la testa a tutti quegli inutili passaggi di unità di misura, di sistemi di riferimento, di stili, di formule ed equazioni scritte ora in un modo ora in un’altro.
Grazie a ciò, all’improvviso, quello che appariva come un miscuglio di tessere disordinate alla rinfusa su un tavolo, tessere a volte distantissime separate da chilometri di spazio bianco, diviene un unico quadro. Le tessere combaciano, si armonizzano. Si intravede una figura di fondo. E ora anche i buchi bianchi sono più chiari, più netti. Si comprende, meraviglia delle meraviglie, quali tasselli occorre andare a cercare per completare la figura.
Scusate se è poco, ma un conto è sapere che bisogna andare a cercare un minerale chiamato kryptonite, un conto è sapere che la kryptonite è una pietra verde e che deve essere almeno grande quanto un pugno di una mano e non più grossa di 1 metro cubo e che può essere trovata in un certo tipo di terreno. C’è una bella differenza, non trovate?
Sono allora da considerarsi appartenenti a questa categoria di scribani-unificatori della scienza tanto Euclide quanto Gauss, e vi aggiungo Hilbert per quel che riguarda la matematica (si veda questo post a lui dedicato) e Maxwell per quel che riguarda la Fisica.
Ai lettori che bazzicano intorno a queste materie vengono in mente altri esempi, anche tra gli scienziati a noi più vicini nel tempo?
Le segnalazioni sono aperte.
Andrea Macco

Euclide di Alessandria, uno degli “scribani della Matematica” – Il suo libro “Gli Elementi” è secondo solo alla Bibbia come diffusione nel mondo
Caro Andrea,
poichè non hai posto la limitazione di “scienze sperimentali”, mi permetto di allargare il discorso alle scienze filosofiche e di includere fra gli unificatori (almeno in certa misura) Edith Stein e Karol Wojtyla, almeno finchè ha avuto possibilità di dedicarsi alla filosofia, negli anni ’70. Il loro non è stato un tentativo di unificazione generale, ma di integrazione “produttiva” tra filosofia di S.Tommaso e fenomenologia: impresa comunque ampia, cospicua.
Ciao!!!
Aurelio
Credo che se Orsobruno esce dal campo della Scienza, allora di grandi pensatori che hanno unificato ce ne sia una sfilza. Forse perchè, come dice Andrea, non c’è la competizione che invece c’è oggi nelle discipline scientifiche.
Una domanda Andre: ma che ne pensi delle teorie di grande unificazione delle forze? E le teorie del tutto? Centrano le stringhe? Anche quelle si possono considerare come gli esempi da te riportati? (domande fatte da un profano che non sa nemmeno chi le abbia proposte)
Ciao e grazie
Fra
Caro Fra,
anche da profano hai centrato l’argomento! :-)
In ogni caso anche le considerazioni di Orsobruno meritano attenzione. In particolare sarebbe interessante approfondire il pensiero di questi due grandi pensatori “europei” (Edith Stein non a caso proclamata patrona d’Europa e Karol Wojtyla Papa che ha abbattuto frontiere e confini… )
Rispondo sinteticamente alla tua domanda moltiplicatasi in 4:
1) che ne pensi delle teorie di grande unificazione delle forze?
E’ una teoria affascinante che propone, ad energie prossime a quelle del Big-Bang, l’unificazione delle 4 forze fondamentali della natura (f. gravitazionali, f. elettromagnetiche, f. nucleari deboli e f. nucleari forti). Fin’ora è stata solo verificata l’unificazione elettrodebole (teoria elettrodebole formulata nel 1967 da Steven Weinberg e Abdus Salam con il contributo di Sheldon Glashow) ad energie intorno ai 100 GeV (ovvero 100 miliardi di elettronvolt).
Per saperne di più consiglio questa pagina divulgativa di Fisica: clicca qui
2) E le teorie del tutto?
Già sulla Teoria di Grande Unificazione (chiamate GUT) ci sono molti se e molti ma. Sulle teorie del “tutto” le incognite divergono. Ovvero: si tratta di teorie belle e affascinanti, ma prove sperimentali: zero. Forse quando partirà LHC a Ginevra si inizierà a mettere un po’ di ordine a queste teorie, scartare quelle campate in aria e tenere quelle con qualche evidenza sperimentale in più…
3) Centrano le stringhe?
In alcune teorie del “tutto” in 11 (o più) dimensioni – ad esempio la M-teoria (elaborata nel 1995 dal fisico teorico Edward Witten) – emergono anche le “stringhe”. Rimando a questa pagina: clicca qui o al libro divulgativo di Hawking: “L’universo in un guscio di noce” (molto bello).
4) Anche quelle si possono considerare come gli esempi da te riportati?
A differenza degli esempi citati nel post, per queste teorie si è ancora in attesa di conferme sperimentali. Di certo difficilmente potranno essere tutte vere ed esatte. Di certo il tentativo di unificare è apprezzabile. Restano i risultati conseguiti in Fisica delle particelle, a cui Fermi, Feynman, Gell-Mann, Nishijima e altri diedero un importante contributo verso una visione “unitaria” (quella che oggi chiamiamo “Modello Standard” delle particelle elementari).
Spero di non essere stato troppo tecnico, nel qual caso avanti con altre domande!
Andrea
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