Se il Cardinale proibisce la Messa in genovese…

Il dibattito e le iniziative inerenti la Messa in genovese proseguono.

Ne parlo in un articolo uscito ieri su il Giornale e che potete leggere qui.

Tarcisio Bertone e Angelo Bagnasco - Cardinali di opposte vedute sulla Messa in genovese

In breve: il Card. Tarcisio Bertone aveva concesso la celebrazione in lingua genovese (peraltro in genovese erano soltanto le letture, l’omelia e la preghiera dei fedeli), l’iniziativa aveva riscosso molto successo tra i fedeli attaccati alle tradizioni e alla propria identità culturale.

Poi, come è noto, Bertone è divenuto Segretario di Stato e al suo posto è venuto Angelo Bagnasco. Genovese doc. Così genovese da non riconoscere al genovese lo status di “lingua” ma di semplice dialetto. Conseguenza: divieto immediato di celebrare la Messa in dialetto.

Il provvedimento è di due anni fa ormai, ma c’è chi non si rassegna. Conoscere Genova e A Compagnia raccolgono firme e si danno da fare con varie iniziative.

Per chi vuol saperne di più sulla Messa in genovese consiglio di visitare il sito di Franco Bampi presidente di A Compagna, in particolare questa pagina.

Andrea Macco

2 commenti su “Se il Cardinale proibisce la Messa in genovese…

  1. Io penso che tutto stia nello stabilire le ragioni del no, e quali siano gli intenti delle associazioni che promuovono la conoscenza di Genova e della cultura di questa città.
    La prima domanda che mi faccio è: quante delle persone che raccolgono questa petizione verrebbero a Messa?
    In fondo la Messa non è uno “spettacolo”, e, come tu giustamente scrivi, sono i fedeli attaccati alle proprie tradizioni che sono contenti di questo. Sono cosciente che questa definizione qualcuno la applicherebbe anche alla Messa in latino, ma differenza del latino, lingua “ufficiale” della Chiesa, qui si tratta di una realtà territoriale limitata e non di una tradizione bimillenaria che interessa l’intera Europa.
    Non mi schiero contro la “Messa in zeneize”, ma mi chiedo quanto sia opportuna. Non sarebbe piuttosto opportuno permettere una celebrazione facoltativa? Per esempio nella parrocchia di Nostra Signora del rimedio celebrano la domenica alle 10 secondo il rito tridentino. Una cosa analoga non è male e non esclude nessuno dal poter ascoltare una messa al mattino, perchè alle 11 ne viene celebrata un’altra in italiano.
    Per cui sostengo questo: va bene la Messa in zeneize, purchè non sia sostenuta per “promuovere Genova”. Perchè la Messa è e rimane il rinnovarsi dell’offerta del Signore Gesù Cristo, e non uno spettacolo di folklore o un revival per cultori della tradizione. Ed è per questo che mi chiedo: “Quanti andrebbero a Messa tra coloro che la chiedono in dialetto?”, in che veste la si chiede: fedeli desiderosi di recuperare un maggiore rapporto con una parte di sè (il che spesso, ma non sempre può portare ad una migliore relazione con Dio stesso) o persone che per principio chiedono uno spettacolo in genovese?

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