Pulizia urbana, guerra ai graffitari – Atto 1


GraffitiMulte salatissime, fino a 30mila euro, per chi imbratta i muri (ma non solo). In pratica, sanzioni anche trenta volte superiori rispetto a quelle oggi previste. Rischia sei mesi di carcere chi invece raffigura criminali, senza esprimere disapprovazione per il personaggio in questione. «Batosta » di 3mila euro per chi sposta, manomette o insudicia i cassonetti dei rifiuti.

(Fonte – il Giornale.it – Articolo di Vincenzo La Manna dell’8 Ottobre 2008 – Cliccare qui per leggerlo interamente)

Questa la sintesi del provvedimento lanciato dal Governo (su proposta del Ministro Brunetta) che si legge sui giornali di questi giorni, con commenti che, come sempre, spaziano a 360°.

Del fenomeno dei “writers” (artisti di strada – cui solitamente sono riservati spazi appositi) in contrapposizione a quello dilagante degli imbrattatori, mi ero occupato anche io in passato sulle pagine del Giornale. (Segnalo in particolare: All’Università Scritte volgari contro il Giornale e Quei «grafitomani» che si ritengono veri artisti di strada del 27 Febbraio 2008).

***

Credo sia necessario ridare bellezza alle nostre città. Ci sono angoli, palazzi, e vie che meritano di più. A volte sono come gioielli finiti nella polvere e nel fango. Perduti, dimenticati. L’abitudine di veder scritte, insulti, scarabocchi ad ogni sottopassaggio e su ogni cassonetto dei nostri centri abitati soffoca un grido di dolore. Grido che però si fa chiaro, nella sua angoscia, in chi non si è rassegnato alla morte della cultura del kalòn kài agathòn. Ma la sente ancora palpitare in se e vorrebbe, cittadino del mondo, che in ogni angolo della terra la si potesse respirare e gustare: dalla bellezza incontaminata della natura, a ciò che l’uomo ha saputo trasformare con la sua intelligenza e la sua grandezza.

Andrea Macco

muro-imbrattato

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