Cresce nei genovesi (e temo non solo in loro) l’abitudine di passare il week-end non, come si faceva un tempo, in campagna a respirare un po’ d’aria buona. Ma al centro commerciale di turno.
Ieri il sottoscritto si trovava, neppure con troppo entusiasmo, all’Ikea per alcune commissioni (e non certo perchè non sapesse come meglio trascorrere il suo tempo!); con stupore ha rinvenuto un gran numero di famiglie, con prole appresso, assiepate non solo nei vari reparti di mobili e cucine, ma pure nelle strette salette ristorante improvvisate in mezzo agli scaffali del grande centro commerciale.
“Mamma, ma perchè non andiamo al parcogiochi con la mia amichetta Elisa…?”
“Ma hanno messo anche qui i giochi, piccola mia. E poi così passiamo la giornata insieme, in questo splendido posto e… e troviamo anche qualcosa per la tua cameretta…”
“Si, ma io voglio stare fuori con Elisa, non in cameretta… E i giochi qui non sono belli, c’è troppa gente e non ci sono altri bambini che piacciono a me… Quando andiamo via?”
“Non dire così, tesoro… questo è un capriccio: qui si sta bene e si mangia pure bene!”
Voce (inascoltata) dell’innocenza. Il capriccio non era certo quello della bambina. Al più, forse, dei genitori, la cui logica continua a sfuggire al sottoscritto. Se qualche lettore o blogger si sente illuminato in merito, si faccia avanti.
Andrea