Borghezio da Giussano e l’eterna moschea

L’amico vaticanista Luigi Accattoli dedica sul suo blog questo simpatico post ad una vicenda di estrema attualità per la mia Genova:

Raggiunto l’altare, Mario Borghezio da Giussano profferì il santo giuramento:
“Noi cavalieri combattenti proteggeremo la cristianità ora e sempre”.
“Mecojoni” fu il commento del blogger timoroso dei giuramenti.

Il riferimento è a quanto l’europarlamentare leghista Mario Borghezio e i suoi accompagnatori hanno giurato venerdì sera all’interno della chiesa di San Giovanni alla Commenda di Genova, che il sindaco Marta Vincenzi vorrebbe destinare a Centro interreligioso aperto alle tre fedi abramiche. Subito prima, al termine di un comizio Borghezio aveva inneggiato a “Genova cristiana e mai musulmana”, minacciando cavallereschi calci al sindaco. La Curia ha “disapprovato” il giuramento.

Per chi se le fosse perse, ci son successivamente state le pubbliche scuse del Borghezio da Giussano alla curia genovese: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=282378

Al di là di quello che il solito folklore che contraddistingue immancabilmente gli uomini della Lega possa far discutere o meno, avverto che il clima che si respira qua a Genova per la questione “moschea” non è bello.

La Sindaco Vincenzi ha detto che è favorevole al referendum. Prevedo, da quel che respiro nell’aria da cittadino della strada qualunque, che se referendum sarà ci sarà un plebiscito di NO da parte di quasi tutte le parti politiche, o meglio, da parte dei cittadini, qualunque schieramento abbiano recentemente votato (le parti politiche istituzionalizzate infatti si differenzieranno di sicuro).

La questione non sarà in ogni caso semplice: terminato il referendum, che succederà?

Sono anni che il progetto della moschea girovaga per tutta Genova, ora sotto la Lanterna, ora alla Commenda di Prè, ora in periferia… Qualcuno ha persino proposto di costruirla su delle zattere galleggianti al largo del porto…

A me piacerebbe che ogni tanto si parlasse, non dico di una cattedrale, ma di una chiesetta di campagna, da costruire in qualche regione Araba… La reciprocità non esiste più nel dizionario inter-religioso?

Andrea Macco

Osservare le “Lacrime di San Lorenzo”

Su il Giornale di ieri è uscito un mio articolo di Astronomia dedicato al fenomeno delle Stelle cadenti o “Lacrime di San Lorenzo” o, meglio ancora “Sciame delle Perseidi” che ci fa volgere sguardo e sogni al cielo in queste notti di agosto. Per leggere l’articolo in pdf potete cliccare qui, mentre di seguito riporto la parte scientifica di suddetto articolo, leggermente più completa e depurata degli appuntamenti per gli astrofili liguri. Buone osservazioni a tutti!
Andrea

La Terra incontra nel suo moto di rivoluzione lo sciame di meteore delle Perseidi tra il 12 e il 13 agosto

La Terra incontra nel suo moto di rivoluzione lo sciame di meteore delle Perseidi tra il 12 e il 13 agosto

  

Le chiamiamo stelle cadenti. Ma non sono stelle e non cadono da nessuna parte.  Si tratta di uno sciame di metore, che se andiamo bene a vedere altro non sono che dei “sassi volanti” che impattano ad una consistente velocità contro l’atmosfera terrestre (non sono loro a cadere, ma è la Terra nel suo moto intorno al Sole a finirgli contro!), e che divengono incandescenti per poi disintegrarsi ben prima di raggiungere il suolo, producendo così il caratteristico bagliore luminoso che fa volgere sguardi, pensieri e sogni al cielo.

Giovanni Pascoli ha reso famosa questa ricorrenza  astronomica con i versi: “San Lorenzo, io lo so perché tanto / di stelle per l’aria tranquilla / arde e cade, perché si gran pianto / nel concavo cielo sfavilla.” Da qui è nato il nome di “lacrime di San Lorenzo” per quelle che tecnicamente sono invece meteore dello sciame delle Perseidi, i residui della disintegrazione progressiva di una cometa, la Swift-Tuttle. Perseidi dal nome della costellazione di Perseo, la direzione della volta celeste dalla quale provengono le nostre metore (in realtà è solo apparenza: le stelle a cui diamo il nome di Perseo son distanti anni luce). Perché infine il nome di San Lorenzo? Ciò deriva dal fatto che nel XIX secolo il massimo della loro frequenza si registrava il 10 agosto, giorno della ricorrenza del Santo; ai giorni nostri il massimo si è però spostato in avanti di circa due giorni. Il culmine di attività dello sciame ha luogo il giorno 12, quando la Terra nel suo percorso orbitale intercetta la parte più densa delle nubi di particelle  delle Perseidi. 

 Queste e altre spiegazioni, in un connubio tra leggende dell’antichità e rigore scientifico,  accompagnano in queste serate astronomi, astrofili, ma anche tante persone sempre affascinate dallo spettacolo delle “stelle candenti”.

Ricordiamoci che la possibilità di osservare un maggior numero di meteore si ha quando la costellazione del Perseo è più alta nel cielo, cosa che ad agosto avviene nella seconda parte della notte. In Italia il essa diventa visibile intorno alle ore 22, dapprima bassa sull’orizzonte nord-orientale, poi sempre più alto, fino all’alba. Le ore migliori per andare a caccia di meteore sono quindi quelle tra la mezzanotte e le 3 del mattino, prima dell’aurora: mentre la costellazione del Perseo si alzerà sempre più in cielo, la Luna toglierà il disturbo abbassandosi verso l’orizzonte fino a tramontare.  Che possa allora davvero valere la pena attendere un’intera notte per esprimere il proprio desiderio?  Si scongiurino in tal caso cielo nuvoloso e il terribile inquinamento luminoso delle nostre città.

Andrea Macco