Una lettera che è un inno alla vita

Periodicamente ritornano. Parlo delle grandi discussioni sui temi etici tipo eutanasia ed aborto. Quelle, insomma, che riempiono colonne dei nostri giornali e infiammano il dibattito pubblico. Di solito, son sempre le stesse cose, trite e ritrite.  In virtù dei casi rari, limite, ultra patologici, si vuole ridiscutere l’intero sistema di valori.

A me è bastata la stupenda lettera di un ragazzo cieco, muto e infermo fatta pubblicare dai suoi genitori su il Giornale di oggi. E’ cosi bella che ogni ulteriore commento rischia di rovinarla.  Eccone uno stralcio:

[…] Da qualche anno, grazie all’inserimento in un progetto sperimentale, Andrea (nome del ragazzo affetto da questa malattia) ha iniziato a «dialogare» faticosamente con il mondo esterno con la tecnica della comunicazione facilitata.
Il brano che le inviamo è parte della trascrizione di un dialogo tra Andrea ed uno dei suoi dottori.

«Grigio periodo di dolore è il mio. Fermamente ho chiesto a Dio di aiutarmi e di benedirmi. Ho personalmente già più volte offerto le mie sofferenze per altri e questa volta una parte devolvo a te, dottore. (…) ho tanta voglia di fare esperienze belle interiori e di amicizia ma sono dentro una condizione tale di dolore e fisica che non mi permette di fare tutto ciò che vorrei.
Questo sono io: dolore e gioia allo stesso tempo. Grato sono alla vita e voglio che si sappia. Grato sono a te per le cure ed a tutti coloro che si preoccupano per me, per il mio presente e per il mio futuro. Sono dell’idea che bisogna dare più spazio a ciò che aiuta interiormente e spiritualmente. Lotta, sì, ma con meta il cielo e la nostra grande anima da coltivare.
(…) Ci tengo a dire che non disdegno le cure e ciò che porta un benessere fisico e questo va tutelato, ma bene interiore porta anche benessere fisico quindi è primariamente da considerare. Grazie, ti voglio dire che sono felice di oggi e ti dono il mio grazie di cuore».

[…] È possibile essere felici come Andrea dice di essere quando tutto intorno dice che non serve cercare la felicità ma solo il divertimento e l’assenza di problemi? Rimuovere il dolore dalla vita è eliminare la Croce, sola realtà capace di trasfigurarlo in gioia. Come sempre è la Croce il vero scandalo. E quale metodo più efficace per rimuovere la Croce che eliminare chi ad essa è più vicino?

Alberto Gentili
Gabriella Mambelli


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