L’amante della vita

Ieri (30 Luglio) è mancato improvvisamente Marco, padre di Luca, Sara e Marta. Un infarto lo ha colto in montagna. Lo ricordo come un uomo di preghiera e un umile lavoratore della vigna del Signore. Quasi tutte le mattine lo incrociavo mentre entrava o usciva di chiesa, sempre con un sorriso. L’ospitalità che riservava agli ospiti piovuti anche inaspettati in casa sua era qualcosa di assai raro ai nostri giorni, così come la sua voglia di lavorare e di compiere opere buone nel silenzio.

Sempre ieri è nata Teresa, terza figlia di Lilli e Luca. Pesa 2,760 Kg.

Una vita esce di scena per essere accolta nel Regno dei Cieli e un’altra si affaccia sul palcoscenico del mondo. Lode a Dio, amante della vita (cfr. Sapienza 11,26).

Andrea

 

PS per i maliziosi: L’amante della vita (titolo di questo post) chi pensavate che fosse?!?

 

 

Il rumore della pioggia

 Non so in altre città e paesini, ma a Genova i giornaletti a distribuzione gratuita spopolano. Le grandi testate dei quotidiani a pagamento ne soffrono, i cittadini, invece, si godono la cosa. Il buon genovese porta avanti la sua massima di vita: “Mai dire no a qualcosa che è gratuito…”

Tra questi giornaletti quello che mi piace di più è City. Lo trovo vario e ricco di tanti piccoli spunti e granelli di vita nascosti qua e là. Uno di essi è il Buongiorno di Lisa Corva: una decina di righe, non di più, sulla prima pagina, nell’angolino in alto a destra. In questi ultimi mesi ho conservato diversi ritagli di “buongiorno” e ora ho scoperto anche il blog in cui vengono puntualmente riportati e talvolta leggermente ampliati.

Vi propongo qui ora, amici lettori, due di questi ritagli, il primo dedicato a chi è in attesa e in ricerca, il secondo a chi invece sta vivendo un periodo difficile e il suo amore ha bisogno di essere salvato. Magari dal solo rumore della pioggia…

Dietro a tutti, nell’ombra.
Dove ti nascondi, amore mio?
Nella strada polverosa
ti spingono, ti passano davanti
prendendoti per uno che non conta”
(Rabinandrath Tagore)

Ti cerco. So che ci sei, che esisti: ma non ti conosco, non ancora. Guardo tra la folla in metropolitana, alla fermata dell’autobus, al bar: dimmi, come faremo a riconoscerci?

 

***

“Se si amano davvero
i due giovani inquilini del sette,
cosa sperano, quante volte hanno temuto
di perdere la strada. E poi come hanno fatto,
in quale grondaia hanno sentito
il ritmo asseverante della pioggia.
Che hanno decifrato in quel respiro.
Che cosa hanno capito”.
(Massimo Gezzi)

Chissà cosa salva un amore. Quali inciampi, quali parole possono cambiare all’improvviso la trama. Forse, basta il rumore della pioggia.

 

Guardare lontano…

Fine Luglio: Settimane di campi Scout. Il lavoro non mi permette di poter partecipare a nessun campo, però mi ritaglio ora una serata ora una mezza giornata per andare a trovare i vari amici sparsi per prati e boschi.

In me si mischiano due sentimenti: quello dell’occhio che sa cogliere tutte le cose che non vanno e si arrabbia, si fa venire il nervoso, si dispiace… E quello dell’occhio che gli basta un sorriso sul volto di bambino, o lo scoppiettio della fiamma di un fuoco da bivacco per sentire il calore della gioia.

Vorrei che in me ci fosse solo il secondo occhio, ma convivere con se stessi e accettarsi è la prima sfida di ogni scout per imparare a lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato. E ripeto ad entrambi gli occhi:

Guarda oltre… e poi guarda lontano…e poi ancora più lontano… (BP)

e ancora, stamattina ripescavo da vecchi diari questa riflessione:

“Il nostro guardare lontano è legato al nostro essere continuamente in cammino, alla ricerca, ma è anche guardare ogni tanto indietro per rivedere quale sentiero abbiamo seguito, se abbiamo lasciato le cose meglio di come le avevamo trovate. Dopo aver guardato indietro riguardare di nuovo lontano e accorgersi che si può guardare ancora più lontano.”
(Baden-Powell)

A tutti i miei 25 lettori, per imparare a guardare lontano.

segnavie

Tra complotti e bufale: IL CASO EOLO

Eolo, non il nome del dio vento, ma la macchina ad aria compressa. Periodicamente ritorna, su forum, su siti, su catene di S. Antonio (oltretutto dannose) lanciate da qualche ambientalista che pare aver scoperto il più grande complotto sulla faccia della terra, quello di chi vuole “impedire” che la macchina ecologica in grado di risolvere tutti i problemi del petrolio decolli sui mercati.

Guardate bene la foto di Eolo - una dette tante che gira in rete - perche e assai probabile che dal vivo non la vedrete mai

Guardate bene la foto di Eolo - una delle tante che gira in rete - perché è assai probabile che dal vivo non la vedrete mai

In realtà si tratta di una soluzione tecnica di per sé fattibile ma che non porta a benefici energetici, in quanto l’aria compressa NON E’ una fonte primaria (occorre cioè altra energia per produrla! E alla fine il bilancio energetico è in netta perdita) e inoltre NON E’ competitiva con una macchina tradizionale, ma neppure con le macchine elettriche a bassa potenza (quelle adatte al trasporto in città). E questo non per complotti, ma per  ragioni intrinseche alle leggi fisiche della Termodinamica. 

Seguirò per questa parte la nota di Ugo Bardi, docente dell’Università di Firenze.

1)       Efficienza di ciclo di vita: in confronto a un sistema che usa direttamente un motore elettrico, un sistema come quello EOLO deve prima comprimere l’aria mediante un compressore (ovvero un motore elettrico) per poi utilizzarla per mandare un motore a pistoni. Questo porta necessariamente a una perdita di efficienza, ulteriormente aumentata dal fatto che il motore a pistoni della Eolo viene dichiarato come avente un efficienza del 70% contro l’efficienza di oltre il 90% dei motori elettrici moderni.

 

2)       Energia immagazzinata da una bombola: Risulta dalle descrizioni della MDI che Eolo monta delle bombole da sub come contenitori dell’aria compressa. Questa è una tecnologia già ottimizzata in termini di pesi per garantire la miglior trasportabilità possibile. Una bombola da sub in acciaio di 15 litri pesa circa 16 kg e contiene circa 4 kg di gas compresso a 200 bar. Da questi valori (equazione dei gas perfetti, che da una sovrastima) troviamo un’energia di 1.8 MJ, ovvero circa 440 Wh. Il rapporto energia/peso è circa 25 Wh/kg. In principio, si potrebbe anche lavorare a pressioni più alte, diciamo fino a 300 bar usando bombole in carbonio. Queste bombole sono costose e non è chiaro se sarebbe possibile omologarle per un veicolo circolante, comunque in questo caso l’energia immagazzinata potrebbe salire fino a 30-40 Wh/kg.

Possiamo confrontare questo valore con quello delle batterie elettriche (si veda, per es. qui):

          batterie al piombo tradizionali: 30-50 Wh/kg;

          batterie al Ni/Cd: 80-100 Wh/Kg;

          batterie al litio – polimero:100-130 Wh/Kg.

          combustibili tradizionali, benzina e gasolio: fino a 10.000 Wh/kg

(è questo fatto che rende accettabile, al momento attuale, l’utilizzo di motori inefficienti come quelli a pistoni a combustione interna).

 

3)       Resa Energetica: calcolata l’energia immagazzinata dall’aria compressa risulta ancora più  importante dire quanta di questa energia può essere effettivamente sfruttata. Per prima cosa, consideriamo che il motore ad aria compressa deve necessariamente funzionare a una pressione superiore a quella atmosferica, per cui non si può sfruttare tutta l’aria immagazzinata nelle bombole. Se, per esempio, in condizioni di regime il pistone richiede una pressione di 40 bar, questo vuol dire che il 20% dell’energia immagazzinata a 200 bar non potrà essere utilizzata.

Come ulteriori elementi di svantaggio per l’aria compressa, notiamo la minore efficienza del motore ad aria rispetto a quello elettrico, già citata prima (70% contro >90%).

 Al contrario di molte vetture elettriche, per EOLO non è possibile recuperare energia in frenata. Questo recupero sarebbe possibile, in teoria, anche per l’aria compressa, ma in pratica è molto difficile per le complicazioni meccaniche associate e non sembra che questa possibilità sia stata implementata nella Eolo.

 

 

In conclusione EOLO è una bufala, NON può affatto sostituire i veicoli tradizionali e riguardo ai veicoli cittadini a “emissione zero” ha prestazioni INFERIORI a quelli dei veicoli elettrici.

 

Chi parla di COMPLOTTO dovrebbe allora spiegare perché non vengono boicottate allo stesso modo la nuova generazione di veicoli a batterie (tipo Toyota Prius e le macchine in studio con la tecnologia nuove batterie al litio). E’ assai più probabile che i promotori della Eolo si trovino effettivamente in difficoltà a sviluppare una vettura veramente pratica e utilizzabile.

 

Ulteriore dibattito e/o note aggiuntive nei commenti.

 

Andrea Macco

 

 

Piccoli aggiornamenti

Brevissimo post per segnalare ai miei lettori l’aggiornamento della sidebar (la colonna di destra del blog). Da oggi trovate anche l’elenco dei post più cliccati e qualche altra utilità in più.

Ho inoltre inserito un memorandum di vita che mi è molto caro: IL PARACADUTE.

Segnalo infine sul post del 9 luglio (Blogger silenziosi e statisti discordi) l’avvento della risposta al quesito sulle statistiche discordanti.

AM

Letture estive

«In omnibus requiem quaesivi,

et nusquam inveni nisi in angulo cum libro»

 

Traduzione: Ho cercato la pace ovunque,

non l’ho trovata da nessuna parte se non in un angolo con un libro.

 

La frase è di Tommaso da Kempis ma è divenuta famosa grazie ad Umberto Eco che l’ha posta  nell’introduzione del Nome della Rosa.

Uso questo aforisma come spunto per uno scambio di idee e consigli su letture estive da affrontare. Ieri sera sono andato a casa di amici e quando ho suonato alla loro porta credevo di fargli una sorpresa (ero stato invitato ma poi avevo disdetto per stanchezza post settimana di lavoro). Invece non solo sapevano del mio arrivo (mamme e telefoni messi insieme sono dannosissimi), ma avevano preparato loro una sorpresa per me. Aprendo la porta vengo accolto da un raggiante amico con in mano l’ultimo libro di Paolo Curtaz appena uscito: La lettera perduta.

Orami quasi terminate due letture di cui preparerò presto una recensione per il Giornale, sarà questo il primo libro della mia rassegna estiva.

Su questo blog trovate già una pagina di Consigli per la Lettura. E’ tempo di aggiornarla un po’ e chiunque vorrà contribuire è il benvenuto.

Andrea

Asterix e Obelix Facebook

La lettura di un buon libro è compiere un viaggio verso terre lontane con gli amici che più amiamo

 

 

 

 

 

Sidney: il cuore giovane della Fede riceverà forza?

Avrete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni” (At 1, 8)

Il Papa ha aperto la Giornata Mondiale della Gioventù a Sidney.

Mi son molto piaciute le parole del premier australiano Kevin Rudd nell’accogliere il Santo Padre:

Qualcuno dice che non c’è posto per la fede nel 21° secolo. Io dico che si sbaglia. Qualcuno dice che la fede è nemica della ragione: io dico, ancora, che si sbaglia perché fede e ragione sono due grandi compagne nella nostra storia e nel nostro futuro“.

Tra le parole pronunciate da Benedetto XVI vorrei proporre queste ai lettori che si sentono, come me, cercatori di Dio:

“La vita non è governata dalla sorte. La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio, benedetta da lui e ad essa è stato dato uno scopo! La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze, […] ma una ricerca del vero, del bene e del bello. […] Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà. Nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia.”

Una nuova alba per i cercatori di Dio

Personalmente ho partecipato ad una sola GMG, quella di Roma nel 2000. Non sono uno che ama gli eventi “oceanici” e cerco di più una fede fatta di silenzio, ascolto e rapporto personale. Ma di quella GMG porto in cuore tanti volti, che nonostante il caldo torrido riempivano vie e piazze di Roma, in festa. Porto la gioia collettiva di esserci, di essere stretti intorno ad un segno e ad una grande luce che ha camminato nella storia facendosi memoria, che pian piano ci rivela che senza la ricerca della verità la vita è povera… “Siate sentinelle del mattino e non abbiate paura di essere santi del nuovo millennio!” (Giovanni Paolo II)

Chiudo con una domanda che ogni tanto mi pongo: Riusciranno queste parole e quelle di Benedetto XVI ad aiutare, nel vissuto concreto e non solo nell’entusiasmo di un giorno, la vita di tanti giovani cercatori di Dio?

Andrea

Per leggere tutti i discorsi del Santo Padre alla GMG di Sidney cliccare qui

Quel segno da evitare…

Oggi mentre vado al lavoro, sull’autobus affollato una signora mi apostrofa: “Perché hai messo il braccio cosi? Forma la croce col mio!”

Vedendo la mia incomprensione, osservo che compie una contorsione per spostare il suo braccio altrove: “Formavano una croce ed io dalle croci mi guardo bene, ce ne son già troppe a Staglieno…” (Staglieno è il cimitero principale di Genova)

Infine, scendendo alla fermata successiva, conclude: “Scusa, figliolo, ma io certi segni preferisco evitarli…”

Sulla porta dell’Ospedale dove lavoro si è appostata una zingara: “Collana, braccialetto scaccia guai? indossala, uscirai presto, chiedo solo una offerta…” Non faccio in tempo a spiegarle che io lì ci lavoro che una signora mi spintona per correre a prenderne una…

Ci attacchiamo alle superstizioni perché “tanto male non fanno”. In compenso fuggiamo dalla croce, segno di un Dio che condivide la nostra umanità e il nostro dolore,  segno di Amore, segno della Resurrezione. Un segno decisamente pericoloso, meglio davvero evitare…

Quanto durano le scorte di Uranio?

Torno ancora sul tema Centrali Nucleari (per leggere gli altri post basta cliccare sull’omonima categoria) con una domanda che mi sento continuamente rivolgere:

se il petrolio è certo che si esaurirà e probabilmente pure a breve (se siamo arrivati al “picco di produzione”, allora la stima con questi ritmi di consumo è sui 50-80 anni al massimo), perché non dovrebbe valere lo stesso con l’Uranio? Anzi, sento esperti che parlano di scorte di Uranio al massimo per i prossimi 25 anni…

Ha fornito una ottima risposta su il Giornale, con tanto di discussione e di numeri alla mano,  Franco Battaglia (docente di Chimica dell’Ambiente a Modena, esperto internazionale di tematiche energetiche, fondatore dell’Associazione Galileo; qualche info biografica in più qui). La riporto:

 

Innanzitutto, l’uranio che è previsto esaurirsi entro alcune decine d’anni è l’U-235 delle riserve attualmente utilizzate (quindi senza tenere conto né di quelle ancora da utilizzare né di quelle fantastiche del mare). In ogni caso, l’U-235 è meno di un centesimo dell’uranio naturale che contiene, cento volte di più, U-238. Poi, sulla Terra abbiamo il torio-232, almeno il doppio dell’U-238. Quelle decine d’anni di cui sopra vanno moltiplicate almeno per 100 (senza che ancora si sia toccato l’uranio nel mare).

Fin qui l’aritmetica. Ora la fisica: è vero che solo U-235 è fissile, ma l’U-238 e il Th-232 sono fertili e, in reattori autofertilizzanti, si trasformano rispettivamente in Pu-239 e in U-233, che sono fissili (e la fissione del Pu-239 avviene già negli attuali reattori).

Dismessa, la centrale di Superphenix in Francia

Una parola vorrei però dirla all’amico Libero, che sponsorizza la tecnologia di produzione elettrica, la fotovoltaica (FV), che non solo è la più costosa al mondo (se un impianto nucleare costa 3 miliardi, un equipollente FV costa 60 miliardi), ma che, anche, non può fare assolutamente a meno della presenza di impianti convenzionali, necessari quando il sole non brilla, per cui gli impianti FV hanno una sola funzione: far risparmiare il combustibile di quelli convenzionali.

Di conseguenza, quando questo sarà esaurito (come, io pavento, avverrà «presto» per petrolio, gas e carbone, ma come Libero paventa avverrà presto anche per uranio), gli impianti FV saranno inservibili perché non ci sarà più nulla da risparmiare.

Franco Battaglia

A queste puntuali considerazioni vorrei precisare solo che la tecnologia dei reattori autofertilizzanti è stata adottata e migliorata tecnologicamente dai rettori di IV generazione, sia quelli raffreddati al sodio in fase ancora di studio, sia quelli al piombo che Russia e Del Fungo Giera Energia stanno già realizzando (vedi mio articolo del 28 Maggio su il Giornale).

Se dunque le scorte di Uranio non sono infinite (nulla lo è se non – diceva Einstein – l’universo e la stupidità umana. E del primo non siamo nemmeno certi che lo sia), di certo non ci faranno stare a gola asciutta per i prossimi 250 anni (almeno).

Andrea Macco

Barre di uranio immerse in una piscina di contenimento all'interno di un reattore

 

Una lettera che è un inno alla vita

Periodicamente ritornano. Parlo delle grandi discussioni sui temi etici tipo eutanasia ed aborto. Quelle, insomma, che riempiono colonne dei nostri giornali e infiammano il dibattito pubblico. Di solito, son sempre le stesse cose, trite e ritrite.  In virtù dei casi rari, limite, ultra patologici, si vuole ridiscutere l’intero sistema di valori.

A me è bastata la stupenda lettera di un ragazzo cieco, muto e infermo fatta pubblicare dai suoi genitori su il Giornale di oggi. E’ cosi bella che ogni ulteriore commento rischia di rovinarla.  Eccone uno stralcio:

[…] Da qualche anno, grazie all’inserimento in un progetto sperimentale, Andrea (nome del ragazzo affetto da questa malattia) ha iniziato a «dialogare» faticosamente con il mondo esterno con la tecnica della comunicazione facilitata.
Il brano che le inviamo è parte della trascrizione di un dialogo tra Andrea ed uno dei suoi dottori.

«Grigio periodo di dolore è il mio. Fermamente ho chiesto a Dio di aiutarmi e di benedirmi. Ho personalmente già più volte offerto le mie sofferenze per altri e questa volta una parte devolvo a te, dottore. (…) ho tanta voglia di fare esperienze belle interiori e di amicizia ma sono dentro una condizione tale di dolore e fisica che non mi permette di fare tutto ciò che vorrei.
Questo sono io: dolore e gioia allo stesso tempo. Grato sono alla vita e voglio che si sappia. Grato sono a te per le cure ed a tutti coloro che si preoccupano per me, per il mio presente e per il mio futuro. Sono dell’idea che bisogna dare più spazio a ciò che aiuta interiormente e spiritualmente. Lotta, sì, ma con meta il cielo e la nostra grande anima da coltivare.
(…) Ci tengo a dire che non disdegno le cure e ciò che porta un benessere fisico e questo va tutelato, ma bene interiore porta anche benessere fisico quindi è primariamente da considerare. Grazie, ti voglio dire che sono felice di oggi e ti dono il mio grazie di cuore».

[…] È possibile essere felici come Andrea dice di essere quando tutto intorno dice che non serve cercare la felicità ma solo il divertimento e l’assenza di problemi? Rimuovere il dolore dalla vita è eliminare la Croce, sola realtà capace di trasfigurarlo in gioia. Come sempre è la Croce il vero scandalo. E quale metodo più efficace per rimuovere la Croce che eliminare chi ad essa è più vicino?

Alberto Gentili
Gabriella Mambelli


Per leggere l’articolo completo su il Giornale cliccare qui.