Schedatura dei ROM, libertà di nani ed elfi

Luigi Accattoli dedica un bellissimo post del suo blog ad un tema di rovente attualità: la “schedatura” degli immigrati mediante impronte digitali. Mi trovo in sintonia con lui, pertanto riporto il suo pensiero e, come di consueto, lo integro con un una citazione in più.

Andrea

La Compagnia deve procedere bendata per entrare nel territorio straniero...Siamo in otto, due uomini, quattro hobbit, un elfo e un nano: così Legolas nella seconda parte del Signore degli anelli presenta la “Compagnia dell’anello” ai guardiani della foresta di Lothorien, chiedendo l’autorizzazione ad attraversarla. I guardiani rispondono che il nano non potrà entrarvi a meno che non accetti di essere bendato, perché sarebbe pericoloso che un nano conosca il mondo degli elfi. Il nano Gimli figlio di Gloin non accetta quella che gli appare una mancanza di fiducia e una discriminazione. Aragorn propone allora che tutti gli otto – egli compreso – accettino la benda. A questo punto è Legolas l’elfo a trovare stravagante che egli debba camminare bendato nella sua foresta, ma infine così si fa e per un giorno e una notte la compagnia procede senza vedere, scortata dai due guardiani. Al secondo giorno sopraggiungono messaggeri della Dama del Lago che autorizza Gimli a vedere il proprio regno e tutti possono togliersi la benda.

Applico il mito di Tolkien alla questione zingara e dico che sarà bene, se necessario, che vengano prese le impronte di tutti per non fare torto a nessuno. Ultimamente mi sono state prese le impronte per il visto di ingresso negli Usa e il gesto non mi ha offeso.

essa è unica e irripetibile per ogni individuo umanoSe uno agisce alla luce del sole non ha nulla da temere. Se infatti anche le mie impronte sono “schedate”, caso mai mi ritrovassi accusato di qualcosa, la mia innocenza avrà un elemento in più su cui basarsi (non vengono trovate le mie impronte ma quelle di qualcun altro).

 

Per tutti i pellegrini, nelle loro terre e fuori delle loro terre, sotto lo sguardo dell’oscuro signore o nella luce della libertà, con o senza impronte schedate, dedico questi versi di May It Be, dalla colonna sonora sempre del Signore degli anelli:

May it be an evening star

Shines down upon you

May it be when darkness falls

Your heart will be true

You walk a lonely road

Oh! How far you are from homeMorniÎ utùliÎ

Believe and you will find your way

MorniÎ alantiÎ

Aragorn, per diventare eroe ha dovuto compiere un periglioso cammino in salita...A promise lives within you now

 

May it be the shadow’s call

Will fly away

May it be your journey on

To light the day

When the night is overcome

You may rise to find the sun

 

MorniÎ utùliÎ

Believe and you will find your wayMorniÎ alantiÎÝ

A promise lives within you now

 

(Clicca qui per la traduzione e per qualche notizia in più sugli inni quenya)

Le tre regole di Albert Einstein

Ritiro fuori dal cassetto le tre regole di lavoro di Albert Einstein:

1.    Esci dalla confusione, trova semplicità.

2.   Dalla discordia, trova armonia.

3.   Nel pieno delle difficoltà risiede l’occasione favorevole.

Dedicate a chi resta al lavoro e non va in vacanza, a chi ha delle consegne che incombono da rispettare, a chi ce la mette tutta e si sente stanco, a chi spende i fine settimana per la sua famiglia o per il bene di chi ama, a chi s’affretta, e s’adopra di fornir l’opra anzi al chiarir dell’alba…

Andrea

Genova goduta

L’abitudine rovina gli occhi. E non solo. Anche l’appetito e pure l’umore. Un po’ come il caldo e l’umidità che si appiccica alla pelle.

Ma avete mai provato ad indossare ogni tanto occhiali diversi, che ne so, colorati, e a guardare chi vi sta davanti in maniera diversa dal solito? Di solito tutto ci appare buffo, bizzarro… eppure!

Chi ha visto l’attimo fuggente, certamente ricorderà la scena in cui il professore “rivoluzionario” (quello che diverrà Capitano, mio Capitano”) invita gli alunni a salire in piedi sulla cattedra. E da lì vedere la classe con una differente prospettiva.

A volte guardare le cose da altre angolazioni fa bene. Riaccende in noi il fuoco dello stupore. O se non vi piace chiamarlo così, dite allora entusiasmo, o un po’ di sano incanto, o quel qualcosa che ti fa nascere dal cuore, dal profondo, un grazie. Che non sai a chi rivolgere, ma hai voglia di tirare fuori.

 

Genova, Superba, da Spianata Castelletto - Foto Andrea MaccoTutto questo a me è capitato in queste ultime settimane girando per Genova. Ero sempre fermo col telefonino a scattare foto. Al Righi, al Porto Antico, nei caruggi… Un giorno addirittura mi son portato appresso la macchina fotografica, ero a mostrar Genova ad un amico venuto da Parma. Sono certo di aver fatto alla fine più foto io di lui, tanto mi sembrava bella e pittoresca Genova.

Luci al crepuscolo al Porto Antico... - Foto di Andrea MaccoOgni tanto quando penso che il mio futuro potrebbe essere lontano da qui mi viene già la nostalgia, anche se poi penso subito alle tante cose di Genova che mi fanno arrabbiare, le amministrazioni che gareggiano nel fare del loro peggio (a volte l’impressione è proprio quella!), la gente che ti guarda un po’ distante, pronta ad attaccare un bel mugugno, maniman…! La Metropolitana che avanza a passo di lumaca, le belle mostre di Palazzo Ducale estinte negli ultimi anni come i dinosauri del museo impolverato di Storia Naturale, tanta fatica per chi voglia proporre un po’ di Cultura e un po’ di Scienza, tanto che alla fine i più volenterosi gettano la spugna: “E chi me lo fa fare?”

No! Oggi non voglio fare anche io il genovese, che si lamenta per ciò che non ha e non sa apprezzare ciò che invece ha (e spesso è pure tanto!).

Genova incantata - Al tramonto dai Piani di Fregoso - Foto di Andrea MaccoCammino per la mia Genova, me la voglio godere e mi lascio godere da lei, mi faccio accarezzare dalla brezza salmastra di mare o dalla tramontana impetuosa, in mezzo a mille e mille sapori. Ne ascolto i suoni, i sussulti, i palpiti, dalle onde del mare ai boschi del Righi… il vociare sommesso dei quartieri, lo strombazzare delle strade trafficate, il respiro leggero dei parchi cittadini, i proclami del venditore di turno. C’è il povero che mendica, c’è la guida che porta a spasso i turist from lontano, c’è la chiassata della gente che esce di chiesa, c’è il rumore croccante della focaccia appena sfornata… C’è un mondo, perché Genova, come recita un’insegna sotto Porta Soprana, è un piccolo mondo… Genova non è una definizione, o una parola, o una sola immagine. Genova insomma, per dirla con Maggiani,

“non è mai una cosa sola. Ma sempre due cose assieme, o tre, o quattro. Sempre, in ogni suo luogo, circostanza e anima.”

 Andrea Macco

Se questo è un prete. Sfide e provocazioni della chiesa farinelliana.

PROTAGONISTA, Paolo Farinella, prete di Genova. La sua Chiesa Farinelliana è contro le gerarchie della Chiesa e il L’amico Andrea Tornielli sul Giornale di oggi è andato giù con mano pesante. E ha fatto bene. Don Paolo Farinella, parroco della chiesa gentilizia di San Torpete in Genova, ha superato ogni limite. Non bastavano le lettere poltiche firmate Madonna di Lourdes e i suoi continui proclami politici e antipapali dal pulpito di Micromega (rivista di stampo ateo), ora anche le Messe sono state trasformate, da cattoliche a farinelliane.

Personalmente ho scritto una lunga lettera al Cardinal Bagnasco per documentare questa vergogna. Un fedele che si rechi a Messa nella chiesa di don Paolo o scappa per sempre da Cristo o si converte al farinellianesimo. Il passo dall’essere una chiesa indipendente non è vicino e neppure vicinissimo,  a mio avviso  è già stato fatto. 

Vicino ai Fedeli, il card. Angelo Bagnasco, ascolterà l'appello dei fedeli sulla chiesa farinelliana?Caro don Angelo, così mi permetto di chiamarla, Eminenza, perché le siamo stati sempre vicini e vogliamo che la Chiesa  – Una, Santa, Cattolica e Apostolica –   di cui lei è pastore non faccia queste figuracce.  Per far mia una frase di San Paolo, lo dico con le lacrime agli occhi, ci sono alcuni che si comportano da nemici della Croce di Cristo! Levi dunque al più presto la farinella cattiva dal sacco perché resti solo il grano buono! Sia autorevole con chi ha bisogno di autorevolezza, sia affettuoso con chi chiede affetto. Astuzia da serpente e candore di colomba, ci insegnava il Maestro. Ce le mostri ancora, don Angelo, e guidi la nostra Genova verso il largo, come lei stesso tante volte l’ha esortata: Duc in Altum!

Andrea Macco

 

Per leggere gli altri articoli del sottoscritto e di Diego Pistacchi su Paolo Farinella clicca qui.

Europei a Vienna: arriva la restaurazione?

DELUSIONE sul volto di questo tifoso italo-viennese. E\' l\'ora della restaurazione?

Vienna segna la fine dell’era dell’insipido Donadoni. Che ci si poteva aspettare da un allenatore che aveva allenato Genoa e Livorno con risultati per altro mediocri? (a Genova dopo sole 3 giornate con 3 sconfitte di fila era stato pure malamente cacciato).

Vienna dicevamo: riparte la Restaurazione?

Ci vorrebbe proprio, perché di quell’Italia campione del mondo a Berlino si è visto davvero poco. Buffon solo, buffoni tutti gli altri. Materazzi sembrava Galeazzi, Toni un attaccante da campetto sotto casa.  Ringhio Gattuso ha ringhiato poco, Pinturicchio Del Piero ha dipinto ben poche prodezze. Le Cassanate di Cassano non ci son state, nel male ma neppure nel bene. Se potevamo recriminare con l’arbitro della partita olandese, quello contro la Spagna ci ha graziato ben 2 rigori. Abbiam evitato i biscotti, le combine, gli arbitri corrotti, ora le torte le facciamo noi. Ma solo per tirarvele in faccia.

ITALIA: voto 4.

 

 Altre Pagelle (complessive di questi europei):

 

UNA SICUREZZA, Buffon. Non a caso è il portiere n.1 nel mondo.BUFFON: 8. Se non ci fosse stato il n.1 al mondo, l’avventura europea sarebbe finita già con la Romania. Una garanzia. 

 

PANUCCI:  5,5. Distratto o forse addormentato. Ringraziamolo per la marcatura di testa, tutto il resto è da dimenticare.

 

CHIELLINI: 7,5. Il migliore della difesa azzurra. Partito in sordina, ha fatto un crescendo di prestazioni. Ha rotto Cannavaro, ma non ne ha fatto (troppo) rimpiangere l’assenza. Rivelazione.

 

BARZAGLI: 4. Una partita e’ stata fin troppo per capire la qualità del suo gioco. Se non gioca quasi titolare nel Palermo forse un motivo ci sarà…

 

MATERAZZI: 4. Compagno di merenda di Barazagli. La testata di Zidane deve avergli fatto male, da allora non ne azzecca più una. Non pervenuto.

 

GROSSO: 7. L’unico reduce di Berlino. Una rondine non fa primavera, nemmeno se è un pennuto davvero Grosso. Stoico.  

 

ZAMBROTTA: 4,5. Se questo è Zambrotta io sono Babbo Natale. Sperduto.

 

AMBROSINI: 5. Entra ed esce, esce ed entra. E’ un pallino di Donadoni e non molto di più. Farraginoso.

 

GIOVANE, Aquilani. Ha portato frescheza nell\'Italia, ma Donadoni lo ha impiegato pocoAQUILANI: 6. Per l’incoraggiamento e l’entusiasmo proprio di un giovane. Meglio lui di tanti vecchiacci di mia conoscenza… Promettente.

 

DE ROSSI: 6,5. A sprazzi belle giocate. Ripeto: a sprazzi. Discontinuo.

 

GATTUSO: 5. L’abbiam visto in forma con la Francia, quel tanto da farsi squalificare. Dichiarazioni contro la Spagna a parte, ha ringhiato ben poco.

 

CAMORANESI 5: che ci faccia un argentino nella nazionale italiana non si sa bene…almeno facesse vedere qualche numero da sudamericano. Inconcludente.

 

PIRLO: 6,5. Esperienza.

 

GENIO E SREGOLATEZZA, Antonio CASSANO. Le sue prodezze non sono bastate all\'Italia.CASSANO: 6+. Tanti dribbling dei suoi, assist a fioccare, ma rari i tiri in porta e le percussioni in area. Il “+” è per tutti i falli che ha subito. Uomo assist.

 

PERROTTA: 3,5. Dicono faccia prodezze a Roma. Evidentemente le altre capitali non gli sono congeniali e trasformano le prodezze in schifezze. Inguardabile. 

 

DI NATALE: 4. Alla già deludente prestazione con l’Olanda si somma un rigore calciato non male, malissimo. Svogliato.

 

NON IN FORMA, Toni. Quest\'anno all\'estero aveva fatto faville, all\'Europeo le scintille son mancate...TONI: 3. Sfiga al primo tiro, sfiga al secondo…sfiga pure al terzo. Anche al ventesimo? Lento e prevedibile. Fantasma.

  

DEL PIERO: 5,5. Bravo solo in conferenza stampa, in campo si adegua al ritmo della squadra, ergo si trascina in campo. Scialbo.

 

QUAGLIARELLA e BORIELLO: Non pervenuti. Ma son stati convocati. Si? Esistevano? O erano in tribuna? Un po’ di Fosforo, oltre che di Calcio,  per Donadoni?

 

DONADONI: 4. Meriterbbe 2, ma, diciamocelo, considerando quante squadre aveva allenato prima di sedere sulla panchina dell’Italia, è già arrivato più in là di ogni previsione. Potevamo pure rischiare di non qualificarci proprio agli europei… Cambi inconsistenti e mai decisivi, formazioni statiche e non adatte all’avversario di turno. Occorre continuare la lista? 

«Via le bandiere arcobaleno!»

una strada che ha radici nel sincretismo e nel New AgeL’amico Andrea Tornielli pubblica su il Giornale di oggi una notizia che desterà sicuramente molto dibattito nell’opinione pubblica. Si tratta del monito della Sede Vaticana: “Via le bandiere Arcobaleno della Pace dalle Chiese. Sono un simbolo New Age, non un simbolo Cristiano!”

L’origine dell’uso di queste bandiere, infatti, è Teosofia (corrente filosofico-religiosa di tipo gnostico, legata alle religioni orientali) e – precisa Tornielli – il sincretismo gnostico è oggi più pericoloso per il cristianesimo – che è invece un avvenimento storico basato sull’incarnazione – dello stesso materialismo ateo.

Potete leggere l’articolo completo qui.

Personalmente penso che ci siano state delle esagerazioni e degli abusi da parte di questa bandiera, ad esempio da parte di parroci che la mettevano al posto del corporale sull’altare. L’uso che invece ne ha fatto tanta gente (ad esempio dai balconi dei condomini, Genova fino a qualche anno fa ne era piena, ora un po’ meno) penso invece fosse fatto dai più in buona fede, per esprimere il bisogno di pace nel mondo. Tuttavia è bene capire cosa sta dietro ai simboli (e ai gesti) che usiamo e non lasciare mai nulla per scontato. Solo se si adotta (e si riconosce) un senso comune del linguaggio allora si può davvero comunicare.

Spazio al vostro parere in merito nei commenti.

Andrea

Solo l’essenziale resta

La clessidra segna lo scorrere del tempo e con esso le ansie dell\'uomo... tutte necessarie?Dal Blog di Berlicche traggo spunto per una bella riflessione sullo scorrere del tempo nella vita dell’uomo. Mi sembra appropriata per questo blog che parla, fin dal titolo che riporta, di clessidre – strumento da sempre di misura del tempo – .  Vi aggiungo un paio di versetti della Bibbia che mi sono cari e che spero possano aiutare anche voi nel cammino giornaliero, dove – diciamocelo – troppo spesso sono gli affanni a fare da padroni. Ma ancora più spesso – e usiamo la stessa franchezza – quanti di questi benedetti affanni sono legati a cose veramente importanti che restano e che segnano la nostra vita?

Andrea

 

Piove, e fa freddo. Qualcuno si deve essere dimenticato di pagare la bolletta del riscaldamento globale.
Una delle cose che mi ha sempre impressionato è la marea di cose che i nostri padri, nonni, bisnonni credevano senza battere ciglio. Le mode culturali che si inseguono come la forme dei vestiti femminili; la massa di convinzioni assolute che una generazione dopo sono obsolete fandonie.

Se prendiamo un giornale del passato ci troviamo discussioni infinite su argomenti di cui al giorno d’oggi non rimane neanche l’eco. Persone e fatti spariti dalla memoria collettiva, come la guerra di Corea, il partito qualunquista e il diffusionismo. Sono stati importanti? Certo. Ma come per un programma informatico il 90% è gestione dell’ovvio, così nel nostro cervello, tolto il quotidiano, rimane un posto limitato per archiviare la vita che viviamo.  Ci accendiamo brevemente per quello che ci entusiasma, o di cui ci fanno entusiasmare, e quando il tempo l’ha logorato viene riposto nella soffitta polverosa. Dove i topi dell’oblio presto lo divoreranno del tutto.

Così la frenologia di Lombroso e l’alfabeto farfallino ci salutano tra le ragnatele. Di loro resterà un articolo su Wikipedia che nessuno leggerà. E chissà se i miei bis-nipoti, se mai capiteranno su queste righe, capiranno il termine riscaldamento globale senza consultare il loro megalink.
Solo l’essenziale resta.

 

«Ai tuoi occhi, mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.»

(sal 89,4)

 

 

«Davanti al Signore un giorno è come mille anni

e mille anni come un giorno solo.»

(2Pt3,8)

 

«Molte sono le idee nella mente dell’uomo,

ma solo il progetto di Dio resta.»

(Proverbi 19,21)

 

Dal Vangelo di Matteo – Cap 6:  25 «Gesù disse: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? 28 E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31 Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34 Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. »

 

L'uomo, un puntino nella storia del tempo...

NUCLEARE «NO» PERCHE «SI»

 

Uno dei tanti manifesti contro il Nucleare. Dicono che non conviene ma non dicono MAI il perche'...

 Torno ancora sul tema Nucleare per dire come in giro si legga davvero tanta ma proprio tanta dis-informazione. Sul Secolo XIX di oggi (giornale di Genova) capeggia un articolo dal titolo: 120 Scienziati contrari al Nucleare.


Vado a leggere l’articolo. Delle motivazioni reali non traspare manco una virgola, un numero. Le centrali non vanno bene. Perché? Perché si. Son più belli i pannelli fotovoltaici e risolveranno ogni problema. Sicuri sicuri? Sì. Perche? Perché sì. Le centrali nucleari sono lunghe da costruire, sono esteticamente brutte, sono costose, non hanno ancora risolto il problema delle scorie e mai lo risolveranno (!), parola degli “esperti”, cosi esperti da non citare manco uno straccio di numero su cui discutere, essere o non essere in accordo. Chi poi siano questi esperti non si sa, sono “scienziati”, magari gente laureata in campo scientifico ma che poi in ingegneria nucleare non ci ha mai messo le mani e ha una conoscenza poco più approfondita di quella di un cittadino quadratico medico che si affida alla pubblica informazione.

Ma quel che conta è essere contro le Centrali Nucleari e attaccare a prescindere. Perché? Perché sì.  

Il segreto

 

Ieri sera sono stato ad un concerto di musica classica tenuto dagli studenti del conservatorio musicale N.Paganini di Genova presso l’istituto per non vedenti David Chiossone. C’era anche il mio amico Samuele, violinista, che ha suonato in maniera ottima il 1° movimento della Sonata in Do min. n.3 op.45 di Grieg.

All’ingresso della sala dove si è tenuta la rappresentazione c’era un foglio bianco con solo questa scritta:

 

«Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che con il cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi».

 

Da “il Piccolo Principe” di Antonie de Saint-Exupèry

Indiana Jones IV – Gomorra

Inauguro la nuova rubrica dedicata alle RECENSIONI dei FILM con due spettacoli che ho visto nelle scorse settimane al Cinema e che stanno facendo parlare molto di sé: l’ultimo episodio della saga di Indiana Jones e GOMORRA.

Spazio nei commenti al vostro parere (per chi ha già visto il film o è in procinto di farlo)

Andrea Macco

 

H. Ford con S. LaBeouf in una scena del filmINDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO

(2008, con H. Ford – Regia di S. Spielberg – Produzione LucasFilm)

 

VOTO: 6,5

Mi  aspettavo di più dal tanto osannato ultimo film della saga del mitico Indiana Jones. Intendiamoci, Harrison Ford è sempre Harrison Ford e quando la qualità non è acqua si vede. I riferimenti ai precedenti tre episodi non mancano, al pari delle scene di combattimento, inseguimento e azione che hanno fatto di Indiana uno dei miei eroi preferiti di sempre. Ma la trama è francamente debole, con un finale che non sta in piedi e che potevano davvero pensare meglio. Il figlio di Indiana? Volete scommetterci che è solo una trovata per lanciare i nuovi episodi con Jones junior (l’emergente Shia LaBeouf)?

Il migliore della saga resta per me L’ultima crociata (con Henry Jones Senior interpretato da un grandissimo Sean Connery). Visto almeno una decina di volte, tornerei volentieri a riguardarmelo rimasterizzato in digitale al cinema.

 

Una scena di GOMORRAGOMORRA

(2008, film di Matteo Garrone tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano)

 

VOTO: 8,5

Un ritratto amaro ma assolutamente realistico della nostra povera Italia in mano alla Camorra (straordinaria l’idea del titolo: oltre ad essere un gioco di parole – Camorra:Gomorra – si fa riferimento alla città biblica di Gomorra, compagna di Sodoma, distrutta da Dio per la corruzione dei suoi abitanti). Ottima la scelta del regista di mettere molti dialoghi in napoletano riportando i sottotitoli in Italiano. La caratterizzazione dei personaggi è ben curata, sia nel linguaggio (c’è chi parla più raffinato, chi in napoletano stretto, chi in napoletano meno stretto, ecc) sia negli stili di vita. Non mancano le scene forti e pure violente: per questo la visione non è adatta ai ragazzi, i NOSTRI ragazzi… quelli del napoletano, infatti, lo hanno sotto gli occhi tutti i giorni, fuori e dentro le mura di casa.

 

Non ho letto il libro di Saviano, ma mi dicono che il film è rimasto moto aderente al testo originale. Non sarà un caso che l’autore sia costretto a girare sotto scorta: la sua è una denuncia forte, che non può non essere ascoltata. Un film che ogni cittadino che si sente italiano (Politici e politicanti in primis) dovrebbe vedere e meditare bene.